[19/05/2011] News

L’Europa continua ad avere “pazienza” con il Belpaese: nuovo richiamo per la mancata depurazione delle acque reflue

L'Italia si "dimentica" di depurare le sue acque reflue ed è nuovamente richiamata dall'Unione europea. Eppure questo comportamento è quello del "cane che si morde la coda" con conseguenze che pagano i cittadini e l'ambiente. L'acqua utilizzata non depurata o non trattata adeguatamente finisce nei fiumi, laghi e falde  provocando impatto sulle biocenosi animali e vegetali. Ma l'uomo di acqua ha bisogno e la va a prendere dall'ambiente dove la trova sempre in peggiore condizione, e quindi per renderla disponibile per i vari usi e specialmente per quello idropotabile, la deve depurare con trattamenti sempre più sofisticati, dai costi elevati, pagati da noi tutti in bolletta.

«Un italiano su tre è senza depurazione e gli altri due hanno un trattamento non sufficiente alle necessità. Sulle acque reflue siamo fuorilegge da 13 anni ed è indegno che il settimo Paese più industrializzato al mondo debba aspettare l'ultimatum dell'Europa per adeguarsi alla normativa- ha sottolineato Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente a commento dell'ultimatum dato dalla Commissione europea all'Italia per la violazione della normativa Ue sul trattamento delle acque reflue- E non parliamo solo di burocrazia - ha aggiunto Ciafani - perché, come ha giustamente sottolineato la Commissione, la mancanza di idonei sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue, comporta rischi per la salute umana, le acque interne e l'ambiente marino».

Nel Belpaese la copertura del servizio di fognatura è all'84,7% mentre la copertura del servizio effettivo di depurazione è al 70,4% (dati Rapporto Blue Book 2009 di Anea e Utilitatis elaborati da Legambiente). «E' in gioco la qualità della vita degli italiani e dell'ambiente e per questo va attivata una task force tra governo, enti locali e i gestori del servizio idrico per realizzare subito gli interventi più urgenti. In caso contrario l'Italia spenderà inutilmente in multe il denaro che potrebbe utilizzare per realizzare gli impianti di trattamento. La stagione balneare è alle porte e come dimostra da 25 anni l'esperienza di Goletta Verde la mancata depurazione è la principale responsabile dell'inquinamento lungo la costa» ha concluso Ciafani.

Torna all'archivio