[16/08/2011] News toscana

Paesaggio, governo del territorio e riordino istituzionale

Mentre infuriano le polemiche su come uscire dalla crisi tornano in primo piano con crescente acutezza e allarme anche le questioni del paesaggio e dell'ambiente. In particolare Salvatore Settis - ma non è il solo- continua con determinazione e lucidità a denunciare il dissennato consumo di territorio che non risparmia nessuna regione. Il tutto mentre anche le politiche di tutela ambientale a partire dai parchi stanno andando a rotoli tra troppa indifferenza culturale, politica e istituzionale.

Ciò che colpisce - e su cui vorrei soffermarmi- è che vicende così gravi non sembra riescano a intrecciarsi con la confusa discussione sul riordino istituzionale che quasi ogni giorno presenta novità destinate peraltro a non  fare certo chiarezza sui possibili sbocchi. Mi riferisco  al fatto che quel riordino che appare quanto mai improvvisato  pare ignorare o quasi il tema della ripartizione delle competenze in materia di governo del territorio, bloccato da un decennio.

Prendiamo il paesaggio che giustamente allarma, e che stando anche alla Convenzione europea dovrebbe raccordarsi sempre più al complesso delle politiche ambientali come per legge avveniva nel caso noto dei piani dei parchi. Ora questa connessione non c'è più e il paesaggio ha ripreso a viaggiare su un binario separato. Con ciò non intendo dire che deve essere rivista la competenza dello stato e quella concorrente delle regioni, ma che non giova al paesaggio essere stato sfilato dai piani dei parchi e in qualche modo anche da quelli di bacino. E non ha giovato né al paesaggio né alla pianificazione ambientale avere sostenuto - anche in Toscana - che queste politiche dovevano essere affidate unicamente a soggetti elettivi.

Tanto è vero che proprio  in questi giorni si è tornati a ipotizzare livelli intermedi non elettivi per ridurre le spese. Così si è negato di fatto - e se ne vedono chiaramente anche gli effetti negativi - che oggi taluni livelli di ‘adeguatezza e giustezza' della pianificazione non possono essere ricondotti unicamente a quelli comunali o provinciali, il che ha favorito soltanto una sfacciato recupero centralistico, mentre si chiacchiera tanto di federalismo.

Ciò è dovuto anche all'abbaglio - che per molti versi continua - in base al quale il riordino istituzionale deve servire soprattutto a ridurre i costi della politica - e non - come invece deve - assicurare un più efficace funzionamento del governo del territorio nel suo complesso.

Ecco perché anche in Toscana il dibattito avviato che sembra però essersi un po' perso nel bailamme generale dovrebbe rimettere meglio  a fuoco il Pit come la legge del 2005 che vanno rivisti perché tutti i soggetti preposti specialmente alla gestione ambientale possano operare su un piano di pari dignità.

 

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