[27/06/2011] News

Tav e rifiuti: senza credibilità non può esserci sostenibilità

Ma davvero si pensa che si possa far passare una grande opera come la Tav a manganellate? Oppure che sempre con la forza si possa dare soluzione ai rifiuti in strada di Napoli? Senza voler fare del benaltrismo, siamo di fronte ormai da tempo a uno iato difficilmente colmabile che vede - almeno dal nostro punto di vista - da una parte anche la bontà talvolta di alcuni progetti e dall'altra l'assoluta non credibilità della classe politica che li propone.

Il caso della Tav è emblematico. Il progetto avrebbe anche implicazioni positive dal punto di vista della sostenibilità, segnatamente quella dei trasporti. Ma quante volte si è cambiato progetto? Quante volte si è detto che ce ne era uno sempre migliore? Quante opere fatte in Italia negli ultimi anni legate all'alta velocità si possono prendere ad esempio per dire: ecco noi faremo un lavoro a "regola d'arte" come lì, oppure là?

E' chiaro che in un Paese dove, non fossero bastati gli scandali del passato, ci ritroviamo con logge e loggette in grado di insinuarsi in tutti i gangli del governo e anche, stando alle intercettazioni, nel ministero dell'ambiente, assommati agli scempi ambientali già in atto e già sotto processo, avere fiducia nelle istituzioni sia uno sforzo sovrumano.

Stessa cosa può dirsi di fronte alla mai finita emergenza dei rifiuti napoletani. Noi da sempre abbiamo posizioni diverse da quella che qualcuno direbbe "della gente". Nel senso che riteniamo certamente importante la raccolta differenziata, ma altresì indispensabili gli impianti a servizio della stessa. Per noi è chiaro che i rifiuti raccolti in modo differenziato non fanno sparire i rifiuti ma li ordinano semplicemente per categoria.

Noi abbiamo chiaro che questo è solo un anello della gestione integrata. E che come tale ha bisogno di un prima e di un dopo. Non è un problema di essere favorevoli o contrari all'incenerimento dei rifiuti, come qualcuno potrebbe pensare. Perché il problema non si risolverebbe neppure bruciando tutto.

Resta il fatto, quindi, che a Napoli serve davvero di tutto, ma non gli annunci. Non gli slogan. Non i commenti di chi dà dell'ignorante agli inceneritoristi che tutto vorrebbero "bruciare", con argomenti altrettanto semplificatori e semplicistici tipo che (Guido Viale sul Manifesto di ieri) con il "trattamento meccanico ed estrusione (un sistema che permette di recuperare fino all'ultimo grammo il residuo)" si riducono i rifiuti!

Ma come si può pensare intanto di ridurre i rifiuti a valle se a monte continuano ad aumentare? E' come voler far dimagrire una persona partendo dai suoi "bisogni"... Senza considerare che l'estrusione serve solo per trattare la plastica, mentre qui i rifiuti sono di tutti i generi. Inoltre, gioverebbe ricordarsi che a partire dalla semplice carta, ma anche passando per il compost, e per il vetro, ogni passaggio dalla raccolta differenziata (pure quella porta a porta spinta con tariffa premiante) fino al riciclo effettivo genera scarti.

Si dirà: ma sono rifiuti speciali che si possono mandare all'estero, ecco se la si pensa così è bene saperlo che la sostenibilità sta altrove (e non aggiungiamo la questione che poi i prodotti realizzati con materiali riciclati andrebbero anche comprati, perché sennò la filiera si inceppa...). Ma non servono neppure gli inasprimenti delle pene, perché se non dai soluzione e arresti tutti, i rifiuti continueranno comunque ad essere prodotti. Specialmente quelli speciali.

Come gli annunci non servono per la Tav. Come non servono per alcuna questione che attenga la cosa pubblica. Serve conoscere la materia di cui si parla. Ed essere credibili quando si propone una soluzione. La credibilità rende uno Stato forte e in grado di sostenere chi comunque e legittimamente si opporrà alle decisioni che democraticamente si saranno prese.

In questo senso ci pare che a poco servirebbe pure la partecipazione che, seppur legittima, non è in grado di rendere un governo più credibile. Lo si vede, ci dispiace dirlo, proprio a Napoli con De Magistris. Il neo sindaco viene, si dice, dal basso, ma poi quando gli hanno dato il volante e gli hanno detto ora guida te, si è trovato davanti una realtà dove gli slogan non contano più.

Non entriamo ulteriormente nel merito, ma ci limitiamo a dire che la sostenibilità ha bisogno anche di azioni che potrebbero passare anche per anti-popolari. Quando si chiudono i centri; quando si pongono limitazioni; quando si chiede cambiamenti drastici degli stili di vita (anche quando si chiedono dal basso) bisogna essere credibili. E avere argomenti che lo dimostrino. Oggi purtroppo l'Italia non è in queste condizioni, e dunque si andrà avanti (se non più spesso all'indietro) a strattoni.

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