[31/05/2011] News

Oxfam: i prezzi dei generi alimentari di base potrebbero raddoppiare in 20 anni

Quattro multinazionali controllano il mercato del cibo mondiale

Il nuovo rapporto  "Growing a Better Future" pubblicato oggi da Oxfam sottolinea che «Le carenze dell'attuale sistema alimentare mondiale e le conseguenze del cambiamento climatico comporteranno delle nuove grandi crisi segnate dall'indebolimento delle risorse naturali e dall'aumento delle persone che soffrono la fame nel mondo. Mentre le persone più povere devono dedicare fino all'80% delle loro entrate alla loro alimentazione, i prezzi degli alimenti di base, quali il mais, potrebbero più che raddoppiare nel corso dei prossimi 20 anni».

Le cifre messe nero su bianco da Oxfam sono terribili: entro il 2050 la richiesta di cibo aumenterà del 70%, ma la  nostra capacità di aumentare la produzione alimentare è già in declino: «Il tasso medio di crescita dei rendimenti agricoli è diminuito di circa la metà dal 1990 e dovrebbe continuare a diminuire per raggiungere meno dell'1% nel prossimo decennio».

Jean-Cyril Dagorn, di Oxfam France, ricorda che «Oggi il nostro mondo produce nutrimento sufficiente per tutti. Però, più di 900 milioni di persone, un essere umano su 7 nel mondo, hanno fame. Se non cambiamo il nostro modo di coltivare, di consumare e di condividere i nostri alimenti, milioni di persone in più soffriranno la fame a causa dell'aumento dei prezzi alimentari e delle crisi alimentari regionali che non avranno più fine»,

"Growing a Better Future" punta il dito anche contro i governi le cui politiche inefficaci accentuano i difetti del sistema alimentare e sulle grandi imprese che traggono vantaggio da questa situazione e che premono perché sia mantenuto questo ingiusto sistema speculativo sul cibo.

Quattro imprese multinazionali concentrano nelle loro mani le decisioni relative al sistema alimentare mondiale. Tre sole imprese, Archer Daniels Midland, Bunge e Cargill, controllano circa il 90% del commercio mondiale dei cereali. Le loro attività causano la volatilità dei prezzi alimentari della quale approfittano largamente: durante il primo trimestre del 2008, in pieno rialzo dei prezzi alimentari, i profitti di Cargill erano aumentati dell'86%. E l'impresa quest'anno conosce dei profitti record grazie a delle interruzioni degli approvvigionamenti a livello mondiale. 

Secondo il rapporto "Coltivare un futuro migliore" conclude che «Un'azione dei poteri pubblici per sostenere l'agricoltura e lottare contro il rialzo dei prezzi agricoli ed alimentari è sia urgente che possibile. Un'azione altrettanto importante in un contesto di siccità in Francia e in Europa del nord, che fa seguito ad incidenti climatici dello stesso ordine in Cina e in Argentina e che lascia prevedere un calo della produzione cerealicola e quindi un nuovo aumento dei prezzi agricoli».

Oxfam fa alcuni esempi degli squilibri del sistema alimentare: «Benché la crescita economica indiana sia più che raddoppiata tra il 1990 e il 2005, il numero delle persone che soffrono la fame in quel Pese è aumentato di 65 milioni, cioè più dell'insieme della popolazione francese. Uno sviluppo economico e dei sistemi di sicurezza sociale che esclude le popolazioni povere in ambiente rurale ne sono le cause principali. Oggi una persona su quattro di quelle che soffrono la fame nel mondo, vive in India; Nello stesso tempo, le politiche condotte dagli Stati Uniti fanno si che il 15% delle quantità mondiali di mais siano utilizzate come carburante, anche in un periodo di forte crisi alimentare, mentre la quantità di cereali necessaria per fare un pieno di etanolo di una 4X4 può nutrire una persona per un anno».

Il rapporto Oxfam arriva a poche settimane dal summit ministeriale del G20 agricoltura che si terrà a Parigi il 22 e 23 giugno e l'Ong chiede ai Paesi del G20 ad agire «Per bloccare la speculazione sulle derrate agricole e alimentari e rilevare la sfida alimentare mondiale, i governi devono investire nell'agricoltura contadina e familiare, valorizzando le risorse naturali, gestendo meglio il sistemi alimentari ed assicurando l'eguaglianza uomo-donna».

Secondo Dagorn, «I governi del G20 devono investire nei 500 milioni di contadini dei Paesi in via di sviluppo: sono loro che offrono la più grande opportunità di aumentare I rendimenti a livello mondiale. Devono sostenerli per adattarsi al cambiamento climatico e tenere I prezzi alimentari sotto controllo, regolando i mercati delle materie prime ed annullando le politiche ingannevoli di sostegno agli agro-carburanti. Da troppo tempo i governi mettono gli interessi delle grandi imprese e delle elite al di sopra di quelli dei 7 miliardi tra noi che coltivano e consumano il cibo. I governi del G20 che si riuniscono in Francia quest'anno devono incoraggiare il cambiamento del nostro sistema alimentare mondiale per lottare alla fine efficacemente contro la fame nel mondo».

Torna all'archivio