[17/06/2011] News

L'effetto soglia della nostra coscienza: ma è già il 29esimo giorno?

Credo che la straordinaria vittoria ottenuta nei referendum debba aiutarci nel riflettere a fondo su quale futuro desideriamo e siamo, concretamente, in grado di costruire. L'occasione dei referendum vinti su acqua ed energia nucleare deve essere capitalizzata da tutti, istituzioni, mondo della politica e dell'economia, mondo della cultura, mondo delle imprese, mondo della comunicazione, società civile, affinchè tutti siano molto più consapevoli che una strada di crescita materiale e quantitativa continua quale quella sin qui perseguita, ci porta inevitabilmente all'incremento dei nostri deficit economici, sociali e ambientali e quindi a situazioni di collasso. E questo non ce lo possiamo permettere.

Credo siamo giunti ad un momento critico, un "tipping point" un "threshold effect", un vero e proprio "effetto soglia", per la nostra consapevolezza e coscienza. Il mondo come lo abbiamo conosciuto in questi decenni e, soprattutto, dalla seconda guerra mondiale ad oggi non può continuare ad andare avanti come sta accadendo ora, come se nulla fosse. Abbiamo ormai raggiunto livelli di insostenibilità economica, sociale ed ambientale che possono mettere a rischio la sopravvivenza dell'intera civiltà umana. E' urgente voltare pagina. Siamo tutti consapevoli che si tratta di un'impresa non facile, complessa, articolata, faticosa ma anche straordinariamente affascinante e innovativa, dove dobbiamo mettere in gioco, nella sua essenza, il fatto di esserci definiti Homo sapiens.

Nel 1978 Lester Brown, fondatore del Worldwatch Institute e poi dell'Earth Policy Institute, uno dei primi e più brillanti analisti interdisciplinari del rapporto tra sistemi naturali e sistemi sociali, scrisse un bellissimo volume intitolato "Il 29° giorno" (il libro fu pubblicato in italiano da Sansoni nel 1980).
Il titolo di quel volume prendeva spunto da un indovinello di cui si servono gli insegnanti francesi per insegnare ai ragazzi la natura della crescita esponenziale (indovinello che fu comunicato a Brown da Robert Lattès a Donella Meadows, allora al Massachusetts Institute of Technology di Boston, una delle autrici del primo famosissimo rapporto al Club di Roma, "I limiti dello sviluppo").

L'indovinello recita: "In uno stagno c'è una foglia di ninfea. Ogni giorno che passa, il numero delle foglie si raddoppia: due foglie il secondo, quattro il terzo, otto il quarto, e così via". La domanda che segue è: "Se lo stagno si ricopre interamente di foglie il trentesimo giorno, quando si troverà coperto per metà?". La risposta è: "Il 29° giorno".

Brown si serve dell'indovinello per trattare la tesi centrale del libro: il nostro pianeta può essere paragonato allo stagno di ninfee. Se la presenza umana, sia in termini semplicemente numerici, relativi alla crescita della popolazione (quando il libro fu pubblicato nel 1978, la popolazione umana era di 4 miliardi ed oggi, come sappiamo, stiamo per raggiungere i 7 miliardi, secondo le Nazioni Unite il 7° miliardesimo sarà sulla nostra Terra il prossimo 31 ottobre), sia in termini di stili di vita e quindi di capacità di utilizzo e trasformazione delle risorse e di produzione di rifiuti, non modifica la sua strada basata sulla continua crescita materiale e quantitativa di tipo esponenziale, allora entro la prossima generazione il pianeta potrebbe trasformarsi completamente, diventando addirittura inospitale per noi stessi.

Brown scrive: "Una lettura attenta dei segnali indica che le pressioni sui principali sistemi biologici e sulle principali risorse di energia della Terra stanno aumentando. Sollecitazioni molto forti sono chiaramente percepibili in ciascuno dei quattro principali sistemi biologici - le zone di pesca oceaniche, i pascoli, le foreste e le terre coltivate - da cui l'umanità dipende per il cibo e le materie prime industriali. Se si fa eccezione per i terreni agricoli, sono tutti essenzialmente sistemi naturali, modificati poco o nulla dall'uomo. In grandi aree del mondo, la pressione di una domanda umana crescente su questi sistemi ha raggiunto il punto in cui essa comincia a incidere negativamente sulle loro capacità produttive. Le discussioni sulle prospettive di crescita economica a lungo termine si sono concentrate in anni recenti sulle risorse non rinnovabili, specialmente su minerali o combustibili fossili. L'attenzione sulle risorse non rinnovabili è stata rafforzata dall'assunto implicito che, poiché le risorse biologiche sono rinnovabili, non era il caso di preoccuparsene troppo. In realtà, invece, si sono andate contraendo le basi tanto delle risorse non rinnovabili quanto di quelle rinnovabili. I sistemi biologici della Terra costituiscono il fondamento del sistema economico mondiale. Oltre al cibo, i sistemi biologici forniscono praticamente tutte le materie prime all'industria, eccezion fatta per i minerali e per le sostanze sintetiche derivate dal petrolio".

