[20/06/2011] News toscana

Proposte e richieste di Italia Nostra e Legambiente per il Padule di Fucecchio (e il “Tubone”)

I circoli di Legambiente Valdinievole e Empolese Valdelsa e Italia Nostra della Valdinievole e del medio Valdarno inferiore scrivono al presidente ed all'assessore all'ambiente della provincia di Pistoia, ricordando che nel maggio scorso i due circoli di Legambiente hanno presentato un piano per lo sviluppo di una fruibilità sostenibile nel Padule di Fucecchio che ribadisce «La necessità e l'urgenza di ampliare la superficie protetta, così come prescritto da numerosi documenti: dall'Accordo Integrativo di Programma su tutela delle acque e depurazione (allegato 11), alla programmazione regionale in materia (piani triennali per le aree protette, DGR 644/2004, PRAA); fino a documenti di pianificazione delle province di Pistoia e Firenze».

Nella lettera, inviata per conoscenza anche ai comuni del Padule, alle forze politiche e all'assessore regionale all'ambiente Anna Rita Bramerini,  Italia Nostra e Legambiente scrivono: «Pensiamo da tempo che questa grande area protetta possa rappresentare una straordinaria opportunità per fare decollare l'ecoturismo sul nostro territorio, che potrà bene integrarsi e rivitalizzare anche il turismo termale, ma la fruizione turistica dell'area non potrà prescindere dalla conservazione della biodiversità che essa ospita, non fosse altro perché essa rappresenta il principale elemento d'attrazione. E' bene ricordare che il segmento di turismo al quale facciamo riferimento rappresenta più del 10% dell'intero comparto (ed arriverà, secondo dati Usa, al 25% in pochi anni)».

Gli ambientalisti ricordano che «Attualmente la superficie protetta ha un'ampiezza complessiva di 230 ettari, un dato inferiore al 10% della superficie dei due siti natura 2000 che ricadono nel Padule di Fucecchio. Un dato che limita fortemente sia le attività di conservazione che quelle di fruizione».

Secondo le rappresentanze locali  due associazioni il progetto presentato a maggio può essere «Una base di partenza per una discussione costruttiva che veda coinvolti tutti i soggetti interessati, a partire dalle istituzioni, dagli Enti Pubblici che hanno ben lavorato nel Padule (Centro di Ricerca e Consorzio di Bonifica), fino alle associazioni venatorie ed a quelle dei proprietari (senza dimenticare che uno dei maggiori proprietari è il Wwf che possiede 40 ha di territorio palustre). Crediamo nel confronto e nella partecipazione civile (senza urla o prevaricazioni) ed anche nella possibilità di superare atteggiamenti di arroccamento nella difesa di piccoli interessi».

Per questo gli ambientalisti ritengono anche urgente «L'introduzione di limitazioni all'espansione delle attività vivaistiche nei terreni della bonifica storica. Si chiede che sia posta fine al processo d'espansione selvaggia nelle aree di bonifica dei vivai piante ornamentali, che rappresenta al tempo stesso una sottrazione di habitat, una trasformazione del paesaggio agricolo tradizionale ed un fattore di rilevante impatto ambientale a causa della grande quantità di risorsa idrica utilizzata e dei prodotti inquinanti impiegati».

La lettera si conclude con la richiesta di un «Importante il coinvolgimento del Centro di Ricerca, con un ruolo di supervisore tecnico per gli aspetti naturalistici, nell'attuazione delle "opere di mitigazione" collegate al cosiddetto progetto "Tubone", così come previsto dalla delibera del Consiglio Provinciale che ha approvato la progettazione preliminare. Quanto sopra perché i tecnici del Centro hanno certo maturato negli anni importati competenze e conoscenze sul territorio palustre, ma anche per favorire la collaborazione fra i due enti pubblici (Centro di Ricerca e Consorzio) che hanno ben lavorato e dovranno continuare a farlo (se pur con competenze diverse) nel Padule di Fucecchio. Le associazioni firmatarie presteranno grande attenzione affinché il denaro stanziato per le opere di cui sopra sia utilizzato proficuamente».

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