[27/07/2011] News

Porto Tolle: la centrale Enel sarà dunque alimentata a carbone?

Le ragioni del lavoro ancora una volta contrapposte alla salvaguardia dell'ambiente. La vicenda, che si ripete per l'ennesima volta, vede protagonista in questo caso la centrale Enel di Porto Tolle. Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la modifica dell'articolo 30 della legge istitutiva del Parco del Delta del Po, inserendo nel testo la possibilità per la centrale dell'utilizzo del carbone al posto di olio combustibile.

La norma è stata approvata a maggioranza (a favore Lega Nord, Pdl, Udc e Gruppo Misto. Astenuto il gruppo Pd, tranne il consigliere Azzalin che ha votato a favore. Contrari Italia dei Valori, Federazione della Sinistra e Giuseppe Bortolussi).

«Spero ora che questo traguardo atteso - ha dichiarato il presidente del Veneto Luca Zaia - non divenga un'occasione di tensione tra i veneti: comprendo le motivazioni di tutti ma sono soddisfatto che si sia sbloccata la situazione per migliaia di lavoratori. Era una partita che durava ormai da sei anni».

La notizia non è piaciuta agli ambientalisti, secondo i quali il carbone pulito non esiste e con la riconversione si produrranno oltre 10 milioni di tonnellate l'anno di CO2. Ma Enel ribatte che con il carbone e le nuove tecnologie la nuova centrale abbatterebbe dell'88% l'anidride solforosa, del 61% l'ossido di azoto, l'82% delle polveri sottili e il 26% dell'anidride carbonica, traguardo questo che farebbe rientrare l'impianto negli obiettivi comunitari.

Soddisfazione per l'approvazione della norma è stata espressa invece da sindacati e lavoratori che dopo la bocciatura del progetto da parte del Consiglio di Stato nel maggio scorso (era stato accolto un ricorso degli ambientalisti) avevano elevato la protesta (sono state raccolte oltre 11mila firme) per il rischio di perdere il finanziamento di 2,5 milioni di euro (per una durata di cinque anni) e posti di lavoro.

L'attuale centrale ora verrà demolita per sostituire le quattro sezioni a olio combustibile in tre a carbone, con una diminuzione della produzione da 2.640 a 1.980 megawatt.

Per chi come noi resta contrario all'opera, non resta che sperare in un intervento da parte dell'Europa...

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