[06/09/2011] News

I Guarani del Brasile: «Via la Shell. No all'etanolo che distrugge la nostra terra»

Gli indios guarani del Brasile hanno chiesto alla multinazionale petrolifera e dei biocarburanti Shell di non utilizzare più la loro terra ancestrale per produrre etanolo. Survval spiega che «la Shell e il colosso brasiliano dei biocarburanti Cosan operano insieme con il marchio "Raizen" dopo aver costituito una joint venture da 12 miliardi di dollari per la produzione di biocarburanti. Parte dell'etanolo commercializzato, venduto come biocarburante, è ricavato dalla canna da zucchero cresciuta sulla terra ancestrale dei Guarani. Il gigante dell'energia Shell e il colosso brasiliano dei biocarburanti Cosan hanno. Ma alcune delle piantagioni di canna da zucchero della Cosan, da cui dovrebbero essere ricavati i biocarburanti, si estendono in aree già formalmente riconosciute come terre appartenenti agli Indiani Guarani, una tribù ormai dissanguata dal furto dei territori ancestrali.

Al festival del cinema di Venezia del 2008, il film di Marco Bechis "Birdwatchers" portò la difficile condizione dei Guarani all'attenzione di tutto il mondo e uno dei protagonisti del film, il capo Ambròsio Vilhalva, viene proprio dalla comunità colpita dalle attività della Cosan. Nel 2010 Vilhalva rilanciò l'allarme: «La canna da zucchero ci sta dando il colpo di grazia. Le nostre terre stanno diventando ogni giorno sempre più piccole. Le piantagioni stanno uccidendo gli Indiani».

In Brasile vivono circa 46mila guarani, in sette Stati diversi. Sono il popolo indigeno più numeroso del paese. Altri gruppi vivono in Paraguay, Bolivia e Argentina. I guarani brasiliani divisi in 3, il più numeroso è quello dei Kaiowá (circa 30mila). Gli altri sono i Ñandeva e gli M'byá che vivono nello stato del Mato Grosso do Sul, nella zona centro-occidentale del Brasile, ai confini con il Paraguay

Con una lettera scritta a mano i guarani della Comunidade indigena di Guymaoka chiedono alla Shell di lasciare la loro  terra e di chiudere la fabbrica di Noua América nel municipio di Caarapo: «Da quando l'industria ha cominciato a operare, la nostra salute è venuta meno: stanno peggio i nostri figli, gli adulti e anche gli animali». Vilhalva ha detto a Survival International: «La compagnia deve smettere di utilizzare la terra indigena. Vogliamo giustizia, e chiediamo che la nostra terra sia demarcata e protetta».

Stephen Corry, direttore generale di Survival sottolinea che «È tragicamente ironico che i consumatori acquistino l'etanolo dalla Shell come un'alternativa "etica" ai combustibili fossili. Non c'è sicuramente nulla di etico nel modo disumano con cui sono trattati i Guarani. Il governo brasiliano deve far rispettare le sue leggi e fermare la totale distruzione della loro terra».

I bambini guarani soffrono di diarrea acuta, i pesci e le piante n muoiono ed indios e ambientalisti pensano che questo sia dovuto ai prodotti chimici utilizzati nelle piantagioni di canna da zucchero. «Non riusciamo più a trovare molte delle medicine che un tempo crescevano nella foresta - scrivono i guarani - Le piante sono morte per il veleno. I coltivatori non ci hanno mai consultato né ci hanno mai chiesto il permesso prima di piantare sulla nostra terra».

E pensare che i Guarani brasiliani prima vivevano in un territorio esteso su circa 350mila km2 di foreste e pianure, mentre oggi sono confinati in "riserve" circondate da allevamenti di bestiame e te piantagioni di canna da zucchero e soia. Alcuni gruppi sono stati derubati della loro terra e vivono accampati ai margini delle strade

Secondo Survival «il fallimento del governo brasiliano nel far rispettare le proprie leggi e demarcare e proteggere la terra dei Guarani destinandola al loro uso esclusivo, ha lasciato la tribù vulnerabile allo sfruttamento delle piantagioni di canna da zucchero. Intanto, molti Guarani vivono in condizioni spaventose, in riserve sovraffollate o accampati ai margini della strada. I Guarani sono stati assassinati a decine mentre cercavano di rioccupare la loro terra ancestrale e molti altri hanno subito violenze. I Guarani di Pueblito Kuê sono solo gli ultimi ad aver subito degli attacchi da quando hanno rioccupato la loro terra all'inizio del mese scorso».

Il 26 agosto un gruppo di uomini armati ha invaso un loro accampamento distruggendo le  case e minacciando l'intera comunità di Pueblito Kuê che è fuggita nella foresta. «Hanno distrutto il nostro campo - ha dichiarato un guarani a Survival  - hanno bruciato le nostre cose e siamo dovuti scappare».

I Guarani hanno un legame profondo con la loro terra, senza la quale soffrono allarmanti livelli di malnutrizione, suicidi e violenza. Solo nel 2010 ne sono stati assassinati 56 per impedire la rioccupazione delle loro terre, tra cui uno dei loro leader, Marcos Veron.

 

Torna all'archivio