[13/07/2011] News

Politica comune per la pesca: ecco la proposta della Commissione europea

La Commissione europea ha presentato oggi la sue proposte per «riformare in profondità la politica comune della pesca (Pcp) dell'Ue» ed assicura di aver «definito un approccio radicale alla gestione della pesca in Europa. Questi piani permettono di garantire in futuro la conservazione degli stock alieutici così come le fonti di guadagno dei pescatori, mettendo anche fine al sovra sfruttamento degli stock ed al loro impoverimento. La riforma introdurrà un approccio decentralizzato della gestione della pesca fondato sulla scienza, per regioni e per bacini marittimi. Migliorerà anche le norme di governance nell'Ue ed a livello internazionale grazie a degli accordi per la pesca sostenibile».

La Commissione ha stilato un elenco di punti chiave che riguardano la sostenibilità e le soluzioni a lungo termine: «Tutti gli stock alieutici dovranno raggiungere livelli sostenibili entro il 2015, conformemente agli impegni internazionali presi dall'Ue; Un approccio eco sistemico, accompagnato da piani di gestione a lungo termine fondati sui migliori dati scientifici disponibili, sarà adottato per l'insieme delle flotte di pesca; Lo spreco delle risorse alimentari e le perdite economiche generate dai rigetti a mare delle catture indesiderate, pratica conosciuta col nome di "discarding", saranno limitati progressivamente. I pescatori saranno tenuti a sbarcare tutte le loro catture; Le proposte includono anche degli obiettivi e dei periodi precisi per mettere fine al sovrasfruttamento, degli approcci basati sul mercato quali quelli delle catture individuali trasferibili, delle misure di sostegno a favore della pesca artigianale, il miglioramento della raccolta di dati e delle strategie di promozione dell'acquacoltura sostenibile in Europa; I consumatori potranno così essere meglio informati della qualità e della sostenibilità dei prodotti che acquistano; Bruxelles definirà i principi e gli obiettivi generali della politica, mentre gli Stati membri dovranno decidere le misure di conservazione più appropriate eed applicarle. Oltre a semplificare i procedimenti, la riforma favorirà le soluzioni adatte ai bisogni regionali e locali; Gli operatori dell'insieme del settore della pesca saranno tenuti a decidere di testa loro a come adattare la dimensione della flotta alle possibilità di pesca. Le organizzazioni dei pescatori svolgeranno un ruolo più importante nell'orientamento dell'approvvigionamento del mercato e nell'aumento dei profitti dei pescatori; Un sostegno finanziario sarà accordato solo ad iniziative rispettose dell'ambiente che contribuiscono ad una crescita intelligente e sostenibile. Un meccanismo di controllo stringente scarterà ogni forma di finanziamento che abbia degli effetti perversi e riguardante le attività illecite o il sovrasfruttamento; L'Ue agirà all'interno degli organismi internazionali e nelle sue relazioni con i Paesi terzi nella stessa maniera che nel suo territorio ed incoraggerà il buon governo così come una buona gestione del mare nel resto del mondo».

Nell'aprile 2009 un Libro Verde dell'Ue aveva analizzato le lacune dell'attuale Pcp ed avviato una consultazione pubblica che si è conclusa a fine 2010 le cui sollecitazioni sono servite a redigere i documenti preparatori per la proposta di nuova Pcp che verrà trasmessa al Parlamento europeo ed al Consiglio per l'approvazione. La data di entrata in vigore prevista è il primo gennaio 2013.
Presentando la proposta, la commissaria Ue agli affari marittimi e alla pesca, Maria Damanaki, ha sottolineato che «è ormai necessario agire per ristabilire l'equilibrio dell'insieme dei nostri stock alieutici al fine di preservarli per le generazioni attuali e future. I pescatori non potranno continuare ad esercitare le loro attività di pesca ed a guadagnare decentemente la loro vita grazie a queste che sono le sole condizioni praticabili. Questo significa che dobbiamo gestire intelligentemente ogni stock, ma sfruttandone le risorse disponibili e mantenendo in futuro l'equilibrio e la produttività degli stock. Potremo cosi disporre di un volume di catture più elevato, di un ambiente sano e di un approvvigionamento sicuro di prodotti della pesca. Se riusciremo a realizzare questa riforma, i pescatori e le comunità costiere ne beneficeranno a lungo termine. Così tutti gli europei disporranno di una più grande scelta di pesce fresco, pescato in mare o proveniente dalla gestione».

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