[22/08/2011] News toscana

Cinghiali e mufloni nel Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano: a settembre riunione istituzionale sul problema

Il sindaco di Marciana, Anna Bulgaresi, nei giorni scorsi, intervenendo sulla stampa locale, chiedendo iniziative concrete per limitare la popolazione di cinghiali all'isola d'Elba, aveva detto a riguardo delle catture eseguite dal Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano: «Ogni volta che la cosiddetta gabbia viene aperta dalla ditta incaricata, deve essere fatta una selezione per rispettare i parametri imposti dal piano.  Non ultima l'approvazione del consiglio direttivo del Parco: davanti a 4-5 ungulati catturati devono essere magari liberate proprio le femmine gravide, perché è stata raggiunta la percentuale di capi catturati e possono essere presi solo due piccoli».

Il tema è molto caldo e sempre più delicato e il Parco risponde a tambur battente e «smentisce che parte dei cinghiali catturati dalle gabbie vengano liberati, in base all'età e sesso, in quanto il Piano di limitazione in funzione, attivo da alcuni anni, con l'approvazione di Ministero e Ispra, consente invece di prelevare tutti gli animali acchiappati. Non vi è assolutamente un tetto numerico massimo al prelievo. Piuttosto, si ricorda, che è tuttora riscontrato un alto sabotaggio delle gabbie per cui i cinghiali sono "dissuasi" ad entrarvi con diversi espedienti! Nonostante l'oggettivo riscontro di ingenti danni che hanno esasperato chi ha viti e orti e chi vorrebbe i sentieri a posto, ci sono alcuni che vogliono impedire che il Parco Nazionale riduca la popolazione di questi ungulati, infischiandosene dell'agricoltura e del patrimonio naturale dell'Elba. Per i mufloni vi è invece un tetto massimo di prelievo dovuto al fatto che la specie è considerata dalla legge vigente meno problematica, altrove in Italia non lo è affatto, mentre in una piccola isola senza predatori diventa una calamità. L'entità totale dei capi di muflone da eliminare viene raggiunta ogni anno solo grazie all'aiuto della polizia provinciale. Gli agenti eseguono gli abbattimenti per ottenere l'estirpazione prevista che gabbie e selecontrollori non riescono a completare a causa del diverso comportamento della specie. Anche in questo caso perciò non si verificano mai liberazioni di capi catturati!».

Precisato questo, il parco dice che «è da accogliere con favore l'intento del sindaco Bulgaresi a non sottovalutare la preoccupazione di molti elbani e a volersi impegnare per i propri concittadini a risolvere il problema dei danni di cinghiali e mufloni, anche utilizzando esperienze e competenze disponibili sul territorio, soprattutto per affrontare la questione tempestivamente. La questione cinghiali sta infatti diventando un gravissimo problema in tutta la Toscana, dove si stima che ci siano 150mila capi, indipendentemente dalla presenza o meno di aree protette. Le proteste e le richieste dei cittadini continentali sono le stesse di quelli elbani». 

L'Ente Parco poi spiega che, in base ai dati tecnici e scientifici di cui dispone e alle determinazioni già prese, «intende affrontare la problematica dei cinghiali e mufloni per quella che è: si tratta di fauna "alloctona" cioè non naturalmente presente nel territorio delle nostre isole e che, dato l'isolamento, presenta problemi di controllo ancora più forti che in continente ma più facilmente risolvibili con un'azione concertata e radicale. Il ministero dell'Ambiente nel 2010 ha approvato la Strategia per la tutela della biodiversità che è il progetto nazionale di riferimento per le azioni di conservazione. Il documento dice esplicitamente che bisogna "contrastare la presenza di specie alloctone" per mantenere il valore ambientale dei luoghi e il funzionamento degli ecosistemi. In tutto il mondo, e nelle isole in particolare, il costo pubblico per evitare lo squilibrio degli ecosistemi e l'impatto economico prodotto dalle specie invasive importate sta aumentano vertiginosamente e, se non si interviene prontamente e in maniera scientificamente corretta, sarà sempre peggio. Per questo, l'Unione europea finanzia azioni concrete di eradicazione delle specie "aliene" invasive. Il Parco ha operato negli scorsi anni e tuttora interviene con queste risorse economiche per affrontare diversi problemi (ailanto, ratto, ecc.) laddove sono più disastrosi. L'impatto di due grandi mammiferi, come cinghiale e muflone, sulla fauna e sulla flora elbana, e sullo stesso territorio, è sotto gli occhi di tutti ed è evidente che il gravoso e costoso impegno del Parco non è sufficiente se un impegno, altrettanto forte, non viene attuato nel territorio esterno al Parco».

