[09/08/2011] News

Amianto: fatto ancora troppo poco

Dal 2005 le vittime dell'amianto hanno una giornata mondiale a loro dedicata che si celebra il 28 aprile. La patologia è quindi riconosciuta da tutti i punti di vista ma in Italia a quasi 20 anni dall'emanazione della legge (L. 257 del 1992) che lo metteva al bando, sull'amianto rimangono ancora aperti molti problemi. Intanto è ancora diffuso in ambito civile ed industriale (in tetti, condutture, cassoni per la raccolta di acqua potabile, canne fumarie), i costi di prelievo e smaltimento sono elevati, le bonifiche anche dei grandi siti sono in ritardo, sono scarsi i luoghi (discariche) destinati ad accoglierlo. Un interessante riflessione sul problema amianto è proposta da Stefano Silvestri dell'Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica toscano, riportata su "Epidemiologia & Prevenzione" e segnalata da Arpat.

In sintesi Silvestri rileva che a 18 anni dalla messa al bando dell'introduzione di nuovo amianto sul mercato, è necessario ripensare al processo di fuoriuscita per "morte naturale" e prendere in seria considerazione la possibilità di imprimere un'accelerazione al processo di dismissione dell'uso, anche mediante un provvedimento normativo nazionale. Inoltre «la legge di messa al bando, anche se si è dimostrata efficace nel divieto di nuove utilizzazioni, non ha completamente interrotto il rischio derivante dalle esposizioni residue e incontrollate che sono emerse con chiarezza dal 1992 a oggi, dimostrando che l'efficace prevenzione primaria possa raggiungersi soltanto con l'eliminazione totale di tutto l'amianto ancora in opera».

Per l'autore è necessario uno stretto dialogo e una forte collaborazione tra sanità e ambiente, in particolare tra i ministeri e i rispettivi Assessorati regionali per studiare le forme più efficaci di raggiungimento di obiettivi intermedi e strategici di lungo termine. Infine per Silvestri la svolta per l'accelerazione del processo di fuoriuscita è «rappresentata dalla disponibilità di siti in cui mettere a dimora queste ingenti quantità di materiali, che si è dimostrata in questi anni l'anello più debole dell'intera catena». Secondo l'Ispesl, l'amianto provoca circa 4000 decessi all'anno e considerato che la malattia può manifestarsi anche quarant'anni dopo l'esposizione, gli epidemiologi prevedono che la mortalità per mesotelioma da amianto aumenterà ancora, per raggiungere il picco all'incirca nel 2020. Rispetto alla gravità il problema non pare all'ordine del giorno.

Torna all'archivio