[25/05/2011] News

Fukushima: stop allo smaltimento dell’acqua radioattiva

Il reattore 1 danneggiato 18 ore dopo il terremoto e sversa acqua radioattiva nell’oceano

Stamattina alle 9.00 ora del Giappone, la Tokyo Electric Power Company (Tepco) ha sospeso i lavori per trasferire l'acqua radioattiva dagli edifici di due reattori agli impianti di stoccaggio di Fukushima Daiichi. Ci sarebbero problemi da risolvere sulle linee di alimentazione e la Tepco ha detto che «Quando il lavoro sarà finito riprenderà il trasferimento di acqua dal reattore numero 2, ma non dal numero 3, perché gli impianti di stoccaggio sono quasi pieni».

L'acqua fortemente contaminata si sta ancora accumulando negli edifici delle turbine e nelle trincee/tunnel dell'impianto nucleare, ostacolando (o meglio impedendo) gli sforzi dei "liquidatori" per mettere i reattori sotto controllo. La Tepco punta a trasferire 14.000 tonnellate di acqua contaminata dai due edifici dei reattori 2 e 3  ai siti di stoccaggio. Il lavoro sarebbe completato «Circa al 90%» per l'edificio del reattore 3, ma non potrà essere finito fino a quando l'utility non riuscirà a trovare altro spazio per stoccare l'acqua radioattiva.

Intanto si comincia a capire da dove viene gran parte dell'acqua radioattiva che ha contaminato il mare davanti a Fukushima Daiichi. Secondo quanto ha rivelato oggi la Tepco «Il containment vessel del reattore n.  1 potrebbe essere stato danneggiato circa 18 ore dopo il terremoto dell'11 marzo, permettendo una perdita di acqua altamente radioattiva».

Si sapeva (come spieghiamo in un altro articolo del giornale) che il terremoto aveva mandato in tilt sistema di raffreddamento del reattore e che questo avesse innescato la fusione delle barre di combustibile, creazione di fori nel pressure vessel e danni al containment vessel, ma dai risultati delle analisi sui livelli della temperatura e dell'acqua nel reattore viene fuori anche altro: la temperatura del containment vessel è cominciata a salire subito dopo il terremoto, ma lo "shot up", la vera svolta è avvenuta 15 ore dopo il sisma, quando si crede sia cominciato il meltdown, la fusione delle barre di combustibile. La Tepco ora spiega che «Alle 9.00 del 12 marzo, circa 18 ore dopo il terremoto, la temperatura del containment vessel aveva raggiunto i 300 gradi Celsius. Questo è più del doppio della temperatura per il quale è stato progettato per resistere». L'azienda sottolinea che «Quando la temperatura di un containment vessel raggiunge i 300 gradi, le parti in gomma e metallo utilizzate per sigillarlo si danneggiano».

L'acqua altamente radioattiva sversata in mare sarebbe trapelata e starebbe ancora sversando da questo impianto danneggiato. E' la prima volta, a due mesi e 10 giorni dal disastro, che la Tepco fornisce dettagli su come l'acqua altamente contaminata potrebbe essere finita nell'Oceano Pacifico dal reattore 1. Ma lo stesso problema potrebbe presentarsi per i reattori 2 e 3 dove l'utility ha ammesso che potrebbero essersi verificate fusioni delle barre del combustibile che presumibilmente hanno avuto gli stessi effetti e provocato gli stessi danni che sembrano ormai certi per il reattore 1. «Ulteriori analisi saranno necessarie per determinare se questi meltdowns abbiano creato buchi nei containment vessels  e provocato perdite di acqua contaminata», conclude sconsolata la Tepco.

Solo ieri la Nuclear and industrial safety agency (Nisa) aveva chiesto alla Tepco di prendere iniziative concrete e supplementari per fermare la contaminazione del mare e per prevenire altri sversamenti di acqua radioattiva. Ma la Nisa si riferiva ancora alla perdita trovata l'11 maggio in un pozzo vicino ad una presa d'acqua del reattore 3, dal quale sarebbero state sversate in mare in 41 ore  250 tonnellate di acqua che conteneva  20 terabecquerels di radioattività, circa 100 volte più di quanto consentito annualmente per l'intera centrale nucleare di Fukushima Daiichi. Ad aprile l'acqua contaminata con circa 4.700 terabecquerels, 20.000 volte sopra il limite annuale, era stata scaricata in mare dal reattore 2. Ma evidentemente si trattava solo di eventi "eccezionali", la normalità sarebbe quella scoperta ieri: l'acqua radioattiva filtra direttamente dai reattori danneggiati e bucati.

La Tepco sta cercando di tamponare la situazione realizzando una specie di depuratore per purificare l'acqua di mare vicino alla presa d'acqua più contaminata, ma la Nisa ha ordinato all'azienda di mettere sotto controllo altri punti a rischio di perdite radioattive e di adottare misure preventive. Iniziative che l'utility, in confusione come un pugile suonato, non è stata in grado fino ad ora di mettere in atto e che difficilmente sarà in grado di attuare con una situazione che sembra complicarsi con il continuo arrivo di nuove "rivelazioni" sul vero stato dei reattori di Fukushima Daiichi.

Lo stop al trasferimento dell'acqua radioattiva arriva proprio mentre la Nisa chiede alla Tepco «Di mettere in piedi un piano per stoccare e trattare le acque radioattive contaminate presso l'impianto dal primo giugno».

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