[07/07/2011] News

Nucleare, gli stress test per far ripartire gli impianti non convincono i sindaci giapponesi

A proposito di sicurezza, le municipalità giapponesi che ospitano impianti nucleari sono molto perplesse sugli stress test decisi dal governo centrale per capire se le centrali sono in grado di resistere a gravi incidenti.

I nuovi test si baseranno sul metodo approvato dall'Unione europea dopo l'incidente Fukushima.

Secondo la Nuclear and industrial safety agency (Nisa) del Giappone, «Le nuove valutazioni della sicurezza saranno effettuate nel tentativo di rassicurare i residenti. Le misure di emergenza prese dopo il disastro di marzo sono sufficienti a garantire la sicurezza».

Ma la Nuclear safety commission del governo ha chiesto alla Nisa di elaborare entro una settimana un piano per condurre gli stress test. «Che abbia anche lo scopo di esaminare l'efficacia delle misure di sicurezza attuate finora negli impianti nucleari».

Il governatore della prefettura di Saga, Yasushi Furukawa, ha detto di non riuscire a capire «Perché il governo ha deciso un nuovo provvedimento in questo momento». Furukawa si prepara a decidere se dare o meno l'approvazione proprio per il riavvio dell'ormai famigerata centrale di Genkai. Il governatore della Prefettura di Ehime, Tokihiro Nakamura, si è lamentato perché «Non sono disponibili informazioni sulle posizioni del governo centrale sugli stress test».

A dire il vero il premier giapponese Naoto Kan il 5 luglio ha dato precise istruzioni al ministro Banri Kaieda per condurre gli stress test, e Kaieda il giorno dopo ha annunciato il piano. Il piano prevede subito stress test sugli impianti nucleari che non sono ancora in funzione dopo le ispezioni di routine. I test devono essere fatti sulla base degli stress test introdotti dall'Ue per determinare la capacità delle centrali «Di resistere a sollecitazioni, come quelle da massici terremoti e tsunami». I test dovranno anche valutare«La preparazione a situazioni gravi come la perdita di ogni energia e dei sistemi di raffreddamento dei reattori».

Il governo e la Nisa con gli stress test volevano accelerare la riapertura delle centrali ma hanno ottenuto il risultato opposto: municipalità e prefetture hanno preso la palla al balzo per procrastinare le loro decisioni sui permessi alle utilities per riprendere le operazioni fino a quando i test e le valutazioni non saranno stati completati».

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