[07/06/2011] News toscana

La ripresa “asimmetrica” dell’economia toscana: presentato il rapporto Irpet-Unioncamere

Una Toscana "resiliente" che reagisce abbastanza bene all'impatto della crisi economica anche se in modo "asimettrico", ma che è ripartita molto più lentamente rispetto alle aree più dinamiche del Paese come ad esempio il nord-est. Questa in estrema sintesi la fotografia che emerge dal rapporto "La situazione economica della Toscana. Consuntivo anno 2010. Previsioni 2011-2012", elaborato da Irpet e Unioncamere.

La Toscana, secondo gli ultimi dati Istat, pare che abbia subito meno del resto d'Italia la crisi del 2008-2009 che ha colpito i Paesi occidentali, e nel 2010 la ripresa indubbiamente c'è stata (+0,9% di crescita del Pil) anche se alquanto disomogenea, con molti elementi di fragilità e senza creare occupazione.

«La ripresa è asimmetrica perché non ha coinvolto tutto il sistema produttivo toscano, ma principalmente il settore manifatturiero ed anche questo in modo particolarmente disomogeneo- spiegano i ricercatori Irpet- Un comparto che ha maggiormente risentito del calo della domanda mondiale, ma che ha anche reagito per primo una volta che questa è tornata a crescere».

All'interno del manifatturiero sono state le imprese esportatrici (più le grandi che le medio piccole) le vere protagoniste della ripresa (+6,6% la produzione), mentre le non esportatrici hanno visto ridursi ulteriormente i propri livelli di attività (-2,1% rispetto al 2009) a conferma di come sia in crisi il mercato interno.

I ricercatori di Irpet-Unioncamere mettono poi in evidenza un'altra importante asimmetria: «i migliori risultati sono dipesi anche dal livello tecnologico delle aziende. Nel 2010, infatti, i segmenti manifatturieri high-tech hanno realizzato un incremento della produzione del 19,3% dopo essere stati solo marginalmente toccati dalla crisi, quelli a media tecnologia hanno messo a segno una crescita superiore al 5%, mentre i segmenti a bassa tecnologia si sono fermati ad un +2,1%».

Nonostante qualche indicatore inviti ad un cauto ottimismo, sul fronte occupazionale è ancora buio pesto. Il ritardo fisiologico degli effetti della crisi sul mercato del lavoro e il forte recupero di produttività legato alla necessità di incrementare la competitività, ha portato ad una diminuzione dell'occupazione (-0,8%), in particolare nell'industria ed è cresciuta poi anche la disoccupazione specialmente tra i giovani.

«Se alle persone ufficialmente disoccupate sommiamo anche quelle in cassa integrazione, quelle che non stanno cercando attivamente lavoro (perché scoraggiati) e quelle che si percepiscono di fatto disoccupate (nonostante secondo Istat rientrino tra gli occupati, avendo lavorato almeno un'ora nell'ultima settimana precedente la rilevazione) si arriva ad un tasso di disoccupazione superiore al 9% (in Italia, secondo le stime di Banca d'Italia, si supera però il 13%)».

Purtroppo nell'immediato futuro su questo fronte non ci sono buone notizie. Le previsioni di crescita del Pil per la Toscana (+1,1-1,2%) non si discosteranno di molto da quelle per l'Italia (+1,2-1,4%) per il triennio 2011-2013, una crescita modesta che, unita alla necessità di recuperare maggiori livelli di produttività e di competitività delle imprese, sarà in grado di attivare una domanda di lavoro assai ridotta, nell'ordine di 0,5 punti percentuali in media fra il 2011 ed il 2013 è spiegato nel rapporto.

Al di là del quanto si cresce è importante come (correlazione con i consumi di materia ed energia) e in quale direzione. Dal rapporto emerge che l'investimento in innovazione ed alta tecnologia premia, come dovrebbe premiare la scelta di un modello di sviluppo incentrato sulla sostenibilità che purtroppo (nonostante qualche passo avanti) ancora stenta ad affermarsi ed essere riconosciuto e valorizzato a livello globale.

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