[15/07/2011] News

L'ambasciata di Belarus a greenreport: «Siete offensivi»

Come Incaricato d'Affari a.i. della Repubblica di Belarus nella Repubblica Italiana non posso esimermi dall'esprimere un mio giudizio riguardo all'articolo di Umberto Mazzantini "La Bielorussia "privatizza" l'energia. Comprano tutto le imprese statali russe e kazake" apparso su "Greenreport.it" il 13 Luglio 2011 (vedi link).

Purtroppo oggi nessuno rimarrebbe scandalizzato dal sentire che alcuni media italiani facessero uso di epiteti piuttosto volgari, ma essere capaci di offendere in un solo articolo ben tre Paesi amichevoli all'Italia - la Belarus, la Russia e il Kazakhstan - e i loro leader in persona sembra un segno di "dote" particolare dell'autore.

Ciò è dimostrato anche da una particolare capacità del giornalista di invertire al contrario addirittura il senso di ogni frase citata nell' articolo stesso. Ebbene, la Belarus sta negoziando la privatizzazione di numerose imprese con i suoi partner nell'Unione doganale, uno dei raggruppamenti integrativi più promettenti dell'area post-sovietica. Eppure ciò è perfettamente normale, come siano normali omologhe transazioni tra imprese italiane e quelle francesi, tedesche e di qualsiasi altro paese facente parte della vostra formazione integrativa - l'Unione europea.

Forse ciò vuoI dire che la Belarus sia indisposta o non sia in grado di condurre negoziati analoghi con imprese di altri paesi? Certo che no. Invece questi negoziati si svolgevano e continuano a svolgersi, tra l'altro, anche con alcune aziende italiane. A proposito, recentemente è stato concluso con successo un promettente e reciprocamente vantaggioso affare tra una società bielorussa e una italiana proprio nel settore energetico.

Ma le informazioni positive potrebbero essere utili all' autore? A quanto pare, non proprio. Perché volendo sarebbe stato assai facile informarsi che con tutti i problemi economici presenti nel primo semestre del 2011 il PiI bielorusso è cresciuto dell'11 %, la produzione industriale - dell' 11 ,5%, gli investimenti in capitale fisso del 27,6%. L'autore, invece, non si è posto nemmeno una domanda sul perché le esportazioni italiane verso il Paese che lui proclama a gran voce "in bancarotta" fossero aumentate del 41,7% nei mesi di gennaio-maggio del 2011, o sul perché gli investimenti diretti italiani nel primo trimestre del 2011 avessero superato i livelli di due anni precedenti messi insieme.

Naturalmente, finora stiamo parlando di milioni, non di miliardi. Ma in una certa misura, un tantino di colpa ne avrebbero anche taluni autori delle pubblicazioni che sono disinformanti, fuorvianti e a volte persino ingannevoli. E nei confronti di chi? Anche delle stesse imprese italiane. In effetti, tali articoli deprivano aziende del proprio paese delle opportunità di guadagnare sullo sviluppo dei rapporti con un potenziale partner, di creare nuove o mantenere esistenti posti di lavoro, tanto necessari agli italiani di oggi.

Infine, la privatizzazione in Belarus sicuramente non è una novità e non vi è niente di straordinario o insolito: la legge bielorussa sulla privatizzazione delle proprietà statali fu adottata nell'ormai lontano 1993 e da allora vengono adottati e attuati programmi nazioni di privatizzazione a medio termine.

Non costituisce novità nemmeno un impegno a larga scala del governo bielorosso per la liberalizzazione dell'economia, iniziato nel 2007. La sua efficacia è comprovata, tra l'altro, dal fatto che secondo il rapporto annuale "Doing Business 2011" redatto dall'lnternational Finance Corporation e dalla Banca Mondiale la Belarus è salita, rispetto all'anno del lancio delle riforme, dalla 123ª alla 68ª posizione nella classifica globale, occupando il 3° posto tra i paesi del mondo che hanno registrato maggiori successi nella creazione di un quadro normativo più favorevole per gli imprenditori domestici negli ultimi cinque armi.

Ma queste sono buone notizie, e quindi non quelle per le quali sarebbero disposti a pagare eventuali "mandanti" degli articoli come "La Bielorussia "privatizza" l'energia. Comprano tutto le imprese statali russe e kazake".

Con i distinti saluti

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