[24/05/2011] News

Gli incendi boschivi raddoppiati in Russia

Caldo e siccità peggio che nel 2010

In Russia si annuncia un'altra caldissima estate, dopo quella del 2010 che soffocò Mosca con una coltre di fumo prodotta dagli incendi che ingoiarono intere foreste e bruciarono per settimane le torbiere, devastando centri abitati e minacciando da vicino alcuni impianti nucleari civili e militari. Alla fine ci furono 62 morti tra le fiamme, probabilmente migliaia di morti per l'ondata di calore e per malattie respiratorie e infarti dovuti al fumo, migliaia di senza tetto in 199 località, 19 regioni e repubbliche della Federazione russa e danni valutabili in oltre 12 miliardi di rubli, circa 295 milioni di euro.

La buona stagione 2011 è cominciata ancora peggio: a maggio la superficie totale percorsa dagli incendi ha raggiunto il doppio dello stesso periodo del 2010. Secondo quanto ha detto a Ria Novosti un portavoce del ministero russo delle situazioni di emergenza, «In totale, 421 incendi naturali su una superficie totale di 116.090 ettari sono stati registrati in Russia nel corso delle ultime 24 ore. 241 incendi sono stati domati, mentre altri 180 restano attivi su una superficie di 102.970 ettari».

Gli incendi sono provocati da un calore "anormale" (che ormai è la normalità della tarda primavera russa) e da una siccità mai vista che nel 2010 avevano provocato la distruzione di un quarto dei raccolti di cereali della Russia.

Il 22 maggio il ministero delle situazioni di emergenza in un comunicato diceva che in Siberia in 24 ore il fuoco aveva incenerito 950 ettari di foreste e che erano presenti 92 incendi su una superficie totale di 1.935,6 ettari, dei quali 38 circoscritti in una superficie di 641 ettari.

Ma in Siberia la cosa ha poco di "naturale", tanto che lo stesso ministero evidenzia che «La principale causa degli incendi è l'attività della popolazione locale». Intanto il governo centrale e quelli regionali stanno limitando l'accesso alle foreste.

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