Per quanto riguarda abbattimenti e catture all'Elba, dentro e fuori Parco, i dati sono altissimi: «Per il cinghiale possono essere stimati intorno ai 2000 capi». La direttrice del Parco, Franca Zanichelli, spiega che «I 2mila cinghiali sono quelli eliminati ogni anno! Come si arriva a questo numero? Mille in media sono i capi catturati dal Parco ogni anno; 500/600 quelli presi dai cacciatori dell'Atc, a questi si devono sommare quelli abbattuti dalle squadre fuori Parco per bonificare situazioni di danni come ha fatto recentemente Marciana Marina. Poi un numero ipotizzabile ma imprecisabile di quelli prelevati illegalmente, infine si devono conteggiare i capi sparati dalla polizia provinciale dentro Parco per diminuire i danni diretti. Quanti sono i cinghiali all'Elba? Dato l'elevato successo riproduttivo della popolazione e la dispersione dei capi nell'isola non è automatico definire il numero complessivo. In ogni caso, più che il numero esatto dei soggetti presenti, conta maggiormente l'incremento annuo degli esemplari. Abbiamo infatti detto che ogni anno se ne eliminano circa 2mila. Il numero totale tuttavia non decresce evidentemente (non ci sarebbero i problemi che oggettivamente riscontriamo) perchè gli esemplari abbattuti sono rapidamente rimpiazzati dai giovani nati. Sono almeno due figliate annue a scrofa di 10 piccoli ciascuna. Si fa presto a fare i conti! In pratica il prelievo esistente risulta essere inferiore al tasso di crescita per cui la popolazione dell'Elba non si riduce evidentemente, rimane troppo alta e, può anche aumentare».

La nota del Parco sottolinea che «fin da subito si dovrebbe raddoppiare quello che si prende per incidere efficacemente sul successo riproduttivo della popolazione, dando così un grosso colpo alla popolazione che l'attuale consistenza di prelievo mantiene in "salute". E' questo che il Parco chiede da sempre: affrontare il problema con lo stesso impegno, investimenti e risorse umane anche nell'area non protetta, dove esistono i problemi più gravi. Per questo a settembre il Parco convocherà una riunione con tutte le istituzioni interessate al governo dell'Elba per capire se esiste la possibilità di una strategia condivisa ed un impegno comune. Un'azione concreta, sostanziata in investimenti e risorse, per ridurre drasticamente, secondo un programma di interventi e attività, le popolazioni di cinghiali e mufloni all'interno ed all'esterno dell'Area protetta, con l'obiettivo di rispettare le finalità dell'ente e agire in piena sintonia con i dettati del Ministero. Siamo consapevoli che in passato altri incontri dello stesso tipo hanno prodotto dichiarazioni di impegni che poi sono rimasti sulla carta ma la gravità della situazione e le continue proteste di cittadini ed agricoltori esigono che ognuno si assuma le proprie responsabilità per rispondere alle giuste esigenze economiche e di salvaguardia della biodiversità».

Ma per il 2012 c'è finalmente una buona notizia: «Il Parco ha avuto più soldi dal ministero dell'Ambiente per affrontare le spese "tipiche" e potrà quindi comprare più gabbie, così come fare un altro corso per selecontrollori per aumentare i punti di sparo, impegnando ancora di più il proprio personale nelle mansioni di collaborazione. Il Parco quindi non si tira indietro e vuole affrontare concretamente la situazione ma in stretta collaborazione con le istituzioni».

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