[03/06/2011] News toscana

Gas radon, rischi per la salute e prevenzione. Un convegno all'isola d'Elba

Ufficialmente riconosciuto come la seconda causa di morte per tumore polmonare dopo il fumo di sigaretta, il radon è un gas radioattivo scoperto nel 1898 dai coniugi Curie, ma che è stato incluso dall'Oms tra le sostanze evidentemente cancerogene novant'anni dopo, con una sufficiente analisi dei rischi partita soltanto nel 1997.

Questo gas nobile naturalmente radioattivo è comunemente presente in natura, con una concentrazione in atmosfera estremamente bassa; il rischio per la salute dell'uomo si viene a creare quando tale gas si concentra in ambienti chiusi: a concentrazioni più alte corrispondono più alti rischi di contrazione del tumore.

La principale fonte di emissione di radon è il suolo (seguito da materiali da costruzione come tufo e granito, ma anche l'acqua), dal quale può risalire ed infiltrarsi negli edifici, per poi accumularvisi, rendendosi pericoloso per la salute umana. Gli ambienti più a rischio sono solitamente quelli a più diretto contatto con il suolo, ma per un'analisi accurata è necessario contattare l'Arpa della propria regione, alla quale è possibile rivolgersi anche per l'eventuale bonifica.

Per approfondire i rischi che l'esposizione al radon comporta per la salute umana, e le possibili alternative per arginare tali rischi, greenreport.it ha contattato l'architetto Massimiliano Pardi, presidente della sezione di Livorno ed Arcipelago toscano dell'Istituto nazionale di bioarchitettura, ente che ha organizzato oggi una giornata di studi sul tema a Marciana.

Dal 1988 al 1996 è stata condotta un'indagine nazionale sulla radioattività naturale nelle abitazioni, che ha fornito la prima valutazione dell'esposizione della popolazione al radon a livello regionale. La media nazionale è risultata pari a 70 Bq/m3, e più bassa a livello della Regione Toscana. Una più recente indagine di Altroconsumo, invece, ha riscontrato un valore medio nazionale decisamente più elevato di quello ufficiale, e pari a 147 Bq/m³. La Toscana, inoltre, reduce da uan recentissima campagna di monitoraggio che si è cobnclusa nel 2008,  rientra tra le Regioni con una concentrazione sopra la media.

La Regione Toscana ha promosso e finanziato un'indagine conoscitiva sulla concentrazione del gas radon nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro in Toscana (del. giunta reg. 1243/2005 e del. giunta reg. 38/2006). Il progetto di indagine, partito nel giugno 2007 ed ultimato nei primi mesi del 2008, prevedeva di effettuate alcune migliaia di misure sia negli ambienti di vita che di lavoro, coinvolgendo un campione di edifici sia privati che pubblici, estratti casualmente sul territorio regionale.

I risultati dell'indagine hanno permesso di mappare il territorio regionale secondo il rischio radon, con la finalità di adottare adeguate misure di prevenzione dell'ingresso di questo gas negli edifici di nuova costruzione e misure di riduzione della sua concentrazione negli edifici esistenti.
A fine 2010 i risultati dell'indagine condotta da Arpat, sono stati presentati ai sindaci e alle Asl toscani: i livelli più alti sono risultati sull'Appennino, nella Toscana del sud e sulle isole.

Dal rapporto di Legambiente "Ecosistema scuola 2011" che analizza la situazione dell'edilizia scolastica nel nostro paese, risulta che solo il 30% delle amministrazioni fa il monitoraggio per il radon, eppure i nostri figli trascorrono molte ore all'interno di tali edifici, rendendo concrete le possibilità di essere fortemente danneggiati dalla presenza del radon. Quali le azioni che sarebbero necessarie per arginare il problema, a suo parere?

Le tecniche di mitigazione del radon si possono riassumere in tre essenziali principi: impedire la penetrazione del radon nell'edificio attraverso una riduzione dell'infiltrazione o deviando il flusso del gas; eliminare o ridurre il gas dall'aria interna agendo attraverso una maggiore ventilazione o miscelazione con aria fresca; eliminare o ridurre il gas dall'aria interna attraverso una azione diretta sull'aria presente nell'edificio.

Chi dovrebbe considerarsi maggiormente esposto al rischio radon per gli ambienti in cui vive o che frequenta abitualmente, ed a chi può rivolgersi per una valutazione tecnica dell'effettiva concentrazione del gas in tali luoghi? Conseguentemente, quali sono gli interventi più immediati ed efficaci sui quali far affidamento per ottenere una diminuzione di tale rischio?

Sono esposti al rischio radon, quei soggetti che vivono o lavorano nei locali posti al piano terra e ai piani interrati. Per una valutazione tecnica dell'effettiva concentrazione del gas in tali luoghi, ci si può indirizzare presso qualsiasi professionista del settore edilizio, comunque sempre supportato da un geologo che possa leggere e analizzare i dati rilevati pre e post opera. Si può diminuire il rischio d'esposizione al radon con la scelta dei materiali da costruzione (cemento per le fondazioni e materiali di isolamento), l'isolamento delle fondamenta, il vespaio aerato, l'utilizzo di casseri da perdere e membrane bugnate o impermeabili. Anche la destinazione dei locali influisce - dato che il problema del radon è relativo alle stanze a diretto contatto con il terreno; poi, le scale, i vani ascensori, i condotti verticali ed i cammini devono essere progettati in modo che non si creino canali di comunicazione che consentano il trasporto del radon.

Le competenze dell'Inbar coprono anche i campi dell'informazione e della formazione. Da questo punto di vista, quanto è importante, e quanto è stato invece fatto per sensibilizzare i cittadini riguardo al radon, ed alle conseguenze cui porta una prolungata esposizione ad elevate concentrazioni di questo gas incolore ed inodore? C'è infatti la sensazione che, senza una corretta campagna informativa in tal senso, il radon sia destinato a rimanere un rischio per la salute umana non effettivamente percepito come tale e, proprio per questo, confinato nella definizione di pericolo concreto, ma fortemente trascurato.

Concordo pienamente con tale pensiero, infatti l'Istituto Nazionale di Bioarchitettura® svolge anche funzioni di informazione e preparazione professionale di tecnici e operatori dell'edilizia tramite corsi di Bioarchitettura®, informativi e tematici specialistici nelle varie discipline che vanno dalla bioclimatica, al recupero delle acque meteoriche e reflue, alla riduzione dei consumi energetici con utilizzo di fonti alternative, sino a coprire tutte le discipline rivolte a fornire una architettura di qualità. Per questo motivo la nostra Sezione di Livorno e Arcipelago Toscano assieme al Comune di Marciana, ha voluto fortemente questo convegno dal titolo "Gas radon: rischi per la salute ed interventi di prevenzione" , riguardo al quale desidero ringraziare in modo particolare tutta la giunta comunale del Comune di Marciana ed il Geol. Alessandro Damiani per il buon lavoro svolto.

Torna all'archivio