[05/08/2011] News toscana

La Compagnia Portuale di Livorno inaugura l'impianto fotovoltaico pił grande del porto

Intanto prosegue il percorso che porterą alla realizzazione della centrale a biomasse

Il "green port" di Livorno cerca di prendere forma. La Compagnia Portuale riassume in sé tradizione e progresso e inaugura il più grande impianto fotovoltaico dello scalo labronico: 3360 pannelli fotovoltaici installati sugli 11mila metri quadri del tetto del magazzino ‘M/K' per la cellulosa, al terminal Porto Commerciale di Livorno. La potenza dell'impianto sarà di 806,4 kwP e sarà capace di una produzione di energia annua indicativa di un milione di kilowatt ora, cioè quanto il fabbisogno di 250 famiglie. Secondo le previsioni ogni anno saranno risparmiate 776 tonnellate di emissioni di anidride carbonica. La Compagnia venderà anche parte dell'energia elettrica alla rete per un ricavo di circa 60 mila euro all'anno. In totale l'investimento è di circa 7 milioni di euro.

«Con questa operazione - ha dichiarato il presidente della Compagnia Portuale Enzo Raugei - diventiamo il primo operatore in porto con l'impianto di così grosse dimensioni per andare incontro a esigenze operative con uno sguardo allo sviluppo il più possibile sostenibile». Oltre a numerosi macchinari (veicoli e gru) alimentati ad energia elettrica, di recente la Compagnia ha dato il via al funzionamento di un piccolo impianto fotovoltaico anche sul tetto dell'antico Palazzo del Portuale.

   Nel frattempo la Compagnia portuale livornese prosegue il percorso verso la realizzazione di una centrale a biomasse in porto. Il progetto esecutivo (presentato da Porto Energia, proprietà della Compagnia Portuale all'85 per cento) è in via di definizione, l'area cantiere è stata individuata e delimitata e sono state eseguite le analisi diagnostiche del terreno. «Siamo in contatto con due gruppi industriali e contiamo per settembre di chiudere la trattativa con uno dei due - spiega Raugei - Poi la realizzazione della centrale dovrebbe essere conclusa entro due anni».

Come greenreport.it ha sempre segnalato la centrale a biomasse non è, tuttavia, il massimo della sostenibilità. La centrale, infatti, se in un primo momento si era deciso di alimentarla con olio di palma proveniente dal Sud America, recentemente è stato deciso che il materiale da utilizzare sarà olio di colza di origine comunitaria (Bulgaria e Romania) e a cascata, se questo vegetale per qualche ragione venisse a mancare, con la jatropha e in ultima analisi con l'olio di palma. Niente filiera corta per un impianto da 52 megawatt elettrici e 16 termici di via Da Vinci che non rispetta le indicazioni del Pier. Nello strumento di indirizzo, infatti, la Regione sostiene che «sono opportune a fini energetici, solo l'utilizzo di risorse provenienti da un bacino di approvvigionamento strettamente connesso al luogo di utilizzo della biomassa». E così per rispettare tale indicazione, il curatore del progetto Natalrigo Guidi ha garantito che verranno contattate le associazioni di categoria del settore agricolo per capire «le reali possibilità di coltivare le piante nel nostro territorio».

Il costo della centrale sarà di 84 milioni di euro, viene sostenuto per il 20-25% della Porto Energia; la somma restante verrà invece reperita con la formula del "project financing". Sul fronte delle emissioni, i progettisti della Ambiente S.C. hanno garantito a suo tempo che le polveri e valori dei Nox «rimarranno al di sotto dei limiti previsti dalla legge».

Torna all'archivio