[26/05/2011] News

Annuario Ispra: rischio sismico, rischio antropogenico e rumore le altre criticità rilevate

Bene le certificazioni ambientali

Dopo quanto evidenziato negli articoli di ieri (vedi indicazioni a fondo pagina), greenreport torna sull'Annuario dei dati Ambientali (edizione 2010), elaborato dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), per rimarcare altri temi affrontati nel documento, i cui dati dovrebbero inviate a riflettere ed agire.

Intanto il rischio sismico. Come noto l'Italia uno dei Paesi a maggiore pericolosità sismica che associata alla diffusa presenza di elementi esposti (centri abitati, infrastrutture, patrimonio architettonico, artistico e ambientale) e all'elevata vulnerabilità degli stessi, «determina condizioni di rischio da "elevato" a "molto elevato" per estesi settori del territorio italiano.

Le aree a maggiore rischio sismico sono localizzate nel settore friulano, lungo la dorsale appenninica centro-meridionale, con particolare riferimento ai settori di bacino intrappenninico, al margine calabro tirrenico e nella Sicilia sud-orientale». Nel periodo ottobre 2009-settembre 2010, si sono verificati 1.903 terremoti di Magnitudo maggiore o uguale a 2, distribuiti essenzialmente lungo l'arco appenninico e, in misura minore, lungo quello alpino, ma nessun evento ha raggiunto,comunque, una Magnitudo confrontabile con quella dell'evento distruttivo che ha colpito L'Aquila nel 2009 (tra l'altro su quell'evento pare che ci siano state negligenze e molti componenti della commissione "Grandi rischi" saranno chiamati a giudizio con l'accusa di omicidio colposo plurimo e lesioni).

L'Italia è un Paese fragile dal punto di vista territoriale, ma per questo ci vuole prudenza, precauzione nel prendere decisioni, fare prevenzione costruendo in modo adeguato e tenere informati tutti i cittadini. Questa filiera molto probabilmente a L'Aquila non è stata rispettata, almeno interamente.

Se ci sono margini per ridurre il rischio sismico non parliamo poi del "rischio antropogenico"  derivante da attività umane potenzialmente pericolose per l'ambiente e la vita umana di cui fa parte il "rischio industriale". Secondo i dati contenuti nel rapporto le regioni a maggior concentrazione di stabilimenti a rischio d'incidente rilevante sono, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte, ma concentrazioni significative si hanno in alcune aree delle regioni Sicilia, Puglia e Sardegna e in prossimità di alcune grandi aree urbane. Altra criticità rilevata da Ispra e sui cui la stessa Commissione europea invita a porre particolare attenzione e rimedio è quella del cosiddetto inquinamento acustico considerato uno dei maggiori problemi ambientali, con elevato e diffuso impatto sulla popolazione e sull'ambiente. Relativamente al rumore le sorgenti controllate, nel 2009, sono state 2.692.

Molte sono state oggetto di controllo a seguito di esposti da parte della cittadinanza e il 54% delle sorgenti segnalate dai cittadini presenta un problema di inquinamento acustico, ossia la rilevazione di almeno un superamento dei limiti vigenti. La criticità è palese ma quello che deve essere sottolineato è la carenza dei provvedimenti per ridurre l'esposizione dei cittadini al rumore. Un dato su tutti: l'approvazione della classificazione acustica del territorio comunale, prioritario strumento di pianificazione, che stabilisce l'uso del territorio e consente le successive azioni di tutela e risanamento delle aree critiche, risulta attuata, al 31 dicembre 2009, dal 43% dei comuni italiani.

Nel rapporto Ispra è evidenziata anche la nota positiva che proviene dalle certificazioni ambientali. In Italia, dal 1998 a dicembre 2009, sono state rilasciate 332 licenze Ecolabel UE per un totale di 10.169 prodotti/servizi etichettati, distribuiti in 15 gruppi di prodotti. Questa "performance" consente all'Italia di detenere il primato tra gli Stati membri europei, per il maggior numero di licenze Ecolabel UE rilasciate, seguita dalla Francia (187 licenze) e dalla Danimarca (72 licenze).

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