[16/06/2011] News toscana

Servizio idrico, post referendum: le criticità sono le stesse della scorsa settimana…

...ma si deve tener conto di come si sono espressi i cittadini italiani (e toscani)

L'esito referendario in particolare sui primi due quesiti quelli riguardanti l'acqua (il primo a dire il vero interessa anche altri servizi pubblici locali, ma sinceramente i cittadini hanno abrogato il Decreto Ronchi pensando esclusivamente all'acqua), stanno mandando in fibrillazione istituzioni, società di gestione, enti regolatori.

In effetti dopo le indicazioni uscite dalle urne non si può perdere tempo: si deve legiferare tenendo conto della volontà della maggioranza degli italiani e delle criticità che oggi come la scorsa settimana interessano il settore idropotabile.

Ci vogliono certamente investimenti: è necessario stabilire quanti (in questa fase sarebbe bene partire dalle priorità di breve-medio periodo), dove e con quali modalità reperire i soldi.

Anche in Toscana la fase di transizione è iniziata con le proposte del presidente Rossi (Nella foto) che pensa all'intervento del credito cooperativo per finanziare parte del servizio idrico tutto pubblico, con le intenzioni del sindaco di Firenze Renzi, che fa i conti per ricomprare dai privati il 40% di Publiacqua Spa, con le fibrillazioni delle società di gestione che a parte qualche caso lodevole (vedi le dichiarazioni immediate del presidente dell'Acquedotto del Fiora Spa) stentano a "digerire" la batosta che hanno preso tra domenica e lunedì, auspicando (magari senza troppo urlarlo) che tutto si risolva con una soluzione "gattopardesca".

«Continueremo ad operare con il consueto senso di responsabilità e con grande impegno, secondo i contratti vigenti e chiediamo alle Ato di adoperarsi per il superamento della fase di incertezza normativa che rischia di bloccare il settore» hanno dichiarato i gestori del servizio idrico toscani riuniti presso la sede dell'associazione Confservizi Cispel Toscana. Quanto possano fare gli Ato (in scadenza) durante questa fase non è ben chiaro, come appare oggi impensabile chiudere la nuova legge regionale sui servizi pubblici locali entro il 30 luglio.

I tempi stringono, non c'è dubbio, ma è necessario dare indirizzi che tengano conto di come hanno votato i cittadini toscani aspettando anche qualche doverosa indicazione di governo e parlamento. «L'opinione  pubblica, le aziende di gestione, i lavoratori del settore e le tante imprese che lavorano nell'indotto vivono un momento di grave incertezza legata al possibile stop agli investimenti-ha sottolineato Alfredo De Girolamo presidente di Confservizi Cispel Toscana-  Il servizio idrico integrato in senso stretto e tutte le opere ad esso connesso rappresentano una delle principali industrie della nostra regione e non possiamo permetterci che si blocchi per la mancanza di chiarezza su come devono essere sostenuti gli investimenti. Abbiamo scritto una lettera alle Ato, in cui ribadiamo il nostro impegno per assicurare la qualità del servizio e il rispetto degli standard ambientali previsti dalle norme europee e dai contratti in essere, con l'auspicio di una pronta definizione degli aspetti normativi legati alla tariffa» ha concluso De Girolamo, che in questo caso ha perfettamente ragione a chiedere chiarezza nel tempo più breve possibile.

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