[07/07/2011] News

Nuovo scandalo nucleare in Giappone: raffica di e-mail dalla Kyushu Electric per condizionare il meeting sulla sicurezza

Il sindaco di Genkai ritira i consenso a riavviare la centrale nucleare

Hideo Kishimoto, il sindaco di Genkai, una città della prefettura di Saga, nel sud-ovest del Giappone, ha annunciato di aver ritirato la sua approvazione per la ripresa del funzionamento di 2 reattori della centrale nucleare che sorge nel territorio della sua municipalità. Solo lunedi scorso Kishimoto aveva dato il via il via libera alla Kyushu Electric Power, che gestisce l'impianto nucleare di Genaki a riavviare i due reattori rimasti fermi in seguito al terremoto/tsunami dell'11 marzo e alla tragedia nucleare di Fukushima Daiichi, anche dopo che erano stati completati i controlli di routine ad aprile.

Ufficialmente, dietro la decisione del sindaco c'è l'annuncio degli "stress test" che il governo giapponese ha detto che vanno condotti in tutte le centrali nucleari per valutare le capacità di resistere a incidenti gravi. Ma è chiarissimo l'imbarazzo per lo scandalo dell' e-mail fatte inviare dalla Kyushu Electric Power per chiedere la riapertura della centrale.

Il sindaco ha detto che la sua precedente decisione di approvare il riavvio dei reattori «Sembra essere stato fatto invano» e di sentire «Nient'altro che rabbia verso il governo». Un brutto colpo per l'industria nucleare giapponese, visto che la centrale di Genkai doveva essere il primo impianto atomico fermato a ripartire dopo l'11 marzo. L'Assemblea municipale di Genkai ha approvato oggi l'intenzione del sindaco di revocare la sua approvazione per riavviare l'impianto di Genkai.

Kishimoto ha detto che comunicherà la decisione entro oggi al presidente della Kyushu Electric.
Ma il presidente della Kyushu Electric President Power, Toshio Manabe, ha probabilmente altro a cui pensare, dato che l'utility è travolta da uno scandalo: E' venuto fuori che aveva chiesto il suo staff e alle aziende affiliate di inviare e-mail per sostenere il riavvio dei reattori ad un meeting organizzato il 26 giugno a Saga dal governo per spiegare le misure di sicurezza e per rispondere alle domande dei residenti e prepararli alla ripresa del funzionamento dei reattori nucleari.

L'incontro è stato trasmesso in diretta da una stazione TV via cavo e via Internet, e gli spettatori sono stati invitati a inviare le loro opinioni via e-mail o fax. Ieri Manabe ha rivelato che 4 giorni prima della riunione la sua azienda ha istruito alcuni dipendenti e 4 imprese affiliate per inviare e-mail che esprimevano il pieno sostegno al riavvio dei reattori.

Alla fine si è dichiarato «Responsabile dell'atto inadeguato», ma ha aggiunto che sta prendendo in considerazione le dimissioni da presidente. Il ministro dell'Industria giapponese, Banri Kaieda, ha definito «Scandaloso aver fatto una cosa del genere. L'incidente mina l'obiettivo della riunione».

Ma nonostante le furbate della disperata lobby nucleare giapponese, i cittadini sono sempre più contrari al riavvio delle centrali: durante una sessione dell'Alta Corte di Tokyo, i residenti che vivono nei dintorni della centrale nucleare di Hamaoka, nella prefettura di Shizuoka, nel Giappone centrale, hanno chiesto lo smantellamento immediato di tutti i reattori. La Chubu Electric Power Company', che gestisce l'impianto nucleare, ha ribattuto che provvederà a rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza sulla base dell'incidente nucleare di Fukushima.

L'udienza all'Alta Corte di Tokyo è la prima del genere dopo che a maggio è stata sospesa, su richiesta del governo, l'attività della centrale nucleare che sorge in un'area dove è previsto che si verifichi un grande terremoto. La richiesta di chiusura della centrale risale addirittura al 2003, dopo il terremoto di Tokai. Quattro anni fa, la Corte distrettuale di Shizuoka aveva respinto la causa, dicendo che non esisteva «Eccessiva preoccupazione circa la possibilità di un massiccio terremoto».

Ora i cittadioni dicono che la centrale di Hamaoka non può riprendere l'attività, visto che potrebbe essere colpita da un terremoto di magnitudo 9, come quello che ha dato il via al disastro nucleare di Fukushima Daiichi. La Chubu Electric ribatte dicendo di aver preso misure antisismiche adeguate e che sta progettando nuovi argini per proteggere la centrale nucleare da un enorme tsunami. L'attenzione e rivolta a come l'Alta Corte valuterà le ipotesi dell'utilty (che contrastano anche con le misure del governo) sulla magnitudo dei terremoti e sulle misure di sicurezza.

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