[22/07/2011] News

Fermo il 70% dei reattori nucleari giapponesi. Il Giappone senza energia nucleare entro la primavera 2012?

Blackout a Fukushima Daiichi. Cresce lo scandalo della carne radioattiva

Trentasette reattori nucleari giapponesi, circa il 70% del parco nucleare del Paese, restano chiusi. Tra questi ci sono anche i due  reattori della Kansai Electric Power nella prefettura di Fukui, fermati di recente per controlli di routine. Secondo le utilities nucleari giapponesi, entro agosto dovrebbero concludersi i controlli su 11 dei 37 reattori  fermati dopo il disastro nucleare di Fukushima Daiichi, ma nessuno sa quanti di questi saranno riavviati a causa dei nuovi stress sul modello europeo annunciati dal governo centrale all'inizio di luglio.

Anche per i 17 reattori nucleari ancora in funzione ci saranno fermi dovuti ai controlli regolari da effettuare ogni 13 mesi e agli stress test. Tra questi c'è anche il reattore 4 della centrale nucleare della Kansai Electric Oh, sempre nella prefettura di Fukui, che verrà fermato già il 23 luglio. Altri 3 reattori saranno fermarsi ad agosto. Degli altri 13 reattori in funzione, cinque saranno fermati entro l'autunno, sei entro l'inverno 2011/2012, e due entro la primavera 2012. Il Giappone potrebbe così restare senza energia nucleare entro la prossima primavera.

Inoltre, la governativa Nuclear safety agency ha chiesto alle compagnie elettriche nucleari di «condurre ulteriori test per garantire la sicurezza delle centrali nucleari». La richiesta fa seguito all'approvazione da parte della stessa commissione, il 21 luglio, della revisione dei "2-stage test plan".

Le utilities nucleari, utilizzando simulazioni al computer, devono valutare la capacità dei reattori di sopportare terremoti, tsunami e perdita dell'alimentazione esterna di energia, così come un terremoto e un tsunami simultanei, come accaduto a Fukushima Daiichi. Ogni utility dovrà anche verificare l'efficacia delle precedenti misure di sicurezza, già vantate come le più sicure del pianeta e che si sono dimostrate una specie di colabrodo, prima che il governo consenta il riavvio dei reattori offline per i controlli periodici. Ma né il governo, né i gestori delle centrali sanno quanto tempo servirà all'agenzia nucleare giapponese, con  questi safety test aggiuntivi, per valutare i risultati.

Nel frattempo, tanto per spargere sale sulle piaghe aperte del nucleare giapponese, da Fukushima Daiichi arriva la notizia che una parte della fornitura esterna di elettricità della centrale nucleare è stata interrotta. Oggi la Tokyo Electric Power Company (Tepco) ha detto che ci sarebbe un problema nelle linee di trasmissione e che «un interruttore di corrente è stato scattato per un improvviso aumento delle linee di alimentazione esterna, interrompendo l'elettricità per i reattori 3 e 4». La Tepco è stata costretta a sospendere nuovamente anche le operazioni di decontaminazione dell'acqua altamente radioattiva.

Inoltre è stato fermato anche un sistema di raffreddamento della piscina del carburante nucleare esaurito del reattore 3, anche se la Tepco assicura che la temperatura della piscina è stabile a 30 gradi centigradi. L'interruzione della corrente ha colpito anche un edificio che funge da quartier generale per i "liquidatori" di Fukushima, che è stato costretto a ricorrere ad un generatore di emergenza. La Tepco ha detto che il blackout non ha interessato i lavori di iniezione di azoto e acqua nei reattori che usufruiscono di altre fonti di energia, e che «i livelli di radioattività intorno all'impianto non mostrano alcun cambiamento di rilievo»; sarebbe anche ridotto il rischio di altre perdite di acqua radioattiva. I lavori per ripristinare l'alimentazione di energia sono in corso ma, soprattutto, si cerca di capire l'origine di questo ennesimo guaio. 

Il rischio che tracimi l'acqua altamente radioattiva contenuta negli edifici e nelle trincee dei reattori viene invece dalla pioggia portata dal tifone Ma-On, fortunatamente trasformatosi in tempesta tropicale prima di arrivare a Fukushima. Il livello dell'acqua radioattiva nei sotterranei è aumentata. Tra martedì e giovedì Mo-on ha scaricato 115 millimetri di pioggia a Namie, una città a nord della centrale, e a Fukushima Daiichi il livello di precipitazioni dovrebbe essere lo stesso. Nonostante le contromisure di emergenza prese dalla Tepco, la pioggia si è riversata negli edifici dei  reattori dai tetti, gravemente danneggiati dalle esplosioni di idrogeno avvenute dopo il terremoto/tsunami dell'11 marzo.

La Tepco ha detto che alle 7,00 ora del Giappone di ieri «il livello dell'acqua contaminata nella piscina del  piano seminterrato dell'edificio del reattore numero 1 era 44 centimetri sopra quello del giorno precedente», ma i tecnici assicurano che «non c'è pericolo immediato di una fuoriuscita di acqua contaminata anche se per il momento è probabile che il livello dell'acqua continuerà ad aumentare. Stiamo monitorando la situazione». Sperando che Ma-on si allontani.

Intanto cresce lo scandalo della carne, proveniente da manzi cibati con paglia di riso al cesio, finita nei mercati giapponesi. Secondo quanto rivela oggi il netword radio-televisivo Nhk, «almeno 1.400 bovini da carne sono stati spediti da 76 allevamenti in 11 prefetture, dopo essere stati nutriti con paglia di riso contaminato da cesio radioattivo a livelli superiori al limite di sicurezza fissato dal governo. La paglia era stata distribuiti da grossisti a Miyagi e agli allevatori di Fukushima e della prefettura di Iwate, vicine alla centrale nucleare paralizzata di Fukushima Daiichi. Indagini sono ora in corso per identificare i canali di distribuzione della paglia e del bestiame. Il numero di aziende scoperte che hanno alimentato con la paglia il loro bestiame potrebbe aumentare ulteriormente».

Il governo giapponese ha detto che prevede di «recuperare i capi bovini contaminati da cesio radioattivo a livelli eccedenti le norme di sicurezza sanitarie». Il vice-ministro dell'agricoltura, Nobutaka Tsutsui, ha spiegato  che «il bestiame contaminato verrà incenerito per preservare la salute dei consumatori» ed ha proposto «la messa in opera di un sistema in grado di prevenire ogni rischio di distribuzione di carne contaminata». Che per far presto ci pare un po' tardi...

Secondo Masanori Nonaka, un esperto di radiazioni nucleari nucleare dell'università di Niigata, «la paglia di riso e i suoli devono essere monitorati, anche se si trovano lontano dalla danneggiata centrale nucleare di Fukushima Daiichi» Secondo Nonaka «molti agricoltori sulla costa del Pacifico, in particolare nella regione delle risaie di Tohoku, lasciano la paglia di riso ad asciugare durante l'inverno. È probabile che la paglia di riso, come una spugna, abbia assorbito il cesio, disciolto in acqua piovana, neve e nel suolo». Nonaka sottolinea che «i livelli di radiazione nell'aria sono stati controllati dopo l'incidente nucleare, ma non quelli sui terreni agricoli, dove si produce la paglia di riso. È così che si è verificata la contaminazione della paglia di riso».

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