[28/07/2011] News toscana

Riciclo, Corepla: ĞRicerca fondamentale. La Toscana resta un modelloğ

Il 20 luglio sono stati pubblicati sul bollettino ufficiale Burt i due bandi con i quali la Regione Toscana, prima in Italia, intende incentivare il riciclaggio, erogando finanziamenti agli enti locali (Province e Comuni) e ai soggetti gestori per effettuare gli acquisti verdi di manufatti in plastica riciclata. Un'iniziativa che sta attirando l'interesse di molti operatori anche nel resto d'Italia, come ci conferma Gianluca Bertazzoli, responsabile comunicazione di Corepla, il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio ed il recupero dei rifiuti di imballaggi in plastica.

«Sicuramente è un'iniziativa validissima che sta suscitando grande interesse anche altrove. Che poi altre regioni riescano a fare altrettanto mi pare difficile, perché in Toscana c'è un elemento che facilita ed ha facilitato la nascita di questa iniziativa, ovvero il ruolo centrale nel sistema della raccolta differenziata regionale di un'azienda mista pubblico privata, la Revet, che è anche partecipata dalle aziende che raccolgono e che dunque ritira già la maggior parte delle raccolte... Insomma si tratta di una situazione particolarmente favorevole che non è detto sia sempre replicabile».

In questo progetto c'è qualcosa che meriterebbe fosse replicato in altre realtà italiane?

«Le attività di ricerca. L'altro punto forte della Toscana è proprio l'abbinamento con interessanti attività di ricerca. Si è lavorato e si lavora sulle frazioni più complesse, ovvero sulle plastiche miste, sulle quali ci sono parecchi margini di miglioramento delle performance in modo da garantirsi uno sbocco sul mercato. La valorizzazione del plasmix a cui stanno lavorando l'università, la Regione, il Corepla stessa non è affatto una banalità. Si tratta di affinare le tecniche, le miscele, le conoscenze, al fine di arrivare a materie prime seconde riallocabili in manufatti di interesse per il mercato. Questo della ricerca è un elemento fondamentale per un modello come quello toscano che ha deciso di scommettere sul riciclo effettivo».

Tornando a guardare all'Italia, come sta andando oggi il mercato della plastica riciclata?

«Il mercato ha le sue ciclicità. Mesi fa per esempio abbiamo avuto picchi assoluti di quotazioni. Può forse voler dire che la fase economica è ancora molto difficile, ma il nostro obiettivo è quello di arrivare a una situazione in cui i materiali abbiano una loro autonomia sul mercato, senza bisogno che qualcuno faccia da incubatori. Per spiegarmi meglio: ormai ci sono materie come quelle derivate dalle plastiche nobili come il pet che anche nei momenti di bassa, hanno un loro mercato, sono solidi. Altri materiali invece, come appunto le plastiche miste, sono più "gracili". L'obiettivo del Corepla è quello di lavorare perché tutte le plastiche arrivino a resistere alle fluttuazioni del mercato».

Qual è la quantità e la qualità di quello che viene raccolto oggi in Italia?

«I numeri sono quelli del 2010: 615mila tonnellate di raccolta di plastica, che si traducono in 350mila tonnellate di riciclo effettivo e in altre 250mila tonnellate di imballaggi in plastica non riciclabili trasformati in combustibili. Il risultato quantitativo è eccellente e da questo punto di vista il grande sforzo è aumentare la raccolta soprattutto nelle regioni che sono più indietro. Dal punto di vista della qualità invece dobbiamo cercare di massimizzare quanto è previsto dalla gerarchia europea che giustamente impone di privilegiare il recupero meccanico rispetto a quello energetico: quindi quelle 250mila tonnellate dobbiamo cercare di spostarle verso il recupero meccanico, ben sapendo che non ci sarà mai un allineamento perfetto tra raccolta e riciclo, perché esiste una quota fisiologica di imballaggi non recuperabili (perché troppo piccoli, o troppo grandi, o troppo accoppiati...) che non si riciclano e una quota di frazione estranea, che attualmente si attesta al 13%, derivata da conferimenti sbagliati e destinata alle discariche».

Quanto è possibile distogliere ancora da quel 30% circa che viene termovalorizzato e quali sono le strade per farlo?

«In realtà non è corretto dire che il 30% della raccolta della plastica oggi viene termovalorizzato, perché quelle 250mila tonnellate  solo in parte finiscono negli inceneritori, un'altra parte è destinata alla sostituzione secca di combustibili fossili, ovvero va a sostituire il carbone bruciato nei cementifici. Non è una distinzione banale perché in un camino che esiste già e che deve rispettare standard elevatissimi, io vado a bruciare una cosa, la plastica, che produce meno CO2 di quanta ne avrebbe prodotta il carbone. Premesso questo, rispondo alla sua domanda: non so esattamente quanto sarà possibile limare questa percentuale, ma so per certo che una delle strade per arrivarci è proprio la ricerca e l'innovazione di processi e prodotti».

Il 14 luglio Consiglio di Amministrazione Conai, su vostra proposta, ha deliberato la diminuzione del Contributo ambientale sugli imballaggi in alluminio, carta e plastica La riduzione sarà operativa a partire dal 1° gennaio 2012. Il Contributo per l'alluminio passerà dagli attuali 52,00 Euro/ton a 45,00 Euro/ton, il contributo per la carta da 22,00 Euro/ton a 14,00 Euro/ton e quello per la plastica da 140,00 Euro/ton a 120,00 Euro/tonSi tratta di una importante riduzione dei costi per le imprese produttrici e utilizzatrici di imballaggi, ma a pagarne le conseguenze saranno i comuni e dunque i cittadini?

 «No, la diminuzione dei contributi è stata deliberata per evitare di accumulare denaro. Tolti tutti i costi avanzava troppo denaro, per cui a parità di servizi offerti e mantenendo comunque anche un certo margine di riserva perché le entrate che derivano dalla vendita degli imballaggi selezionati sono molto fluttuanti, abbiamo deciso di ridurre i contributi».

L'altra proposta che avevate fatto riguardava l'applicazione del contributo e della raccolta differenziata a piatti e bicchieri dismessi dal circuito domestico e dalla ristorazione collettiva. Che esito ha avuto?

«L'esito è stato positivo, ovvero c'è la volontà da parte nostra e da parte del Conai di trovare il modo di estendere la raccolta differenziata. Bisogna però trovare le forme per poterlo fare. Si sta cominciando a lavorare adesso per trovare soluzioni sia tecniche, sia normative. Il nostro auspicio è quello di arrivare a una soluzione positiva entro fine anno e quindi di far partire la nuova raccolta  già nel 2012».

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