[17/05/2011] News

Aquafresh dice a noi di risparmiare acqua, ma spreca il cartone degli astucci del dentifricio

Aquafresh invita a seguire "buone pratiche" per ridurre i consumi idrici. Auspichiamo ora che riduca direttamente i consumi di materia

Se durante il lavaggio dei denti non si chiude il rubinetto si possono sprecare anche due litri di acqua. Prestare attenzione durante questa azione che ognuno di noi compie quotidianamente due o tre volte al giorno, è molto importante e le indicazioni per un corretto comportamento sono inserite in quasi tutti i manuali di "buone pratiche" per ridurre i consumi di risorsa idrica.

Una sensibilizzazione in tal senso è anche proposta da Aquafresh che ha recentemente presentato la seconda edizione di "Chiudi il rubinetto", il progetto di sensibilizzazione al risparmio idrico che ha l'obiettivo di informare sullo spreco di acqua nella vita di tutti i giorni, proprio a partire da quella che viene utilizzata quando ci si lava i denti. In collaborazione con EcoWorldHotel, Aquafresh ha dato vita al "B&B Aquafresh": quattro stanze in quattro hotel di Milano, Roma e Firenze dove sono stati installati dei contatori che misurano i litri utilizzati. Nel "B&B Aquafresh" i clienti virtuosi sono anche ricompensati: chi rispetta i parametri suggeriti da Aquafresh per un consumo responsabile d'acqua, infatti, potrà usufruire di uno sconto su un soggiorno futuro presso uno degli hotel della catena.

L'invito della nota azienda di dentifrici ad un corretto utilizzo della risorsa idrica è senza dubbio da sottolineare positivamente, però per essere più credibili nel proporre buone pratiche ambientali e non cadere nell'evidente imbroglio del greenwashing, è necessario anche adottarle direttamente. Consumare meno risorse primarie come l'acqua e meno materia è fondamentale per intraprendere la strada della sostenibilità.

Aquafresch in questo senso potrebbe dare un segnale rivedendo il packaging delle sue confezioni, dei dentifrici e di tutta la linea di prodotti per l'igiene personale: l'astuccio in cartone infatti è un inutile orpello destinato a diventare immadiatamente rifiuto (senza dimenticare i rifiuti prodotti per produrlo, e i prelievi di materia prima), che risponde unicamente ad esigenze di marketing.

 

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