[01/06/2011] News toscana

Firenze: avanti con le pedonalizzazioni ma in un Piano di mobilità condiviso che affronti alla radice le criticità

Quando in una qualsiasi città del nostro paese l'amministrazione comunale annuncia di voler istituire una nuova area pedonale (ma basta la proposta di allargare una Zona a traffico limitato), si creano subito opposte fazioni, due "tifoserie" oseremo dire, dei favorevoli e dei contrari, talvolta a prescindere. Firenze non fa eccezione e la conferma è avvenuta dopo i famosi annunci del sindaco Renzi, riguardanti le nuove pedonalizzazioni di Via Tornabuoni e Piazza Pitti. 

Semplificando, di solito tra i favorevoli troviamo i residenti (magari non tutti) che vedono nelle aree pedonali la possibilità di fornire una boccata d'ossigeno ai propri polmoni, tra i contrari troviamo i commercianti (anche in questo caso non tutti) che vedono ridotte le possibilità di poter sviluppare il loro lavoro. Ovviamente quest'ultima circostanza non si è verificata dove le pedonalizzazione sono state fatte bene, anzi in questi casi le attività commerciali hanno trovato giovamento.

Comunque la situazione va affrontata nel merito e diciamo subito che a nostro avviso l'orizzonte indicato dal sindaco di Firenze è quello giusto.  Il centro della città è piccolo e può essere percorso a piedi e attualmente quelle zone soffrono, specialmente in alcune fasce orarie, di un traffico eccessivo che rende la qualità della vita di residenti, commercianti, turisti non sostenibile. Se l'obiettivo è condivisibile si tratta quindi di trovare le soluzioni tecniche adeguate per poterlo rendere attuabile.

Le soluzioni tecniche devono consentire innanzi tutto ai residenti di poter vivere in centro vedendosi garantiti i servizi e ai commercianti di poter mantenere le loro attività. Ciò è possibile attraverso un sistema di trasporto pubblico efficiente (che può convivere con i pedoni), attraverso facilitazioni per la mobilità alternativa e accorgimenti più specifici come anche le ztl dedicate che sono state proposte.

Nello specifico auspichiamo solo che siano state fatte le simulazioni sui flussi di traffico futuri: ad esempio per  l'area Tornabuoni  vogliamo pensare che sia stato verificato se il sistema delle strade limitrofe possa reggere i nuovi incrementi di traffico. A tal proposito l'amministrazione ha comunicato che  in via della Vigna Nuova  passerà una linea Ataf in più, cioè 65 autobus al giorno da aggiungere ai 134 che già passano oggi. Complessivamente quindi  meno di 200 autobus e non oltre 450 al giorno come qualcuno ha paventato.

In ogni modo al di là degli aggiustamenti che saranno necessari anche in corsa, bisogna stare attenti di non trovarsi nel classico caso della "coperta troppo corta", andando a penalizzare strade magari "meno nobili" e poco ampie. Lo stesso discorso si può fare nella zona Pitti dove è necessario evitare di infilare in "budelli" stretti la mole di traffico che transita dalla piazza cercando di intercettarlo prima e fornendo alternative.

Gli esperti come l'urbanista Bernhard Winkler ci dicono che i viali di circonvallazione reggeranno il nuovo urto "una goccia nel mare" e questo rassicura. Ma i viali sono già in forte sofferenza e sono la carta di tornasole della vera criticità in città. La mancanza di infrastrutture per il trasporto pubblico a basso impatto ambientale, che serva anche le periferie e che sia competitivo con l'auto privata. Non si può prescindere dalla tramvia le cui linee vanno moltiplicate (sono inconcepibili i ritardi per l'inizio dei lavori alla linea 2) e che dovrebbero essere lo scheletro di un sistema integrato a rete in cui si utilizzano le ferrovie locali, autobus e biciclette e si evitano spostamenti utilizzando le nuove tecnologie.

Il Piano della mobilità di persone e merci andrebbe proposto alla città con l'elasticità di poter ascoltare indicazioni utili a qualche modifica, sapendo anche a chi spettano gli oneri e che le "tifoserie" opposte su questo, come su altri temi (come sappiamo) si troveranno sempre.

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