[16/08/2011] News

Accordo per proteggere il Mar Caspio dagli sversamenti di petrolio

I cinque Paesi che si affacciano sul Mar Caspio si sono accordati  per nuovi impegni per rafforzare le risposte regionali agli sversamenti di petrolio e per migliorare il monitoraggio delle potenziali fonti di inquinamento e gestirlo lungo i confini nazionali. Gli accordi sono stati sottoscritti alla terza Conferenza delle parti (Cop3) della Teheran Convention che si è conclusa la settimana scorsa ad Aktau, in Kazakhstan, ed al quale hanno partecipato rappresentanti di alto livello dei governi di Azerbaigian, Iran, Kazakistan, Russia e Turkmenistan.

Il Mar Caspio è il più grande bacino di acqua chiuso del mondo e fornisce le risorse naturali necessarie alla sopravvivenza di 15 milioni di persone che vivono sulle sue coste. Grazie al suo isolamento dagli  oceani del pianeta per migliaia di anni, il Mar Caspio è diventato un ecosistema di grande valore con una biodiversità unica ed un'area marina ricca di risorse naturali. Dato che è uno dei maggiori centri mondiali di fornitura di petrolio e gas, la regione del Caspio è diventato, dopo la caduta dell'Unione Sovietica, un centro di interesse economico e di grande attenzione geopolitica, ma nonostante il boom petrolifero-gasiero, la distribuzione della ricchezza resta fortemente squilibrata e le minacce ambientali sul Mar Caspio sono in aumento.

L'Unep sottolinea che «Negli ultimi due decenni, il mare è diventato sempre più esposto al rischio di inquinamento, sfruttamento e trasporto di petrolio e gas. Ogni anno, nella regione il trasporto di petrolio e prodotti petroliferi rappresenta circa 10.000 movimenti di spedizione navali».

Nel 2006, «Riconoscendo l'urgente necessità di condividere le responsabilità di preservare e proteggere l'ambiente e le risorse naturali della regione», gli stati del Caspio hanno ratificato la Convenzione di Teheran,  come il primo accordo giuridicamente vincolante tra i cinque Paesi che si affacciano sul mare interno.

Il Regional office for Europe dell'Unep fornisce il servizio di segretariato della Convenzione in stretta collaborazione con il progetto "The Caspian Sea: restoring depleted fisheries and consolidation of a permanent regional environmental governance framework", conosciuto come  CaspEco, dell'UN Development Programme/Global Environment Facility (Undp/gef).

La Convenzione di Teheran è un accordo giuridicamente vincolante firmato da tutti e 5 gli Stati del Caspio per la tutela ambientale della regione del Caspio, al quale l'United Nations environment programme (Unep) fornisce il Segretariato.

Ad Ataku sono stati approvati due nuovi protocolli, sviluppati in stretta collaborazione con l'International maritime organization (Imo) e il Segretariato dell'Espoo Convention, che si aggiungono alla Convenzione di Teheran. Secondo l'Unep «L'adozione del "Protocol Concerning Regional Preparedness, Response and Cooperation in Combating Oil Pollution Incidents" dei 5 Stai del Caspio segna una storica pietra miliare nella loro determinazione a proteggere e preservare l'ambiente del Mar Caspio dalle minacce poste dall'inquinamento da idrocarburi. Una volta ratificato dalle parti della Convenzione di Teheran, il protocollo vedrà l'introduzione di un sistema di risposta d'emergenza per affrontare gli incidenti da inquinamento da idrocarburi».

I cinque Paesi riconoscono che  «La gestione efficace e la protezione delle risorse naturali del Mar Caspio possono essere raggiunte solo attraverso la cooperazione comune tra tutti gli Stati e con l'impegno del settore privato, in particolare l'industria petrolifera e del gas».

Azerbaigian, Iran, Kazakistan, Russia e Turkmenistan anche raggiunto un accordo di massima sul testo di un protocollo sulla valutazione dell'impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, nel quadro della Convenzione di Teheran. Il protocollo introduce norme comuni a tutti i Paesi per valutare eventuali attività programmate che siano suscettibili di provocare notevoli ripercussioni negative sull'ambiente del Mar Caspio che richiederà anche ai 5 Paesi di comunicare tali attività l'un l'altro.

Intervenendo alla Cop3 di Aktau, il direttore esecutivo dell'Unep, Achim Steiner, ha detto che «Migliorare le conoscenze sul potenziale impatto ambientale è la spina dorsale stessa della cooperazione ambientale internazionale e delle buone relazioni tra Stati. Affrontare le preoccupazioni relative alla potenziali ripercussioni transfrontaliere negative sull'ambiente è la ricetta migliore per prevenire tali impatti e salvaguardare la pace e la stabilità».

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