[08/07/2011] News

Pioggia acida a Livorno

Alla luce di quanto riportato nell'articolo del "Tirreno" del giorno 7 luglio 2010, in merito alla della notizia della pioggia acida e delle auto da essa rovinate , il Dipartimento provinciale ARPAT di Livorno tiene a precisare che l'Agenzia non ha inteso "trincerarsi dietro no comment", ma fornire informazioni più dettagliate e puntuali come riportate nel presente comunicato, per la cui elaborazione occorre un minimo di tempo.

Il fenomeno lamentato è conosciuto ad ARPAT ormai da molti anni.

Numerose sentenze risalenti agli anni 2000 relative a cause di risarcimento danni nei confronti di ENEL S.p.A. dovute a danneggiamenti di carrozzerie di auto per ricadute di corpuscoli e presenza di macchie giallo-rossastre indelebili, si sono risolte, in base a svariate perizie tecniche effettuate da consulenti tecnici, con l'impossibilità di stabilire con certezza alcun nesso di casualità tra le emissioni della Ditta citata e i danni riscontrati.

Anche le ultime operazioni peritali di cui si ha conoscenza, risalenti al 2009, non arrivano a determinare una causa-effetto al di là di ogni ragionevole dubbio, tra la presenza di macchie di natura diversa (giallo-rossastre, opalescenti, nerastre , neutre) con le emissioni della centrale, e quanto meno a quelle che una pioggia acida provocherebbe, sulla base di una molteplicità di fattori.

Ancor più la rinnovata denuncia di presenza di macchie, stavolta azzurre, farebbe proprio pensare a cause indipendenti dalla presenza della centrale, proprio per le evidenti modifiche intercose nell'operatività di ENEL in questo decennale periodo.

Infatti se nel 2000 la principale causa veniva ricondotta nelle imponenti emissioni corpuscolari della CTE ed in operazioni di "soffiatura" delle caldaia, queste si sono ampiamente ridotte a seguito della installazione dei precipitatori elettrostatici avvenuta nel corso del 2003.

Inoltre con la liberalizzazione del mercato elettrico e l'entrata in vigore della borsa dell'energia, il funzionamento dei due gruppi termoelettrici è adesso dettato dalle regole di mercato e dalla richiesta di energia in rete. Rispetto al passato la produzione della Centrale ha subito un progressivo calo (circa il 50% rispetto agli anni 90) così come si è ridotta la potenza media erogata. Di fatto le due unità durante la giornata, non effettuano una produzione continuativa ed a pieno carico di energia elettrica, ma dipendenti dai profili di carico assegnati dal Gestore Nazionale. Per questo motivo i ratei emissivi di polveri, NOX e SO2 delle due ciminiere in termini "massici", sono diminuiti nell'arco degli ultimi anni.

La situazione relativa agli anni 2010 e 2011 della centrale, evidenziano un ulteriore riduzione della produzione di energia dei due gruppi, nel 2010 infatti le ore di funzionamento complessive di questi sono state 550 ore e circa 300 per l'anno in corso. Buona parte di tali ore sono occorse non per la produzione di energia elettrica, bensì per effettuare i rilievi analitici alle emissioni dei gruppi e per le operazioni di calibrazione e taratura dei SMCE (sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni) e quindi sotto controllo analitico delle emissioni durante il funzionamento.

La riduzione delle ore di funzionamento dall'anno 2006 al 2010 è descritta nella tabella consultabile su www.arpat.toscana.it

In conclusione, la complessità dei fenomeni di trasporto, diffusione e deposizione delle emissioni delle varie sorgenti nell'area circostante la zona in cui sono stati lamentati danni alle auto rende impossibile individuarne l'origine, e quindi le/le azienda/e, le cui emissioni ne sono responsabili, in mancanza di uno studio oggettivo.

Infatti gli elementi che determinano l'impatto di una sorgente su uno specifico recettore derivano dall'andamento dei venti) nella zona e dall'interazione delle emissioni con la turbolenza atmosferica e con altre condizioni micrometeorologiche come ad es. la pioggia, la radiazione solare, etc. ed ovviamente dalle caratteristiche fisiche delle emissioni stesse nonché dalla morfologia della sorgente. In particolare, ad esempio, si può prevedere che le emissioni di un camino non presentino ricadute in un'area prossima allo stesso, nel caso in cui la sua altezza sia molto superiore a quella degli edifici circostanti, come è la condizione del camino della centrale ENEL rispetto all'area in cui si sono manifestati i danni alle auto.

Per questo motivo e per trovare la causa di tali danni appare eventualmente necessario uno studio oggettivo che comprenda tutti gli elementi sopra citati e che, nel caso specifico dell'area urbana di Livorno, consideri tutte le sorgenti che in ogni zona possono influenzarne la qualità dell'aria, non essendo preliminarmente evidente la preponderanza di una sorgente su altre.

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