[14/06/2011] News

Il Perù del nuovo presidente indio si impegna a proteggere una tribù incontattata

Survival canta giustamente vittoria: il ministero della cultura del Perù ha promesso di proteggere la riserva di una tribù incontattata dell'Amazzonia che si temeva potesse essere chiusa. In una nota il ministero ha smentito le voci secondo cui sarebbe stata progettata la chiusura della riserva Murunahua e ha chiarito che il territorio «E' pienamente protetto dalla legge peruviana».

Probabilmente il governo di Lima è venuto a più miti consigli dopo la vittoria del presidente della sinistra nazionalista, Ollanta Humala, dal quale, viste le sue origini, ci si aspettano politiche più rispettose degli indios, e per la campagna mediatica scatenata da Survival che in un appello su internet sottolineava che «La sopravvivenza della tribù incontattata che a febbraio conquistò le pagine dei media di tutto il mondo è sempre più a rischio. Il governo peruviano progetta infatti di abolire una riserva confinante che ne difende i territori».

Gli indiani ritratti nelle ormai note fotografie mostrate alla Bbc dalla star cinematografica Gillian Anderson, in realtà sono state scattate in Brasile, vicinissimo al confine col Perù (due Paesi dei quali probabilmente la tribù non conosce l'esistenza), ma Survival spiega che «Oltre la frontiera si estende il territorio dei Murunahua, dove vivono anche alcuni gruppi incontattati. Grazie al suo status di riserva, la loro terra dovrebbe fungere da protezione anche per l'area degli Indiani incontattati brasiliani confinanti. Tuttavia, negli ultimi anni la riserva è stata invasa dai taglialegna illegali costringendo i gruppi incontattati del Perù alla fuga verso il Brasile».

Dopo la diffusione di foto e filmati, il governo peruviano dichiarò l'intenzione di collaborare con le autorità brasiliane per salvaguardare l'intera area a cavallo del confine, ma secondo i difensori dei popoli tribali il Dipartimento agli affari indiani di Lima, l'Indepa, stava  progettando «Di abolire completamente la riserva Murunahua adducendo come motivazione di "non ritenere che ci siano tribù incontattate nella zona"»

Erano stati proprio i dipendenti dell'Indepa, che dipende dal ministero della cultura, a rivelare il  progetto di chiudere la riserva nel corso di incontri con le organizzazioni locali. Survival punta il dito contro il direttore del dipartimento dell'Indepa per la protezione, l'economia, lo sviluppo e il territorio indigeno, il solo dipendente di cui la stampa internazionale abbia reso nota l'identità e sottolinea che «L'Indepa è stato pesantemente criticato per non esser riuscito a prevenire il dilagare del disboscamento illegale che sta ora costringendo le tribù incontattate a fuggire dalla riserva».

Survival International ha accolto con soddisfazione l'annuncio del ministero e ha scritto al neo-eletto presidente del Perù per chiedergli «In che modo il suo governo interverrà per proteggerà le vulnerabili tribù incontattate del Paese». Infatti un'indagine compiuta dell'organizzazione statunitense Upper Amazon Conservancy (Uac) dimostra che la riserva Murunahua soggetta ad un esteso disboscamento illegale, nonostante la protezione e le ripetute promesse d'intervento del governo.

L'Uac ha documentato l'esistenza di 5 campi illegali di disboscamento all'interno della riserva e due recenti avvistamenti di Indiani incontattati vicino al confine con il Brasile.

Stephen Corry, direttore generale di Survival, sottolinea che «Il disboscamento illegale è indicato come la causa della fuga degli Indiani incontattati peruviani verso il Brasile, proprio vicino a dove vivono gli Indiani fotografati in febbraio». La manovra tentata dal precedente governo peruviano è stata a dir poco cinica: prima non ha fatto nulla per fermare l'invasione illegale dei taglialegna, quando gli indiani incontattati sono fuggiti verso il Brasile,  ha annunciato l'abolizione della loro riserva perché non vivevano più lì.

Secondo Jose Meirelles, ex-referente per gli indiani incontattati del Dipartimento agli affari indiani del Brasile, «È davvero assurdo pensare di abolire la riserva. Sono pronto a scommettere tutti miei soldi che i mandanti di questa iniziativa sono i disboscatori illegali e l'industria petrolifera».

Torna all'archivio