[13/07/2011] News

Il maggior successo economico del Cile? La nazionalizzazione della Grande miniera di rame voluta da Allende

L'11 luglio si è celebrato in Cile il quarantesimo anniversario della nazionalizzazione della "Gran minería del cobre", una cosa molto imbarazzante per l'attuale governo di destra ed anche per i precedenti prudenti governi di centro-sinistra che si sono succeduti dopo la fine della dittatura di Pinochet.

Si tratta probabilmente dell'atto del governo di sinistra di Allende che fece scattare da Washington l'ordine del colpo di Stato che portò all'assassinio di Allende, all'uccisione, alla prigionia, alla tortura ed all'esilio di migliaia di cileni ed alla vergognosa pagina dei desaparecidos. Si tratta della "scusa" utilizzata dai Chicago Boys per sperimentare sulla carne viva del Cile le ricette del neoconservatorismo iperliberista che avrebbero esportato in tutto il pianeta.

L'imbarazzo degli eredi dei becchini del socialismo democratico cileno sta tutto in una evidenza fatta di cifre, come spiega il Comité de defensa y recuperaciòn del cobre: «Dopo la nazionalizzazione effettuata nel 1971 dal presidente Allende, Codelco ha apportato al Paese più di 70 miliardi di dollari, il che è superiore a tutte le imposte della Renta de Primera Categoría che nello stesso periodo di tempo ha pagato la totalità delle imprese private esistenti in Cile, dalle multinazionali minerarie alle multinazionali bancarie, dalle assicurazioni alle industrie della pesca, della frutta, forestali, fino ai piccoli commercianti. Sì, questo è difficile da credere! Le imposta sui redditi che hanno pagato tutte le imprese private è inferiore di quello apportato al fisco da una sola impresa di Stato, Codelco, impresa sorta grazie alla "Nacionalización de la Gran Minería del Cobre", effettuata dal presidente Salvador Allende, nel 1971».

Queste enormi entrate fiscali provenienti dalla Codelco hanno trasformato quella che veniva presentata come una disgraziata politica comunista contro il capitale privato nel maggior risultato economico di tutta la storia del Cile e gli attivisti del Comité de defensa y recuperacòn del cobre sottolineano che «Questo risultato costituisce ancora una volta la dimostrazione più evidente che il rame e le risorse naturali risultano un beneficio per il Paese solo quando il loro sfruttamento viene assunto dallo Stato».

Quarant'anni fa quando Allende tentava la sua rivoluzione democratico-socialista e nazionalizzò alcuni beni comuni del Paese, la scuola e l'università in Cile erano completamente gratuite, e allora il Paese produceva solo mezzo milione di tonnellate di rame, oggi è arrivato a 5,5 milioni di tonnellate, ma la scuola e l'università si pagano. Secondo gli attivisti cileni «questo è inaccettabile ed assolutamente illogico in un Paese come il Cile che possiede circa il 50 per cento delle riserve mondiali di rame, il che fa del nostro Paese uno dei più ricchi del mondo».

Per questo, davanti alla crescente disparità sociale ed alla povertà delle comunità minerarie, in Cile sta crescendo un movimento che chiede la ri-nazionalizzazione di tutte le imprese straniere della Gran Minería.

Il ragionamento è semplice nella sua blasfemia socialista in territorio neoliberista: «Dato che il rame porta risorse al Paese solo quando è sfruttato dallo Stato, di conseguenza l'educazione universale, statale e totalmente gratuita non è un'utopia, ma una realtà realizzabile e con finanziamenti assicurati se procediamo a ri-nazionalizzare la Gran Minería ed in generale tutte le nostre risorse naturali».

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