[20/06/2011] News toscana

Sui fatti di Lucca

Se ce ne fosse ancora necessità, ecco la conferma delle carenze, gravi, della legge regionale 1/2005

L'assenza di controllo può condurre a distorsioni, la necessità di correttivi ormai irrinunciabili, può concretizzarsi in due direzioni: una nuova istituzione di poteri di controllo, di correzione e sanzione; una diversa attribuzione di competenze e materie gestionali ai diversi livelli istituzionali.

E' bene non girare intorno al problema con tatticismi politici magari suffragati da dotte elaborazioni culturali che qualche ente o istituzione culturale può sempre produrre. Se vogliamo risolvere il problema abbiamo due strade. O in qualche modo sottoponiamo anche il Regolamento Urbanistico a un verifica di conformità da parte di un soggetto terzo (Provincia?, Regione? Una struttura collegiale?) e a questo conferiamo poteri correttivi e/o di veto. Oppure riallochiamo le competenze e diamo al PIT ed al PTC specifici poteri pianificatori, che oggi non esistono perché PIT e PTC hanno sostanzialmente un carattere esortativo, d'invito alle buone pratiche.

E questa scelta va fatta rapidamente, perché i problemi veri sono altri dopo anni di convegni su strutturalità, strategicità, perequazione. Mentre non siamo riusciti a creare un modo per definire il "dimensionamento", cioè l'edificabilità ammessa, non abbiamo trovato un modo per definire e misurare la sostenibilità, non abbiamo trovato soluzione al consumo di suolo, alla necessità di incentivare adeguate mante il recupero ed il riuso, è arrivata la crisi del manifatturiero e dell'edilizia figlia di un mercato speculativo.

 Intanto, si sconta il paradosso "ambientalmente corretto" di non utilizzare le aree industriali dismesse (considerate tutte uguali, cioè indifferentemente alla data di dismissione delle attività anche se c'è differenza tra un'area utilizzata fino a ieri ed una utilizzata per l'industria fino a 50 - 60 anni fa) perché la bonifica va fatta, ma la bonifica ha spesso costi esorbitanti e quindi, non la si fa e si finisce per investire con l'urbanizzazione suoli vergini.

Insomma, forse della LRT.1/2005 c'è bisogno di discutere presto e molto se si ha l'obiettivo di continuare a fare della Toscana una qualcosa di diverso e migliore, se si vuole evitare la deriva dei cosiddetti "riti ambrosiani" che anche qui hanno cominciato a fare capolino nella oggettiva scarsa determinatezza della LRT 1/2005.

Altrettanto ci sarebbe da riflettere circa la necessità di abolire per alcune tipologie d'intervento gli oneri di urbanizzazione finanziando però i comuni con una tassazione certamente più razionale quale l'ICI reintrodotta per tutto il patrimonio immobiliare e strutturata in funzione della sua natura, cioè differenziando prima e seconda o terza casa, impedendo le finte residenze (cioè non si può risiedere a in villa all'Elba e avere l'ufficio, il posto di lavoro quotidiano a Milano, moglie e i figli a scuola a Cinisello Balsamo).

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