[05/09/2011] News toscana

Giannutri, un'altra estate di assalto al mare e a terra

Un'altra estate è passata ma a Giannutri nulla è cambiato. La piccola isola, perla del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, è stata come sempre presa d'assalto da barche di tutte le dimensioni che senza alcun controllo hanno imperversato nel Golfo dello Spalmatoio e a Cala Maestra. L'assenza dell'Area Marina Protetta, che il  Parlamento italiano ha deciso di istituire ormai quasi 39 anni fa, non permette al Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano di normare e gestire le zone 1 e 2 a mare che gli sono state assegnate dal Decreto del Presidente della Repubblica di 15 anni fa. Così, insieme ai due assurdi corridoi di accesso "liberi", il mare di Giannutri è sembra spesso terra di nessuno.

Le imbarcazioni, incuranti delle disposizioni della Capitaneria di Porto, si ancorano a pochi metri dagli scogli (mentre dovrebbero essere ad almeno 100 metri dalla costa), spesso legando direttamente la cima a terra. In fondo perché non farlo tanto sanno che i controlli sono scarsissimi. La Capitaneria di Porto riceve in continuazione segnalazioni e denunce, ma è oberata da altre attività ed non ha mezzi espressamente dedicati alla difesa dell'ambiente marino di Giannutri e del Parco Nazionale che pure lo Stato e il Ministero dell'Ambiente hanno deciso di proteggere,.

I turisti si ritrovano a nuotare in mezzo a barche ed eliche come in un qualunque porto della costa. Le barche o meglio i "ferri da stiro" hanno addirittura più diritti di chi nuota con maschera e pinne.

Cala Spalmatoio e a Cala Maestra sono state riconosciute come aree portuali (quindi a Giannutri teoricamente ci sarebbero due porti?!) e quindi non si potrebbe neanche fare il bagno. I charter e i traghetti che arrivano a Giannutri, però, potrebbero entrare nelle Cale solo per sbarcare i gitanti e poi allontanarsi ma questo puntualmente non avviene e nessuno interviene.

La nuova regolamentazione disposta dal Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano prevede che solo chi è accompagnato da guide del Parco possa visitare tutta l'Isola (con il limite di 300 persone al giorno divisi in due turni) mentre gli altri possono solamente spostarsi tra le due Cale. Il problema è che i visitatori, i quali durante il periodo estivo possono sbarcare a migliaia, spesso non sanno nulla delle disposizioni del Parco dato che diversi charter turistici ben si guardano dall'informarli per paura che rinuncino alla gita. Arrivati a Cala Spalmatoio i turisti non trovano né le guide né indicazioni sufficienti e così si possono osservare persone anziane che sotto il sole vagano per l'Isola, con il pericolo di sentirsi male (da quest'anno non c'è neanche il presidio della Croce Rossa).

La pesca con il fucile, a Giannutri, è consentita fuori dalle zone 1 e 2 del Parco, ma ci sarebbero le  limitazioni sulle taglie dei pesci (quando sono troppo piccoli non si potrebbero pescare) e sul quantitativo, ma anche qui: chi controlla? Il 28 agosto, solo per fare un esempio, un pescatore con fucile ha ucciso piccole cernie ben al di sotto della taglia consentita di 45 cm. (la cernia è anche una specie protetta perché fino a pochi anni fa veniva pescata indiscriminatamente ed era quasi scomparsa dai nostri mari).

La domanda, allora, che poniamo al Ministero dell'Ambiente e al Comune dell'Isola del Giglio ed alle altre Istituzioni è la seguente: cosa intendono fare per far rispettare a Giannutri le leggi e norme valide sul resto della costa toscana e italiana?

Giannutri è riconosciuta e protetta a livello sia nazionale che internazionale per la sua grandissima biodiversità, sia terrestre che marina. I fondali del Golfo dello Spalmatoio sono ricoperti da praterie bellissime di Posidonia oceanica e hanno una delle popolazioni più numerose del Mediterraneo di Pinna nobilis (il più grande bivalve dei nostri mari e specie protetta) come è possibile che sia consentito alle centinaia di ancore che in estate arrivano a Giannutri di arare e distruggere tutto ciò?

Le soluzioni per bloccare questo disastro ci sono, manca evidentemente la volontà politica di applicarle.

Il Ministero dell'Ambiente dovrebbe, senza altri ritardi, istituire l'Area Marina Protetta, proteggendo l'intera isola. Nel frattempo, il Comune dell'Isola del Giglio insieme al Parco Nazionale potrebbero (così come proposto dagli stessi enti 3 anni fa), di concerto con la Capitaneria di Porto, istituire delle Oasi Blu per la zona di Cala Maestra e il Golfo dello Spalmatoio per potere così vietare l'ancoraggio selvaggio e realizzare  boe per l'ormeggio a minimo impatto ambientale per un numero limitato di barche.

Al Parco Nazionale, in particolare, chiediamo di:

Le volte che Legambiente Arcipelago Toscano ha segnalato il grave pericolo che incombe su questo piccolo scrigno di biodiversità non si contano più, speriamo che arrivi presto il momento in cui Comune, Regione, Parco e Ministero dell'Ambiente si accordino su un progetto per difendere e valorizzare davvero Giannutri e il suo mare, mettendo al centro l'unica ricchezza dell'isola: il suo ambiente.

*: responsabile Giannutri per Legambiente

 

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