[23/08/2011] News

"Panni sporchi 2". Greenpeace: «Vesti sportivo? Attenzione alle sostanze tossiche»

Greenpeace ha presentato oggi "Panni sporchi 2" e spiega che « Questo rapporto rivela che composti pericolosi per salute e ambiente vengono usati nella produzione di abiti sportivi di brand inteernazionali. Su 78 articoli di abbigliamento e scarpe sportive acquistati da Greenpeace in 18 differenti paesi in tutto il mondo, fra cui anche l'Italia, 52 prodotti appartenenti a 14 marche sono risultati positivi al test sui nonilfenoli etossilati (Npe). Questi composti, usati anche nell'industria tessile, una volta rilasciati nell'ambiente si trasformano in una sostanza pericolosa, il nonilfenolo (NpP). Il nonilfenolo è persistente perché non si degrada facilmente, bioaccumulante perché si accumula lungo la catena alimentare e può alterare il sistema ormonale dell'uomo anche a livelli molto bassi».

L'associazione ambientalista ha comprato t-shirt, giacche, pantaloni, abbigliamento intimo e scarpe in tela uomo/donna/bambino che  quelli i appartenenti a «Abercrombie & Fitch, Adidas, Calvin Klein, Converse, G-Star RAW, H&M, Kappa, Lacoste, Li Ning, Nike, Puma, Ralph Lauren, Uniqlo e Youngor) sono risultati positivi al test sui nonilfenoli etossilati (Npe). vestiti che indossi potrebbero contenere sostanze tossiche. La campagna "Detox" continua».  Grazie alla nostra campagna "Detox", due giganti dell'abbigliamento sportivo, Nike e Puma, si sono impegnati ad eliminare le sostanze chimiche tossiche da tutta la loro filiera produttiva e di approvvigionamento.

Infatti questa ricerca fa seguito al precente rapporto "Panni Sporchi", che denunciava il problema dell'inquinamento dei fiumi cinesi causato dagli scarichi tossici dell'industria tessile e rivelava i legami economici tra i proprietari di due industrie cinesi e i più famose brand sportivi occidentali. Secondo Greenpeace i risultati delle sue ricerche «Sono solo la punta di un iceberg. L'uso di composti pericolosi nell'industria tessile è un problema globale che rischia di intossicare le acque di tutto il mondo. I grandi brand dell'abbigliamento sportivo sono responsabili di questi scarichi pericolosi e le persone hanno il diritto di sapere quali sostanze sono presenti nei vestiti che indossano e quali effetti causano una volta rilasciati nell'ambiente. Le grandi multinazionali devono assumersi le loro responsabilità: intervenire su tutta la catena e obbligare i propri fornitori a dare informazioni periodiche sugli scarichi tossici con l'obiettivo finale della loro completa eliminazione».

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