[27/05/2011] News toscana

Iniziato il dragaggio di un tratto dell’Arno a Firenze. Si tratta di un intervento sostenibile?

Pare che siano iniziati dei lavori di dragaggio nell'alveo dell'Arno a Firenze per la realizzazione di un campo di gara per le canoe, in un tratto di fiume di circa 2 chilometri che si sviluppa dal ponte del Varlungo alla pescaia San Niccolò. Dall'Amministrazione comunale informano che i lavori si sono resi necessari perché la Società Canottieri Firenze necessita da tempo di un tratto di fiume di quella lunghezza per simulare un campo di gara ed effettuare allenamenti con canoe e barche di circa 16 metri.

Attualmente quel tratto presenta, soprattutto in corrispondenza dell'ex Kontiki e fino alla piscina di Bellariva, dei massi affioranti che costituiscono pericolo per le imbarcazioni e rendono di fatto il fiume non navigabile. Da qui la necessità di dragarlo per renderlo sfruttabile agli atleti. Il costo complessivo dei lavori (a cura della ditta Adrimar srl di Siracusa) è di 200.000 euro.

Premesso che il fiume anche nel tratto cittadino deve essere vissuto in vari modi, portando le persone sulle rive, salvaguardando le peculiarità naturalistiche che si sono sviluppate ad esempio nei pressi di piazza Poggi, promuovendo attività come la spiaggia sull'Arno, e quindi anche facilitando le attività sportive che si possono svolgere sul fiume venendo incontro alle esigenze legittime delle Società sportive. Sono tutte forme di presenza attiva che aiutano "a vivere" il fiume e ad allontanare il degrado.

Ma d'altra parte l'Arno non è un bacino remiero artificiale, e quindi saremmo curiosi di sapere in cosa consistono di preciso questi lavori (visto che il dragaggio non è mai un'operazione ad impatto zero) e se sono compatibili con l'ecosistema in quel tratto. Vorremo sapere l'opinione della provincia in tal senso (che probabilmente quei lavori ha autorizzato) e cosa ne pensa l'Autorità di bacino del fiume Arno, che è vero è l'organo deputato alla grande pianificazione (ormai di Distretto) ma pensiamo che debba tornare ad esprimersi anche nel merito di piccoli interventi che se non ben calibrati e fatti da ditte abituate ad operare in questi contesti, possano fare grandi danni.  

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