[04/08/2011] News

L'Italia leader nel finanziamento di progetti europei di sviluppo delle smart grid

«Le smart grid sono una componente chiave della strategia energetica Ue, ma sono necessari ingenti investimenti perché diventino una concreta realtà». La presentazione dell'ultimo studio sul tema da parte del Centro di ricerca comune europeo (il Jrc - Joint research centre) - riportato anche dall'Enea - offre uno spaccato sui progetti europei riguardanti le reti intelligenti: la fotografia che emerge è densa di luci ed ombre, ed incita a migliorare e intensificare l'impegno di un'Europa che deve fare i conti con un sempre più impellente cambio di paradigma energetico.

Lo studio in questione, denominato Smart grid projects in Europe - lessons learned and current development, presenta una rassegna dei 219 progetti presenti a livello europeo che ruotano attorno allo sviluppo e l'implementazione di una rete di distribuzione elettrica che sia "intelligente". La somma complessivamente impiegata in tali progetti ammonta a 5,5 miliardi di euro: una cifra importante in tempo di crisi economica generale, ma giudicata ampiamente insufficiente per il raggiungimento di obiettivi significativi entro il 2020, per i quali si stima che servirebbero risorse (56 miliardi di euro) decuplicate rispetto a quelle finora impiegate. Che comunque non sarebbero affatto un'enormità, almeno a fronte dell'impegno economico messo in campo da Cina (71 miliardi di euro) e Usa (dai 238 ai 334 miliardi di euro nei prossimi vent'anni).

Come si legge in un precedente studio, dal quale l'ultimo partorito dal Jrc riprende le fila, «i vantaggi delle smart grid sono ampiamente riconosciuti. Sono reti intelligenti in grado di gestire l'interazione diretta e la comunicazione tra consumatori, famiglie, aziende, utenti della rete e altri fornitori di energia. Si apre così la possibilità senza precedenti per i consumatori di controllare direttamente e gestire i propri modelli di consumo individuali, fornendo a loro volta forti incentivi per un uso efficiente dell'energia».

«Una gestione migliore e più mirata della rete della distribuzione elettrica si traduce in una griglia che è più sicura e meno costosa da far funzionare. Le smart grid saranno la spina dorsale del futuro sistema di alimentazione energetica decarbonizzato. Consentiranno l'integrazione di grandi quantità di energie rinnovabili sia on-shore che off-shore, pur mantenendosi adatte per la generazione e distribuzione di energia convenzionale. Inoltre, la distribuzione di smart grid offre l'opportunità di aumentare la competitività futura e la leadership tecnologica a livello mondiale dei fornitori di tecnologia dell'Ue - quali l'industria elettrotecnica ed elettronica - composta prevalentemente da piccole e medie imprese».

Insospettabilmente, l'Italia si trova ai vertici della classifica che ricomprende i paesi europei maggiormente impegnati in questa corsa (che per adesso rimane un passo svelto) verso le smart grid: il 5,5% dei 219 progetti analizzati hanno come guida il Belpaese - che risulta così terzo alle spalle di Danimarca (22%) e Germania (11%) - che riesce a mettere in campo ben il 55% dei 5,5 miliardi di euro impiegati in totale in Europa per lo sviluppo dei progetti.

In questo panorama, la parte del leone spetta alle grandi società che si dividono il mercato europeo della distribuzione elettrica, con il 67% delle risorse impiegate. Mettendo insieme questo dato con quello che vede il 70% del totale degli investimenti dedicato all'installazione di contatori energetici intelligenti (il record di quelli installati appartiene all'Italia), si vede come i 219 progetti presentino una forte polarizzazione, essendo concentrati in larga maggioranza al pur lodevole contenimento dei costi per la distribuzione elettrica sulle reti già esistenti (gestite dai finanziatori), relegando solo le briciole alla ricerca per lo sviluppo di una generazione elettrica distribuita affiancata alle necessarie reti intelligenti per la sua distribuzione.

 

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