[27/07/2011] News

Moto d'acqua e barche da diporto pił sicure e meno inquinanti nelle acque dell'Ue

La Commissione europea ha proposto una nuova regolamentazione «che renderà l'utilizzo delle moto d'acqua e delle barche a vela meno nocive per le acque europee».

Le nuove regole prendono atto che gli studi scientifici dimostrano che laghi e litorali possono essere seriamente inquinati dalla concentrazione di emissioni di ossidi di azoto (NOx) prodotti nell'Ue da 6 milioni di  moto d'acqua e di imbarcazioni a motore ed a vela.

La Commissione spiega che «la proposta di revisione della direttiva sulle imbarcazioni da diporto stabilisce dei limiti più stretti riguardanti il NOx, gli idrocarburi (HC) e le polveri sottili per le nuove imbarcazioni da diporto. La proposta di oggi migliora anche la vigilanza sul mercato, per esempio aggiornando le regole riguardanti il marchio CE. Gli Stati membri dovranno garantire che controlli adeguati vengano praticati alle frontiere esterne dell'Ue ed all'interno stesso dell'Ue, anche sulla base di visite nei locali degli operatori economici che garantiranno il divieto immediato e la confisca delle imbarcazioni da diporto non conformi».

La direttiva sulle imbarcazioni da diporto (94/25/CE) riguarda imbarcazioni a motore e a vela, le moto d'acqua, i loro motori e i componenti non utilizzatio a fini commerciali. Fissa le norme di sicurezza che i produttori devono rispettare per la progettazione e la fabbricazione delle imbarcazioni ed anche i limiti in materia di emissioni acustiche e gassose prodotte dai motori.

In virtù del testo rivisto «i motori di propulsione dovranno essere progettati e costruiti per emettere il 20% in meno di emissioni di HC + NOx e il 34 per cento in meno polveri sottili».

Nell'Ue le attività ricreative marine coinvolgono circa 37mila imprese che rappresentano un vasto ventaglio di attività: come porti turistici, costruzione di barche e di motori o di equipaggiamenti marini, l'affitto di imbarcazioni,i charter e  le scuole di vela, i marine solicitors, i brokers assicurativi, ecc. Questo settore sembra rimettersi progressivamente dalla crisi economica che ha colpito soprattutto la fascia medio-bassa ed attualmente nell'Ue impiega 272mila lavoratori.

La proposta di modifica tiene conto della posizione vulnerabile delle piccole e medie imprese che rappresentano il 97 per cento di quelle che operano nel settore delle barche da diporto: «I produttori di piccole quantità - si legge in un comunicato Ue - avranno quindi più tempo per rispettare i nuovi limiti in materia di emissioni».

Si tratta di un'industria forte sia nell'Ue che negli Usa e una gran parte dei produttori europei è attivo anche sul mercato statunitense che, con quello Ue, rappresenta i due terzi della produzione e dei motori marini da diporto. L'attuale legislazione Usa sulle emissioni delle barche da diporto è più stringente di quella Ue ed anche singoli Stati europei hanno avviato degli sforzi per ridurre le emissioni delle barche da diporto con misure nazionali di limitazione della velocità o divieto dell'ingresso di alcuni tipi di imbarcazioni in aree specifiche, come quelle marine protette.

Con la nuova regolamentazione l'Ue vuole impedire la frammentazione delle misure nazionali e difendere così meglio l'ambiente attraverso il taglio dei gas di scarico a livello europeo.

Il commissario Ue all'impresa e all'industria, l'italiano Antonio Tajani, sottolinea che «Il fatto che le imbarcazioni da diporto diventino più rispettose dell'ambiente non sarà solo benefico per la nostra salute o per la salvaguardia dell'ambiente marittimo, questo migliorerà anche la qualità dei centri di vacanze e stimolerà la creazione di posti di lavoro nell'industria del turismo. In più, le imprese delle imbarcazioni da diporto ridurranno I loro costi e diventeranno più competitive perché potranno fornire al mercato mondiale una linea di produzione unica».

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