[21/06/2011] News toscana

Come governare il dopo referendum?

Sul prato di Pontida domenica si è levato più volte il grido ‘secessione' che con il federalismo  non ha nulla a che fare. Ma per fortuna dopo le elezioni e i referendum è ripreso anche un dibattito vero su come governare oggi con il territorio i beni comuni e non solo quelli riguardanti i 4 si.

E i nodi da sciogliere sono numerosi e spesso poco chiari. Un nuovo governo del territorio implica, ormai, una pari dignità di ruoli stabilita dal titolo V della Costituzione.

Ma ancora domenica su Il Sole -24 Ore il vicepresidente di Confindustria con delega alle infrastrutture Cesare Trevisani  torna a chiedere proprio la ‘modifica del Titolo V della Costituzione, nel rapporto che riguarda Stato, Regioni ed Enti locali', perché sulle grandi questioni europea deve essere lo Stato a decidere. In una precedente intervista, passata stranamente sotto silenzio, Trevisani si era mostrato addirittura ‘sorpreso' che su certe scelte, persino i parchi dovessero dare il loro parere.

Visto che anche in Toscana si è tornati a discutere con impegno di queste cose sia per una serie di arresti a Lucca che per iniziativa dei Comitati di Asor Rosa che sembravano andati un po' in apnea, mentre devono essere modificare -si spera presto e bene- anche alcune vecchie leggi regionali, sarà bene non perdere l'occasione. L'assessore Marson in una recente intervista sulle vicende lucchesi ha ribadito ancora una volta il suo ‘basta con le decisioni prese solo dai Comuni'. Va inteso  anche con la regione o anche con le province e altri soggetti? Se è così è difficile ignorare che pochi giorni fa in parlamento, ad esempio, si è deciso di soprassedere -almeno per un po'- alla decisione di abrogare le province, richiesta da alcune parti politiche con evidenti motivazioni di scambio e assai poco istituzionali. Le comunità montane erano già state liquidate e le aree metropolitane giacciono in tanti documenti e norme senza avere finora visto la luce. Eppure, quando i nodi si aggrovigliano -vedi l'autostrada in Maremma- le province di Grosseto o di Livorno giocano un ruolo importante. E lo giocano pure all'Elba dove peraltro il parco deve fare il suo piano-socio economico mentre i comuni faticano a trovarsi d'accordo. Lo giocano a Pisa per la navigabilità e così via. Il PIT è risultato insoddisfacente soprattutto perché non è riuscito delineare quella trama pianificatoria che non piace a Confindustria ma che è coerente con il tiolo V, non a caso rimasto finora lettera morta.

Non deve indurre a qualche più approfondita e coraggiosa riflessione ed anche decisione il fatto che, mentre tornano clamorosamente alla ribalta i beni comuni, l'ambiente e il territorio, proprio su questo terreno il  governo -ma non solo- penalizza ancor più le politiche e i soggetti preposti alla tutela del paesaggio, del suolo, della biodiversità terrestre e marina, Prestigiacomo in testa?  Come è possibile che in Senato si possa discutere d'amore e d'accordo su come estromettere le regioni da qualsiasi competenza sulla tutela delle coste e del mare- in barba all' unione europea- affidando il tutto ad un ministero malconcio  che brilla per la sua latitanza e pretesa burocratica?

Alla Toscana i comitati ma  anche alcune sedi qualificate del mondo della ricerca chiedono a Rossi una passo più spedito per superare alcune persistenti ambiguità sul terreno pianificatorio e programmatorio.

Se il Presidente Marras si fa carico di delicati aspetti riguardanti il parco della Maremma che sta discutendo peraltro  del suo allargamento, non sarebbe il caso che in Val di Cornia -dove stando alle decisioni della passata gestione regionale, dovrebbe nascere un nuovo parco regionale, si decidesse qualcosa? Non è necessario andare sul sito del Corriereetrusco per vedere quanti e quali delicati problemi ambientali riguardano quel territorio, dove appunto non  basta la decisione dei soli comuni. Alla Toscana si è chiesto e si chiede di tornare a giocare in frangenti tanto a rischio un ruolo nazionale. Visto cosa sta succedendo anche in diverse regioni dal Piemonte alla Lombardia, dal Lazio alla Sardegna la sollecitazione è senz'altro da accogliere senza rinvii ed esitazioni

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