[10/06/2011] News

Referendum gli appelli per il Si col batti-quorum

Ferrante e Della Seta: «Vergognosa la campagna astensionista a pagamento sul Corriere della Sera»

Mentre è in corso a piazza del Popolo la manifestazione conclusiva "Io Voto - Si balla, Si canta... Si vota", fioccano gli appelli per andare a votare al referendum, ne pubblichiamo qualcuno associandoci all'invito ad andare tutti  a votare il 12 e 13 giugno.

Il Comitato vota Si per fermare il nucleare ricorda le 4 regole d'oro del bravo elettore: «Porta con te la carta d'identità. Porta con te la tessera elettorale. Chi non è in possesso della tessera elettorale o l'ha smarrita può ritirarla presentandosi all'Ufficio Elettorale del proprio Comune munito di documento di identità in corso di validità. Gli sportelli saranno aperti per tutta la durata del voto. Vai a votare nelle prime ore di domenica. Non sovrapporre le schede mentre voti: hanno le stesse proprietà della carta carbone e invalideresti il tuo voto!»

Il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza ricorda che «A tre mesi dall'incidente nella centrale di Fukushima, le notizie che arrivano dal Giappone sono sempre più preoccupanti e chi continua a dire che il nucleare sia una fonte di energia sicura è del tutto irresponsabile -- Il referendum di domenica e lunedì è una grande occasione per liberare l'Italia dal rischio della costruzione di nuovi impianti nucleari e per porsi definitivamente all'avanguardia di un'Europa rinnovabile e libera dalle fonti fossili. Dopo aver cercato di nascondersi in seguito all'incidente giapponese, il fronte del no al referendum in questi ultimi giorni di campagna elettorale non è riuscito a offrire nessun argomento utile a favore dell'atomo, confermando ciò che gran parte degli italiani sa: che il nucleare è costoso, pericoloso e inutile»

Stefano Leoni, Presidente del Wwf Italia è convinto che «Votare SI ai referendum di domenica e lunedì su acqua e nucleare è un generosità verso le generazioni future alle quali dobbiamo garantire sicurezza, energie pulite e risorse primarie distribuite e condivise secondo principi democratici. Il nostro impegno per informare, coinvolgere e convincere i cittadini italiani in questi mesi è stato enorme, dagli incontri e dibattiti alle informazioni "porta a porta", dalle campagne sul web al coinvolgimento di testimonial, dalle catene umane ai runners nel centro storico di Roma. Uno dei grandi risultati che abbiamo già ottenuto è stato quello di poter aprire dibattiti pubblici e diffusi sul territorio su temi importanti come la gestione delle risorse e dell'energia.  I cittadini stanno capendo che non abbiamo bisogno di nuova energia inquinante, ma di superare la dipendenza dalle fonti fossili e promuovere la nuova economia il cui motore sono le energie rinnovabili e il risparmio e l'efficienza energetica. I cittadini hanno anche capito che privilegiare i privati nella gestione dell'acqua porta solo svantaggi: il centro studi di Mediobanca ha rilevato che la gestione privata dell'acqua fa aumentare le tariffe del 60% e diminuire del 66% gli investimenti. Se vinceranno le ragioni del SI il paese potrà finalmente avviarsi con decisione verso un futuro più pulito e un'economia diversa. Se davvero il Presidente del Consiglio vuole ridurre le tasse, cominci a non costruire centrali nucleari. Il costo di due soli impianti, infatti, equivarrebbe a una nuova tassa da 30 miliardi di euro totalmente a carico dei cittadini. Lo ha affermato anche Tremonti ammettendo che il nucleare rappresenta solo un debito. Lo conferma l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, che ha chiesto un'apposita tassa per realizzare gli impianti atomici. E' bene che i cittadini sappiano quanto potrebbe costarci il nucleare il cui sviluppo tecnologico è rimasto fermo agli anni '70, mentre l'efficienza delle rinnovabili è cresciuta negli ultimi dieci anni del 70% ed è in continuo sviluppo».

Secondo Mariagrazia Midulla, responsabile energia e clima del Wwf «Le centrali nucleari non rappresentano un'opzione economicamente competitiva, tanto più in un regime di libero mercato.  Perché allora i cittadini si dovrebbero accollare questo rischio, attraverso lo Stato, se sono le imprese le prime a non farlo?».