"Quattro miliardi di esseri umani" - ricordo ancora che la versione originale del libro di Brown risale al 1978 - "con crescenti aspirazioni esercitano una grande pressione su questi sistemi biologici, spesso soverchiando la capacità della natura di continuare a far fronte a lungo termine a queste richieste".

"Il deterioramento dei sistemi biologici non è un problema secondario che interessi soltanto agli ecologi. Il nostro sistema economico dipende dai sistemi biologici della Terra. Tutto ciò che minaccia la vitalità di questi sistemi biologici minaccia anche l'economia mondiale. Ogni deterioramento di questi sistemi rappresenta un deterioramento delle prospettive dell'umanità".

"La restaurazione di un rapporto stabile fra l'umanità e i sistemi naturali che sostengono la vita umana non potrà non preoccupare gli uomini politici nei prossimi anni e nei prossimi decenni. Gli adattamenti che dobbiamo oggi introdurre nei modelli di consumo, nella politica demografica e nel sistema economico, se vogliamo preservare i sostegni biologici dell'economia mondiale, sono profondi; essi rappresentano una sfida molto impegnativa sia per l'intelligenza dell'uomo sia per la sua capacità di modificare il proprio comportamento".

Il libro espone quindi la situazione dei problemi derivanti dalla crescita demografica, dallo sfruttamento energetico, dalla situazione alimentare a quella economica, dalla distribuzione della ricchezza fra le società alla distribuzione della ricchezza all'interno delle società, per poi dedicarsi alle proposte relative alla necessità di adattamento tra le dimensioni e i bisogni della popolazione umana e lo stato delle risorse del pianeta, agli elementi fondamentali di tale adattamento e ai mezzi per concretizzarlo. Tutti questi problemi oggi, 2011, sono straordinariamente aggravati ed ampiamente documentati da tutte le migliori ricerche sul cambiamento globale, il ben noto Global Change di cui abbiamo parlato moltissime volte nelle pagine di questa rubrica, ricordando sempre ai nostri lettori di frequentare il sito della prestigiosa Earth System Science Partnership www.essp.org che raccoglie, appunto, tutti i risultati dei programmi di ricerche internazionali sul cambiamento globale.

Sono passati decenni da queste osservazioni (ho scelto un testo significativo di Lester Brown ma avrei potuto citare tantissimi altri volumi che, dagli anni Settanta ad oggi, hanno chiaramente dimostrato l'impossibilità di far crescere materialmente i nostri sistemi sociali in maniera esponenziale rispetto ai sistemi naturali) e, purtroppo, molto poco è stato fatto sul tema fondamentale del cambio dell'impostazione economica. Solo dei pazzi possono pensare che si possa proseguire sulla strada sin qui intrapresa.-

Scrive ancora Brown: "Il bisogno di adattare la vita umana simultaneamente alla capacità di rigenerazione dei sistemi biologici della Terra e ai limiti delle risorse rinnovabili richiederà una nuova etica sociale. L'essenza di questa nuova etica è l'adeguamento: l'adeguamento del numero e delle aspirazioni degli esseri umani alle risorse e alle capacità della Terra. Questa nuova etica deve soprattutto arrestare il deterioramento del rapporto dell'uomo con la natura. Se la civiltà, quale la conosciamo oggi, deve sopravvivere, quest'etica dell'adeguamento deve sostituire la dominante etica della crescita".

"La soluzione che daremo al problema di arrestare il deterioramento del rapporto fra la popolazione umana, che oggi conta già quattro miliardi di individui (1978 !), e i sistemi e le risorse naturali della Terra, inciderà su ciò che mangeremo, su quanto pagheremo la casa e su quanti figli potremo avere. Alcuni considereranno i mutamenti che ci attendono con allarme, o anche in termini apocalittici. Altri, fra i quali si schiera l'autore, ritengono che i problemi delineati in questo libro siano solubili, ma che per risolverli in modo soddisfacente sarà necessaria una dose eccezionale di volontà politica e di intelligenza".

Già nel 1978 Lester Brown indicava chiaramente nell'etica dell'adeguamento e non più nell'etica della crescita, la strada da intraprendere per cambiare la rotta dei nostri sistemi sociali. Oggi, l'occasione che si presenta nel nostro paese, grazie anche alla vittoria dei referendum su acqua ed energia nucleare, per ragionare finalmente su di una nuova impostazione economica che si basi sull'etica dell'adeguamento, è francamente straordinaria.
Saremo in grado rapidamente, di mettere in campo quella "dose eccezionale di volontà politica e di intelligenza" per cambiare rotta ? Come sempre la risposta sta a noi.

 

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