[12/07/2011] News

Tempo di manovra: a rischiare di più, come al solito, è il ministero dell’Ambiente

La manovra finanziaria che il Governo sta discutendo in queste ore in Senato rischia di cancellare il ministero dell'Ambiente. La denuncia viene dal Wwf ed è stata riportata nelle osservazioni alla manovra estiva (Decreto legge 6 luglio 2011 n. 98), inviate ai membri della commissione bilancio del Senato, proponendo una serie di modifiche.

Non stiamo parlando di particolari novità visto che anche lo scorso anno il tema è stato ampiamente dibattuto con risultati parziali, ma ora si rischia davvero l'implosione. Secondo il Wwf al Bilancio del ministero dell'Ambiente (già esiguo) si aggiungono ulteriori tagli oltre a quelli previsti nel 2010: 25,7 milioni di euro nel 2012; 30,8 milioni di euro nel 2013; 57,5 milioni di euro nel 2014. Ciò porta il bilancio del ministero per il 2012 a 478.458.078 euro (504.158.078 previsti dalla Legge di Stabilità 2011 - 25,7 mln di euro); per il 2013 a 465.376.079 euro (496.176.079 previsti della Legge di Stabilità 2011 -30,8 mln); per il 2014 a 438.679.076 euro, fatto base il finanziamento del 2013.

«Vale la pena di ricordare - sottolinea il Wwf - che nel 2008 il bilancio di questo dicastero era di 1 miliardo e 649 milioni e nel 2009, primo anno del Governo in carica, era di 1 miliardo e 265 milioni. In quattro anni le risorse destinate dal Governo nazionale a tutela dell'ambiente si sono ridotte a un quarto». Quello dell'Ambiente è il ministero più penalizzato pertanto il Wwf propone che «i tagli al bilancio del ministero dell'Ambiente vengano ridotti della metà nel periodo 2012-2013-2014, passando quindi da 114 a 57 milioni di euro nel triennio, spalmando il taglio nei dicasteri della difesa e delle infrastrutture e dei trasporti».

Nell'occasione delle osservazioni alla manovra l'associazione del Panda ha rilevato anche come «i commi 8 e 9 dell'articolo 35 in commento introducono un esempio di intervento legislativo, di dubbia costituzionalità sia per quanto riguarda il rispetto delle competenze regionali che la tutela dell'ambiente e della salute, che appare essere concepito, a dispetto dei consueti canoni di universalità, per permettere la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle o di altri impianti analoghi. Con queste disposizioni vengono totalmente aggirate le diverse pronunce che sia in sede penale che amministrativa hanno censurato le modalità con cui si è operato nella centrale di Porto Tolle». Sulla base di queste considerazioni il Wwf ne chiede l'abrogazione.

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