[27/07/2011] News

I bracconieri rivendono la carne dei cavalli di Przewalski abbattuti a Chernobyl

Allarme lanciato da Victoria Gill su Bbc Nature: «Una mandria di cavalli selvaggi a rischio critico di estinzione nella zona di esclusione di Chernobyl è minacciata dai bracconieri»

I ricercatori ucraini che stanno studiato la popolazione di cavalli di Przewalski di Chernobyl hanno detto che «la popolazione potrebbe essere in declino, perché i bracconieri stanno prelevando gli animali più velocemente di quanti ne nascono».

I cavalli di Przewalski (Equus ferus przewalskii o E. przewalskii) che vivono nell'area di esclusione di Cernobyl sono il frutto di una reintroduzione realizzata tra il 1998 e il 1999 utilizzando o 31 cavalli prelevati da una riserva e da uno zoo.

Secondo gli scienziati del Sssie EcoCentre, un'istituzione statale,  a Chernobyl i cavalli di Przewalski «sono stati introdotti per arricchire la biodiversità della zona di esclusione che circonda la centrale nucleare di Chernobyl con il suo reattore nucleare danneggiato». Si tratta prioprio dell'area evacuata nel 1986, dopo l'esplosione del reattore 4.

Tim Mousseau, un biologo dell'University of South Carolina, che si reca nell'area di esclusione di Chernobyl almeno due volte l'anno, conferma alla Bbc Nature che il  branco di cavalli di Przewalski non solo si è frammentato, ma negli ultimi anni è anche «sempre più piccolo» e spiega anche perché: «Molte persone in questa parte dell'Ucraina sono molto povere. Così l'accesso ad una fonte facilmente disponibile di carne di cavallo è allettante per le persone».

Mousseau pensa che  liberare questi animali vulnerabili in una zona contaminata sia stata una cosa poco saggia. Ma, come sembra essere accaduto anche per altri grandi mammiferi, inizialmente  i cavalli di Przewalski sembravano trovarsi bene nella zona di esclusione di Chernobyl.

Secondo una relazione pubblicata se sul "Bulletin of Moscow Society of Naturalists",  tra il 1998 e il 2007 nell'area contaminata sarebbero nati 86 cavalli di Przewalski, anche se il picco della popolazione raggiunto nel 2003 è stato di 65 animali, un numero che nei successivi 4 anni si sarebbe quasi dimezzato a causa del bracconaggio». La loro carne è finita probabilmente sulle tavole di chi, nonostante i divieti, continua a vivere nella zona di esclusione e probabilmente anche nei mercati e nelle macellerie dei dintorni.

Il bracconaggio, oltre a rifornire la gente di carne di animali che vivono in una zona radioattiva si cibano di vegetali contaminati, minaccia la stessa sopravvivenza di questi rari  cavalli, come spiega la Gill, «La forte riduzione della loro popolazione potrebbero influenzare la diversità genetica della mandria, portando ad accoppiamenti tra consanguinei».

Igor Chizhvevsky, un biologo di Ecocentre di Chernobyl  che studia la fauna della zona ha detto che potrebbe essere proprio il bracconaggio la maggiore minaccia per i cavalli selvatici ed ha confermato che i ricercatori ucraini hanno trovato parecchi cavalli morti che erano stati uccisi dai bracconieri ed ha sottolineato che «ora è difficile determinare quanti cavalli siano rimasti. Per tre anni, nessuno ha contato la loro  popolazione, così noi non lo sappiamo».

Esiste però una recente testimonianza filmata, grazie al biologo Zbyszek Boratynski, che dimostra la presenza di un piccolo branco selvaggio di cavalli di Przewalski che si aggira all'interno di un recinto di una fattoria abbandonata nell'area di esclusione di Chernobyl.

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