[13/06/2011] News

Fukushima: stronzio 240 volte sopra i limiti nell’oceano, vita marina a rischio

Un nuovo guasto ritarda tutto

Stronzio radioattivo oltre i livelli di sicurezza stabiliti dal governo giapponese sono stati rilevati  per la prima volta nell'acqua di mare nella baia vicino alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Oggi la Tokyo Electric Power Company (Tepco) ha riferito che «Il 16 maggio, stronzio-90, ad un livello 53 volte superiore alla norma di sicurezza è stato rilevato in campioni prelevati all'interno di una insenatura utilizzata  esclusivamente dalla centrale nucleare, il 16 maggio». Secondo i dati rivelati dalla Tepco «E' stato rilevato stronzio -90 ad un livello 170 volte superiore alla norma anche in campioni ottenuti  il 16 maggio  presso la prese d'acqua all'esterno del reattore numero 2. Nelle prese d'acqua del reattore numero 3, il livello era di 240 volte superiore al limite legale di sicurezza».

La Tepco aveva annunciato per la prima volta la presenza di stronzio nelle acque di falda vicino agli edifici dei reattori di Fukushima Daiichi. In un campione di acqua di falda preso il 18 maggio nei dintorni del reattore 2 risultavano 6.300 bequerel per litro e in un altro vicino al reattore 2 i becquerel erano 22. L'utility ha spiegato che i ritardi nella pubblicazione dei dati sullo stronzio dipendono dal fatto che ci vogliono almeno tre settimane per analizzare i campioni.

Lo stronzio ha un'emivita relativamente lunga, 29 anni, e se inalato può accumularsi nelle ossa  e causare il cancro. La Nuclear and industrial safety agency (Nisa) ha detto che «Il risultato non è al di là delle nostre aspettative, perché la sostanza è stata rilevata in una insenatura utilizzata esclusivamente dalla centrale Monitoreremo da vicino i pesci e molluschi nella zona interessata».

Anche secondo Takashi Ishimaru, della Tokyo university of marine science and technology, intervistato ieri dal network televisivo Nhk (cioè prima che arrivassero i dati sullo stronzio vicino alle prese df'acqua dei reattori), «I risultati erano attesi perché  piccole quantità di stronzio radioattivi erano già state individuate  in mare, sia vicino alla prefettura di Fukushima che più lontano. Anche se il livello di stronzio supera il livello di sicurezza del governo, l'impatto sul corpo umano dovrebbe essere minimo perché l'ammontare non è molto più grande di quello del cesio rilevato nello stesso tempo». Ma il professor Ishimaru prospetta un altro rischio di accumulo: «Lo stronzio ha proprietà simili a quelle del calcio. Ulteriori esami devono essere effettuati per vedere se la sostanza si accumula nelle ossa di pesci e nell'altra vita marina».

Intanto la Tepco è alle prese con l'ennesimo guaio: ha ulteriormente rinviato i test di un nuovo sistema per il trattamento di acqua altamente radioattiva che minacciano di tracimare dalla centrale nucleare: oggi ha annunciato che è tutto spostato a domani o ancora dopo, più di 4 giorni di ritardo rispetto alla tabella di marcia. Ieri il guasto che ha ritardato i test sembrava apparentemente risolto e si era verificato in un dispositivo fornito dalla società statunitense Kurion per rimuove cesio radioattivo.

Infatti i test della decontaminazione dovevano iniziare il 10 giugno con l'utilizzo dei 4 dispositivi per  rimuovere il  cesio dall'acqua, comprese le attrezzature made in Usa, ma il piano è saltato dopo la scoperta di infiltrazioni di acqua altamente radioattiva da un giunto di una tubazione e per il guasto di una pompa d'acqua di un sifone. La cosa si è scoperta perché quando le pompe sono state avviate uno dei quattro sistemi progettati per spostare verso il "depuratore" 12,5 tonnellate di acqua all'ora è risultato essere molto lento, subito la Tepco pensava ad una valvola, poi la cosa è risultata più grave e complicata.

Oggi la Tepco ha tentato di avviare ugualmente i test-run di altri dispositivi, ma il piano si rivelato impraticabile e sta tentando di accorciare disperatamente il periodo dei test per avviare il sistema di depurazione il più presto possibile, per evitare che l'acqua radioattiva trabocchi in mare, portando altro cesio e stronzio. Il problema ritarderà il pieno funzionamento del sistema di smaltimento, inizialmente previsto per il 15 giugno.

Entro due settimane l'acqua potrebbe tracimare dai sotterranei e dalle trincee di Fukushima Daiichi, visto che la Tepco continua a pompare enormi quantità di acqua dolce per raffreddare i reattori, esattamente l'acqua che non riesce a riciclare.

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