[22/08/2011] News

Essere o avere? Quando hai scelto, clicca su "mi piace"

«Chiunque visiti Facebook o utilizzi un plug-in deve aspettarsi che lui o lei saranno monitorati dalla compagnia per due anni»: secondo Thilo Weichert, garante della privacy dello Schleswig-Holstein - il più settentrionale dei 16 stati federati che compongono la Germania - il più famoso dei social network violerebbe le norme sulla privacy europee.

Nonostante da Facebook abbiano sottolineato come le loro procedure siano in linea con gli standard del settore, e che i dati come gli Ip degli internauti vengano cancellati dopo 90 giorni, Weichert porta avanti la sua battaglia contro il popolarissimo pulsante "like", messo sotto accusa; quelle istituzioni ed imprese che non lo elimineranno dalle loro pagine Fb potranno incorrere in una multa salata, con una sanzione che potrebbe arrivare fino a 50mila euro.

Non è certo la prima volta che il gigante informatico californiano viene messo sotto accusa per la gestione dei dati di chi usufruisce dei suoi servizi, ma questa pioggia di critiche non va mai oltre l'intensità di un breve temporale estivo. Facebook, come i social network in generale, fanno ormai parte del nostro modo di vivere il web e, almeno per ora, il grande pubblico sembra volentieri essere disposto a pagarne lo scotto.

Di più, la rete è ormai invasa dal "mi piace", divenuto slogan minimale e un metro per giudicare il successo (o meno) di una pagina, di un articolo, un accessorio, un pensiero in rete. Dalle pagine di Repubblica di sabato si parla di un"estetica del mi piace", indice di un'estremizzazione della personalizzazione negli oggetti di consumo acquistati, che passa dritta attraverso la richiesta onnipresente in rete: "dì che ti piace/consiglia questo elemento prima di tutti i tuoi amici".

Poco importa se, oltre che discutibile, questo modus operandi si svela anche una truffa a cielo aperto. Sempre dalle pagine di Repubblica, ma della domenica, si può infatti leggere un'analisi di un fenomeno simile a quello del "like": buona parte delle recensioni e le stellette da cui il successo di siti come TripAdvisor o Amazon sarebbero in realtà una truffa. Un fenomeno ripreso qualche tempo fa anche da Legambiente Turismo, quello della costruzione delle opinioni false messe in rete da tendenziosi (e per questo pagati) internauti. La denuncia viene portata avanti anche da soggetti come SosAlbergatori, che esplicita quanto sia dannoso e distorcente questo commercio sottobanco di "consigli disinteressati".

Siamo consumatori solitari, ed individui atomizzati. Come rimedio per la nostra solitudine, ci rifugiamo nelle cattedrali del commercio compulsivo e fine a se stesso. Soffriamo questo paradosso in cui rischiamo di immergerci da testa a piedi, e dai messaggi pubblicitari da cui siamo bombardati di continuo emerge placidamente e chiaramente la soluzione: valiamo come individui solo in base agli oggetti che possediamo, e da questi verremo giudicati dagli altri elementi della società. L'uomo, che per definizione rimane l'animale più sociale della Terra, non può evidentemente resistere ad un avvertimento di tale portata. E la stragrande maggioranza dei sapiens si è adeguata di conseguenza.

La società del consumo, la nostra società, tende a renderci  tutti, e prima di tutto - ovviamente - consumatori. Dunque, quale migliore rimedio per un individuo massificato dagli acquisti in serie al supermercato per sentirsi di nuovo vivo ed unico? La strada dell'acquisto personalizzato non sembra un'idea particolarmente brillante, ma tant'è, viene percorsa a piè sospinto. Sarebbe bello riscoprire il vecchio quanto caro concetto di libero pensiero, decidendo finalmente di valere per i meriti delle proprie idee e le proprie azioni, e non per la cilindrata del proprio Suv.

Si ripropone dunque lo shakespeariano dilemma dell'essere o non essere (o meglio, avere) e, in questa crisi che ci sta sempre più sommergendo e che porta il marchio della fine di un intero modello di consumo e di vita, quello capitalista ed ultra-liberista occidentale - preghiamo che la presa di coscienza definitiva possa avvenire in tempo - speriamo che Amleto sciolga finalmente il suo dubbio, e scelga di Essere.

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