Il presidente nazionale Ecodem, Fabrizio Vigni, chiede contro il nucleare «Un mare di Sì per portare l'Italia nel futuro. Ci sono referendum che hanno segnato la storia d'Italia: con il loro voto gli italiani hanno scelto tra Repubblica e Monarchia, hanno difeso leggi di civiltà come quelle sul divorzio o sull'aborto. L'appuntamento delle urne del 12 e 13 giugno può essere di nuovo uno spartiacque decisivo, in grado di aprire una pagina nuova, se vi sarà una larghissima partecipazione ed una vittoria del Sì nel referendum sul nucleare. Non c'era bisogno del disastro di Fukushima per scoprire i rischi della tecnologia nucleare. Da sempre siamo convinti che l'Italia possa e debba  farne a meno: a maggior ragione ora che in tutto il mondo si è aperto un profondo ripensamento. Sarebbe una follia per l'Italia decidere di salire su un treno dal quale altri grandi paesi europei come la Germania stanno  scendendo. La vittoria del Sì significa non solo fermare definitivamente il piano nucleare del governo, ma anche scegliere per l'Italia un futuro fatto di fonti rinnovabili, efficienza energetica,tecnologie pulite e sicure, economia verde».

Equivita pubblica un manuale d'uso per il Referendum del 12 e 13 giugno e spiega che «il referendum è uno dei nostri più rari e importanti strumenti di democrazia, che, quale che sia l'opinione che vogliamo esprimere, non è corretto vanificare non recandosi alle urne. Il Referendum del 12 e 13 giugno entranti costituisce, inoltre, per i temi che in esso vengono affrontati, un'ancora di salvezza per tutti noi: ci consente di avere il controllo, tutti insieme, di questioni che mettono a rischio la nostra vita e quella dei nostri discendenti. Come ha dichiarato Jeremy Rifkin, "Verranno prese decisioni che non riguardano solo il nucleare e l'acqua, ma anche il sistema economico-sociale e la sicurezza; in breve, il futuro del pianeta". Possiamo aggiungere che verranno prese decisioni che riguardano i valori per i quali il Comitato scientifico Equivita (prima Csa) si è sempre battuto: diritto alla vita, dignità della stessa, tutela dei Beni Comuni. Dunque: Votiamo e facciamo votare tutti!»

Oggi il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli, ha depositato un esposto alla procura di Roma per chiedere la verifica della regolarità delle operazioni di voto degli italiani all'estero: «Vogliamo sapere se i consolati italiani, in questa consultazione referendaria hanno messo tutti gli italiani all'estero iscritti nell'anagrafe elettorale nelle condizioni di poter esercitare diritto di voto, ovvero se le schede che dovevano essere spedite siano arrivate effettivamente ai destinatari. Abbiamo fondati elementi per sostenere che si sono verificati casi, non solo in Europa ma anche in Brasile dove è presente una grande comunità italiana, in cui non è stato possibile esercitare il diritto di voto. Abbiamo istituito un osservatorio dopo che le operazioni degli italiani all'estero sono terminate da giorni. Nell'esposto che la procura apra un indagine per verificare se ci sono stati comportamenti omissivi che hanno danneggiato la procedura referendaria e quindi il raggiungimento del quorum. Abbiamo dato mandato agli avvocati Giuseppe Carugno e Valentina Stefutti di presentare in Cassazione un'istanza preventiva nella quale si chiede alla suprema corte di non considerare ai fini del quorum gli italiani all'estero che hanno votato sul vecchio quesito referendario; di non considerare ai fini del quorum i voti degli italiani all'estero che non hanno potuto esercitare il proprio diritto di voto a causa della mancata informazione e di non considerare ai fini del quorum tutti i cittadini che non hanno mai ricevuto le schede referendarie spedite dai consolati ( ossia tutte quelle che sono ritornate indietro ai consolati perché non hanno raggiunto il destinatario)».

I senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante se la prendono con la campagna astensionista: «Oggi sul Corriere della Sera è stata pubblicata una pagina a pagamento da parte dei sostenitori del nucleare, che invece di chiedere legittimamente di votare no al referendum invitano i cittadini a non ritirare la scheda: un ultimo tentativo meschino da parte di chi vuole unicamente difendere interessi privati, e che tenta di rifilare agli italiani le solite frottole sull'energia nucleare sicura e conveniente. L'appello è il tentativo in extremis di fare della disinformazione sull'eventuale ritorno dell'energia nucleare, che a dire dei firmatari si farebbe nel nostro Paese in accordo con le popolazioni locali. Una bugia bella e buona , perché il Governo aveva previsto una militarizzazione dei siti prescelti, che va di pari passo con le altre affermazioni secondo cui la vittoria del sì indebolirebbe il ruolo dell'Italia nella discussione internazionale e annullerebbe la ricerca: è vero il contrario, perché quello che si profila a livello internazionale è l'opzione zero, cioè l'uscita dal nucleare, e dire no al nucleare attuale e pericoloso non vuol dire certo azzerare lo studio e l'innovazione. L'opinione pubblica comunque sia già prima della tragedia di Fukushima era consapevole della pericolosità e antieconomicità del nucleare, e votando sì archivierà una volta per tutte l'incubo del ritorno delle centrali nucleari nel nostro Paese».

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