[01/06/2011] News

Nucleare giapponese: non entra in funzione il nuovo reattore della centrale di Shimane

Aiea: sottovalutato il rischio tsunami

La Chugoku Electric Power Company ha annunciato di  voler differire l'avvio della gestione commerciale di un nuovo reattore nella centrale nucleare di Shimane (Nella foto), a Kashima-chou, vicino alla città di Mtsue, nella prefettura di Shimane, e non ha  nemmeno detto quando sarà in grado di avviare l'impianto nucleare. L'utility ha spiegato che «Sono necessarie ulteriori misure di sicurezza per avviare il reattore numero 3 in costruzione presso l'impianto».

Il crono-programma dei lavori prevedeva di inserire le barre di combustibile nucleare nel reattore e di avviare la test operation a giugno, il reattore, un Abwr da 1373 MW, avrebbe dovuto fornire elettricità alla rete nazionale già dal marzo 2012.

Dopo il disastro nucleare di Fikusmina Daiichi le Chugoku Electric Power Company si è trovata di fronte a tutti i problemi della centrale di Shimane, a partire dalla necessità di costruire dighe in grado di sopportare onde di tsunami alte 15 metri e di studiare i modi per evitare inondazioni degli  edifici dei reattori come quelle che stanno rendendo praticamente impossibile mettere sotto controllo l'impianto di Fukushima.

Ma ora viene fuori che la Chugoku Electric Power Company aveva già scoperto nel novembre 2010 un problema al dispositivo per lo spostamento delle barre di controllo del reattore e che «Il difetto è rimasto irrisolto, perché il produttore del dispositivo nella prefettura di Ibaraki è stato colpito dal disastro dell'11 marzo»,

Viene da chiedersi cosa si sia fatto in 5 mesi per affrontare il problema (se non nasconderlo). Ora l'utility dice che «Senza la soluzione di questi problemi, sarebbe difficile avere comprensione dalla popolazione locale per l'avvio della gestione commerciale del nuovo reattore», ma non ha fornito alcun calendario dei lavori per avviare le operazioni di ripristino ed ha addirittura ammesso «La mancanza di un programma di lavoro».

Il già potente e "supersicuro" nucleare giapponese sembra davvero in tilt.

Un rapporto presentato alla Nuclear and industrial safety agency (Nisa) delle utilities dell'energia elettrica ha rivelato 342 problemi geologici e cambiamenti geografici nei pressi delle centrali nucleari, che in precedenza non venivano considerati come rischi.

Le scosse di assestamento dei terremoti dell' 11 marzo e dell'11 aprile hanno rivelato una nuova situazione geologica a  circa 50 chilometri dalla  centrale nucleare Fukushima Daiichi, in un punto che si credeva fosse inattivo, ma evidentemente questi punti critici sono molto più estesi e sottovalutati.

Le compagnie energetiche avevano affermato in studi precedenti che esistevano 324 punti critici e cambiamenti geografici ma non li avevano tenuti in considerazione per valutare la resistenza delle centrali ai terremoti, dato che erano inattivi da più di 120.000 anni o perché non sono stati nemmeno presi in considerazione i problemi risultanti dall'erosione.

La Nisa ha incaricato le utilities energetiche giapponesi di rivalutare la loro resistenza delle loro centrali nucleari ai sisma ed ai cambiamenti geografici post terremoto/tsunami, soprattutto nei punti dove avevano assicurato che il rischio di danni da terremoto era poco o niente. L'agenzia valuterà i rapporti delle società  e, se necessario,  condurrà in proprio le necessarie ricerche sul terreno. «Le utilities - ammonisce la Nisa -  devono riconsiderare i possibili rischi che questi difetti possono comportare per i loro impianti».

Inoltre si apprende che oggi la Aiea ha detto che «la reazione del Giappone all' incidente verificatosi nella centrale nucleare di Fukushima è stata 'esemplare', ma il rischio tsunami è stato sottovalutato». Per  l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, il Giappone ha sottovalutato i rischi legati allo tsunami in diverse delle 54 centrali nucleari sparse sul suo territorio.

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