[22/06/2011] News toscana

Fanghi di depurazione in agricoltura, la Provincia di Siena chiede la filiera corta

La provincia di Siena prosegue la sua azione politica che ha l'obiettivo di arrivare ad una revisione della normativa relativa al riutilizzo in agricoltura dei fanghi prodotti dal trattamento di acque reflue. A tal fine il presidente della provincia Simone Bezzini, ha inviato una lettera al ministro dell'ambiente Stefania Prestigiacomo, atto conseguente a un ordine del giorno approvato dal Consiglio provinciale.

«In particolare con questa lettera - ha spiegato il presidente della provincia - chiediamo al ministero dell'Ambiente di rivedere la normativa, dando agli enti locali la possibilità di inserire nei propri strumenti di pianificazione elementi di limitazione alle attività di spandimento dei fanghi su aree di particolare pregio storico culturale e paesaggistico. La normativa vigente, infatti, consente che i fanghi possano essere riutilizzati in agricoltura con provenienza da e verso ogni parte del territorio nazionale, senza che gli enti locali possano regolarne opportunamente i flussi. Una lacuna normativa pesante che limita fortemente l'autonomia degli enti locali e che chiediamo con urgenza di colmare».

Lo smaltimento dei fanghi prodotti da processi di depurazione delle acque reflue urbane (sempre in aumento) è più un problema che una risorsa almeno fino ad oggi. Lo smaltimento come rifiuti in discarica più che il riutilizzo in agricoltura, l'incenerimento o l'inserimento nella produzione di laterizi è la strada prevalente utilizzata in Italia per il trattamento di questi residui del processo di depurazione delle acque.

Il riutilizzo agronomico dei fanghi (diretto o dopo compostaggio), è una buona soluzione al problema del loro smaltimento considerato l'efficacia agronomica ed economica del processo, in quanto sostituisce (almeno in parte) la concimazione organica o chimica. La pratica è comunque delicata è da eseguire con pieno rispetto delle norme in terreni ritenuti idonei, non solo per le caratteristiche squisitamente tecniche.

Da qui parte l'iniziativa della provincia di Siena che chiede di legare il territorio di utilizzo dei fanghi a quello di produzione aumentando l'autonomia degli enti locali in termini di pianificazione.

«E' indispensabile limitare la provenienza dei fanghi, in applicazione al principio di prossimità, ai territori che li producono- ha aggiunto Bezzini-La nostra provincia, con i suoi giacimenti termali, le sue eccellenze storiche e paesaggistiche e i quattro siti Unesco, deve essere tutelata con particolare attenzione dalla normativa, dando agli enti locali la possibilità di scegliere dove utilizzare i fanghi».

 

Torna all'archivio