[18/05/2011] News

Le elezioni e il nongoverno del territorio

La campagna elettorale non ancora conclusa non pare abbia riservato finora ai temi ambientali molta attenzione. Certo in Sardegna l'esito del referendum sul nucleare non rassicura il nostro ministro Prestigiacomo e il governo che stanno infatti cercando di evitarlo nazionalmente non solo sulle centrali nucleari ma anche sull'acqua e il resto.

Ma come sul cancro della giustizia, a lasciare il segno è stata la sortita del presidente del consiglio sulla necessità di fermare le ruspe contro l'abusivismo in Campania. Così mentre si dà il via alle trivellazioni petrolifere in alcune delle nostre aree marine più pregiate -Santuario dei cetacei incluso- anche per le nostre spiagge si ridà spago -sia pure con qualche ritocco alla grottesca durata secolare- ad una gestione che contrasta con gli orientamenti e le norme comunitarie.

E protestino pure i francesi che vogliono portare la sede del santuario da Genova a Montecarlo perché Roma dorme, tanto noi ce ne freghiamo.

Sullo sfondo di questo scenario in cui brilla la latitanza e l'inadeguatezza del ministro e del suo ministero, ciò che emerge sempre più chiaramente e nettamente è che il governo del territorio -che significa innanzi tutto gestione dell'ambiente naturale e del paesaggio- come scritto chiaramente nel titolo V della Costituzione che giace però indisturbato da un decennio non interessando affatto  agli accaniti federalisti padani.

Tra chi continua farne le spese ci sono come è noto i parchi e non solo perché il loro piatto piange di brutto. Ma perché essi sono allo sbando anche dove un po' di soldi ci sarebbero. In Sicilia dove il ministero è riuscito brillantemente a mettere ko anche la riserva di Ustica, la Prestigiacomo tentò di far sbarcare nella sua isola 4 ( diconsi quattro) parchi nazionali in un colpo solo; Pantelleria, Eolie, Egadi e Monti Iblei con un milione di euro.

La perimetrazione risultò subito problematica e così continua ad essere perché con gli enti locali il rapporto è scabroso tanto è vero che uno dei pochi comuni che ha detto subito si è stato escluso.

Come Garibaldi a Marsala il ministero voleva finalmente piantare una sua bandiera a fianco degli storici parchi regionali siciliani mentre intanto squassava quelli in continente. Il risultato è disastroso ovunque.

Così nel ventennale della legge quadro del 91 che ha consentito dopo tanti ritardi anche al nostro paese di dotarsi - grazie prima alle regioni e poi anche allo stato - di una significativa presenza di parchi e di aree protette, il governo e il suo ministro dell'ambiente aiutati da alcune regioni stanno mettendo a rischio i nostri parchi per i quali -come imperterrita continua a dire la Prestigiacomo - il 2012 sarà anche peggio.

Intanto aumentano i commissariamenti sovente a vita o quasi.

E fare li scongiuri o toccarsi evidentemente non basta. Ci vuole ed è urgente una risposta da parte di tutti quelli che credono nei parchi e in politiche ambientali non sfasciste. Risposta che per ora però è insufficiente anche da parte dei diretti interessati.

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