[15/07/2011] News

La nuova centrale nucleare lituana? La faranno i giapponesi

Reduce dai successi del nucleare a Fuikushima Daiiichi e dalle rivelazioni quotidiane della magagne che emergono in tutta la sua filiera atomica, il Giappone si è aggiudicato la gara per costruire la nuova centrale nucleare di Visaginas in Lituania. Infatti il colosso giapponese dell'elettronica Hitachi ha annunciato oggi di aver «ottenuto  i preferential negotiating rights per la costruzione di una centrale nucleare in Lituania».

Secondo i progetti lituani l'impianto dovrebbe entrare in funzione entro il 2020 per eliminare la carenza energetica di cui il Paese baltico soffre dal 2009, quando ha dovuto chiudere l'obsoleta centrale nucleare di Ignalina, costruita in epoca sovietica e che utilizzava un reattore del tipo di quello di Chernobyl.  La cosa paradossale è che è stata l'Unione europea ad imporre la dismissione di Ignalina e che la stessa Ue la sta profumatamente pagando, invece sono state invitate a partecipare le multinazionali giapponesi Hitachi e Toshiba, ognuna delle quali collabora con partner statunitensi, e una cordata si è accaparrata l'offerta per il contratto per costruire una nuova centrale nucleare che probabilmente usufruirà anche di altri fondi europei.

Infatti, il governo lituano ieri ha deciso di  dare i preferential negotiating rights all'Hitachi che insieme alla General Electric ha presentato un progetto per fornire la nuova centrale nucleare "chiavi in mano"

Qualche problemino in campo nucleare però i giapponesi ce l'hanno e allora Hitachi ha promesso: «Miglioreremo la sicurezza dell'impianto garantendo una fonte di emergenza alternativa di energia», memiore del disastro in atto a Fukushima Daiichi, innescato anche dal distacco dalla rete elettrica esterna. Hitachi punta a firmare al più presto, entro la fine dell'anno, un contratto formale con la Lituania per un affare che vale 5 miliardi di dollari e che potrebbe far tirare un sospiro di sollievo alla disastrata industria nucleare giapponese.

All'inizio di giugno, quindi ben dopo il disastro di Fukushima, il governo lituano aveva invitato sia Hitachi-Ge che Toshiba-Westinghouse a presentare proposte per Visaginas, una centrale  con Advanced boiling waater eeactor (nell'immagine) da circa 1.300 megawatt elettrico l'uno. Al progetto partecipano anche Estonia, Lettonia e Polonia, che hanno scelto insieme ai lituani la proposta "economicamente più vantaggiosa".

A Visaginas sono addirittura già in corso i lavori preparatori dell'area ed esistono già tutte le necessarie idoneità del sito e la valutazione di impatto ambientale. Si tratta di un'area vicina ad Ignalina, i cui due reattori made in Urss fornvano circa 2.370 MWe, che rappresentavano il 70% dell'energia elettrica lituana.

World Nuclear News, l'agenzia stampa delle multinazionali nucleari, esulta dopo tanti rovesci e spera in un rilancio del nucleare a partire dalla vecchia Europa: «Visaginas è uno dei numerosi progetti attivi nucleare nell'Unione europea - ricorda Wnn - Singoli reattori sono attualmente in costruzione in Finlandia e in Francia, ed altri sono in fase di pianificazione in diversi Paesi. Due unità sono in fase di completamento in Slovacchia, mentre piani per nuove costruzioni stanno maturando in Repubblica Ceca, Romania, Olanda e Gran Bretagna».

Peccato che in quasi tutti questi Paesi il consenso verso il nucleare sia ai minimi storici. Come rivelato da una recente indagine di Le Monde: al massimo il sì a nuove centrali arriva ad un terzo degli elettori. 

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