[17/08/2011] News toscana

All'Elba manca l’acqua e l'Idv se la prende col parco nazionale

E' destinato a far discutere l'intervento del responsabile elbano dell'Italia dei Valori, Florio Pacini, che per denunciare la (solita) carenza idrica estiva all'Elba non trova nient'altro di meglio che prendersela soprattutto con il Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano. «Quando manca l'acqua, ci manca il respiro, ci manca la sicurezza - scrive Pacini - È vero che c'è chi sta peggio di noi, ma è anche vero che, se il problema è provocato da negligenza, insensibilità, regolamenti senza una logica, ci sentiamo defraudati di un diritto: avere l'acqua».

E' qui che il rappresentante dell'Idv sferra l'attacco a freddo (ma forse sarebbe meglio dire a caldo) al Parco: «Ci viene segnalato che un regolamento assurdo ed incredibile costringe dei cittadini a rimanere senza l'acqua per una scelta politica poco chiara. In questi giorni di tubi asciutti e di cisterne vuote, ci sono centinaia di migliaia di metri cubi di acqua inutilizzata sotto i nostri piedi. Centinaia di cittadini si sono visti negare il diritto di raggiungere a spese proprie quest'acqua. Incredibile ma vero! Sono centinaia le domande respinte dal Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano a cittadini che chiedevano di fare un pozzo per dissetare la propria casa ed i propri orti o giardini. Centinaia di famiglie senza l'acqua perché sono in zona parco ed il parco nega i permessi (ovviamente non a tutti) di fare dei pozzi. Quelle famiglie con il proprio pozzo, non solo non avrebbero problemi per le loro necessità, ma non graverebbero sul circuito Asa e quindi altre famiglie si gioverebbero della maggiore disponibilità d'acqua rimasta nella rete idrica Asa».

I conti di Pacini sembrano abbastanza esagerati, visto che nel Parco ci sono due centri abitati (Marciana e Poggio) ed altre piccole frazioni serviti dall'acquedotto e che le abitazioni isolate nell'area protetta non sono "centinaia". Sembra addirittura che le richieste respinte dal parco siano forse una ventina.

Ma l'esponente Idv non molla: «Chiediamo ai nostri amministratori e all'Ente Parco Arcipelago Toscano di rivedere questa loro posizione e concedere, come è stato fatto fino a qualche anno fa (nonostante il regolamento), di permettere la realizzazione di pozzi a tutti quei cittadini che hanno presentato domanda regolare, completa di relazione geologica che testa la fattibilità idrogeologica del pozzo. Questo porterà ad una maggior autosufficienza idrica dell'isola d'Elba. Diversamente saremo sempre più dipendenti dalla Val di Cornia e con i rubinetti di flusso dell'acqua in mani non elbane che possono assetarci proprio nel momento di maggior afflusso di turisti».

Pacini conclude con alcune domande: «1. Perché solo il Pnat ha un proprio regolamento al di là delle leggi nazionali? 2. Perché la carenza di acqua colpisce solo l'Isola d'Elba e non i paesi turistici della costa? 3. Perché si lascia che i tubi versino acqua a cielo aperto per diverso tempo? 4. Perché ci sono depositi pubblici che disperdono l'acqua dal "troppo pieno"? 5. Quando si deciderà di fare un censimento realistico delle sorgenti e delle falde elbane? Tutte queste domande aspettano risposte da tempo come quelle persone che si sono viste negare il permesso di fare un pozzo a casa propria e con il proprio denaro».

Qualcuno ha subito fatto notare le molte contraddizioni (e disinformazioni) nella nota dell'Idv elbana, a cominciare dal fatto che un partito che ha promosso e sostenuto il referendum contro la privatizzazione dell'acqua ora ne chieda di fatto l'iper-privatizzazione all'interno del Parco e all'Elba. Come scrive Sergio Rossi su ElbaReport rispondendo a Pacini «l'acqua è un bene comune, non è proprietà di qualche signore che abita, o ha casa vacanze, o ancora villa con parco da innaffiare e piscina da riempire, sopra il suo percorso sotterraneo. Tu dici che costoro i pozzi se li farebbero a spese loro (e ci mancherebbe altro!) ma l'acqua emunta sarebbe la loro, per loro espressamente creata e resa potabile da madre natura?».

Inoltre l'esponente dell'Idv dimostra di conoscere ben poco le norme che regolano l'attività di un Parco nazionale  e di non sapere che le decisioni dell'Area protetta derivano dalla legge nazionale 394/91, dal Dpr istitutivo e dal Piano del Parco approvato da Regione, province di Livorno e Grosseto (dove l'Idv è in maggioranza) e dai Comuni.

Quello del tiro al bersaglio sul parco è da una quindicina d'anni lo sport preferito della politica elbana, ma a volte sarebbe bene vedere se il bersaglio è quello giusto, prima di spararci sopra e rischiare di essere colpiti dai proiettili di rimbalzo.  

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