[02/08/2011] News

Il quadro Ue per gestione responsabile e sicura di combustibile esaurito e rifiuti radioattivi

Dopo l'incidente della centrale nucleare di Fukushima, il nuovo terremoto e il rilievo dei livelli record di radiazioni, l'Europa cerca di garantire una gestione responsabile e sicura del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi nel territorio comunitario.

Con direttiva pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea di oggi l'Ue istituisce un quadro comunitario in materia "onde evitare di imporre oneri indebiti alle future generazioni". Un quadro che si applica alla gestione del combustibile esaurito quando questo deriva da attività civili; alla gestione dei rifiuti radioattivi, alla generazione fino allo smaltimento, quando questi derivano da attività civili. Ma non si applica ai rifiuti provenienti dalle industrie estrattive che possono essere radioattivi.

Un quadro da recepire interamente da parte di tutti gli stati ma non da quelli che non dispongono di combustibile esaurito, né abbiano alcuna prospettiva immediata di averne, né abbiano attività in corso o pianificate relative a combustibile esaurito. Questi sono esentati dal recepimento delle disposizioni in relazione al combustibile esaurito proprio per evitare un obbligo sproporzionato e inutile se dovesse recepire e attuare le disposizioni della presente direttiva.

L'Ue dunque, cerca di garantire che gli Stati membri adottino adeguati provvedimenti in ambito nazionale per un elevato livello di sicurezza nella gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi generati nel proprio territorio, al fine di proteggere i lavoratori e la popolazione dai pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti. E cerca di garantire la trasmissione delle informazioni necessarie e la partecipazione della popolazione in relazione alla gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi prestando un'attenzione particolare alle questioni concernenti le informazioni proprietarie e di sicurezza.

Sebbene ciascuno Stato membro rimanga libero di decidere del proprio mix energetico e di definire la propria politica del ciclo del combustibile, gli Stati membri generano rifiuti radioattivi dalla produzione di energia o nel corso di attività industriali, agricole, sanitarie e di ricerca, oppure attraverso la dismissione degli impianti nucleari o in situazioni di riparazione e interventi. In particolare il funzionamento dei reattori nucleari genera combustibile esaurito. Il combustibile esaurito può essere anche considerato una risorsa preziosa da ritrattare oppure un rifiuto radioattivo destinato allo smaltimento diretto. Ma indipendentemente dall'opzione scelta, occorre tenere separate le due funzioni e i due materiali destinati alle diverse operazioni. Così come è necessario tener di conto che lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi, compreso lo stoccaggio a lungo termine, è una soluzione provvisoria ma non un'alternativa allo smaltimento.

La particolare natura dei rifiuti radioattivi - vale a dire il fatto che contengono radionuclidi - necessita di provvedimenti tesi a proteggere la salute umana e l'ambiente dai pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti, ivi compreso lo smaltimento in adeguati impianti che costituiscono il punto di arrivo finale. Ecco dunque perché i provvedimenti adottati dagli Stati dovrebbero basarsi su un sistema nazionale di classificazione dei rifiuti radioattivi che tenga pienamente conto delle loro proprietà e tipologie specifiche.

La tipica modalità di smaltimento per i rifiuti ad attività bassa e intermedia è lo smaltimento in prossimità della superficie. È ampiamente accettato a livello tecnico che, attualmente, lo smaltimento geologico in profondità rappresenti l'opzione più sicura e sostenibile come punto di arrivo della gestione di rifiuti ad alta attività e del combustibile esaurito considerato rifiuto. Gli Stati membri, mantenendo la responsabilità delle rispettive politiche in relazione alla gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi ad attività bassa, intermedia o alta, dovrebbero includere la pianificazione e l'attuazione delle opzioni di smaltimento nelle rispettive politiche nazionali. Poiché la realizzazione e lo sviluppo di un impianto di smaltimento avverrà nel corso di svariati decenni, molti programmi riconoscono la necessità di restare flessibili e adattabili, per esempio al fine di incorporare le nuove conoscenze sulle condizioni del sito o sulla possibile evoluzione del sistema di smaltimento.

Da considerare poi il fatto che le varie fasi della gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi sono strettamente interconnesse. Tanto che le decisioni prese per una singola fase possono avere conseguenze sulla fase successiva. Occorre dunque che gli Sati tengano di conto di tali interconnessioni nella messa a punto dei programmi nazionali.

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