[30/06/2011] News

Innovazione di processo, le acciaierie di Brescia diventano "verdi"? Allora si puņ!

Abbattimento delle emissioni di diossina dell'80% e delle polveri di lavorazione del 50 per cento. In soli sei mesi per quanto riguarda le acciaierie ed entro i due anni e mezzo per le fonderie attive nella provincia di Brescia.

Lo dice il Sole24Ore di oggi raccontando del consorzio Ramet nato a Brescia a cui hanno aderito già  le 22 aziende sider-metallurgiche con lo scopo di migliorare le proprie prestazioni ambientali.

«Parliamo dei principali operatori della provincia - spiega il vice presidente di Confindustria Brescia, Alberto Volpi - dai produttori di acciaio come Feralpi, Alfa Acciai e Ori Martin, ai trasformatori di rame come Eredi Gnutti e Almag, fino all'alluminio con Metra e alla ghisa delle fonderie Glisenti. In totale un cluster capace di fatturare oltre 2,5 miliardi di euro all'anno».

Si può fare, dunque, innovazione di processo. Si può fare, dunque, anche durante la crisi (che poi essendo per conto nostro strutturale, significa che è con questo scenario che dobbiamo fare i conti anche in futuro). Si può fare, dunque, senza licenziare nessuno.

«È come se ci fossimo dotati di motori Euro 6, cioè - prosegue Volpi - quel limite nelle emissioni di nuovissima generazione al quale un gruppo selezionato di case automobilistiche ha ritenuto volontariamente di adeguarsi in anticipo, ben prima che la normativa, oggi ferma all'Euro 5, glielo imponesse».

Il paragone è calzante perché giusto ieri si è appreso dall'Ue che anche l'altra sfida che sembrava impossibile, ridurre le emissioni delle auto a 140 grammi per Km è vicinissima rendendo alla portata quei 130 grammi previsti per il 2015, anzi raggiungibili persino in anticipo. Vittoria ambientalista, verrebbe da aggiungere, ma soprattutto vittoria (di una battaglia, sia chiaro, la guerra è lunghissima) della sostenibilità.

«Crediamo tuttavia che lo sforzo - dicono sempre dal consorzio al Sole - non sarà ripagato esclusivamente in termini di minor impatto ambientale, ma che il mercato alla lunga possa apprezzare tale plus».

Un "vantaggio" che, dal punto di vista tecnico, dovrebbe far passare dagli attuali 0,5 nano grammi per metro cubo di diossina alla soglia di 0,1 nano grammi. Ovvero l'attuale limite imposto agli inceneritori. Per le polveri emesse in atmosfera il target è invece 5 milligrammi per metro cubo contro gli attuali dieci.

L'industria quindi, quella più accorta, è pronta (forse ha capito che non c'è altra via...) a praticare il cambiamento necessario. Una politica di governo che ha (abbia) nella sostenibilità il suo orizzonte ha ora una freccia in più al suo arco.

Torna all'archivio