[17/05/2011] News

Il governo giapponese ammette: «Nucleare sovvenzionato dallo Stato»

Sempre meno giapponesi favorevoli all'atomo. I 14 governatori "nucleari" chiedono pił sicurezza

Il governo del Giappone ha annunciato oggi pomeriggio le sue politiche di sostegno alle persone edalle imprese colpite dal disastro nucleare di Fukushima. Le politiche e la timeline post-terremoto/tsunami e per il disastro nucleare di Fukushima Daiichi sono state formalmente adottate dalla nuclear disaster taskforce del governo.

Secondo i documenti del progetto anticipati dai media, il governo ammette che «La promozione dell'energia nucleare è stata una politica di Stato», quindi senza l'appoggio, i finanziamenti e gli incentivi dei governi, l'industria nucleare non sarebbe potuta diventate quella potente lobby che condiziona la politica giapponese.

Ora il governo nel suo piano promette «Un impegno responsabile per tutte le vittime dell'incidente nucleare fino alla fine della ricostruzione». Il suolo nelle aree più contaminate dal fallout radioattivo verrà decontaminato e "raffinato".

La road map del governo prevede di realizzare entro metà agosto 24.000 unità abitative per evacuare le persone che vivono in zone vicine alla centrale nucleare. A partire a fine maggio, gli sfollati saranno autorizzati a recuperare i loro veicoli all'interno dell'area di esclusione di 20 km ed a fare più visite temporanee nel loro vecchio domicilio. Ai residenti nella zona di evacuazione estesa a 30 km verrà comunque chiesto di completare l'evacuazione entro la fine di maggio.

Le ordinanze di evacuazione potranno essere tolte solo una volta che i reattori nucleari siano stabilizzati. La Tokyo Electric Power Company (Tepco) spera di stabilizzarli entro 9 mesi, ma sono ormai in pochi a crederci, visto quello che ogni giorno emerge a Fukushima Daiichi. Il governo ha elaborato un progetto di legge per aiutare la Tepco a risarcire gli sfollati: l'utility ha accettato di fare i versamenti provvisori, in attesa che il disegno di legge passi alla Dieta, la Camera giapponese.
Il governo promette inoltre di monitorare la salute dei residenti «Anche dopo che il disastro nucleare sarà risolto» ed fornirà consulenze e controlli sul livello di radiazioni anche per le persone che vivono al di fuori delle aree più a rischio di Fukushima «Per alleviare le loro ansie». Speciali prestiti a tasso zero a lungo termine sono previste per le piccole e medie imprese. il governo giapponese ha anche elaborato le linee guida per altre politiche, in vista dei necessari cambiamenti che sono emersi dopo il disastro nucleare. Il Growth strategy panel del governo riprenderà a riunirsi entro la fine di maggio, per presentare una strategia per la rinascita del Giappone entro la fine dell'anno. I suoi incontri erano stati sospesi dopo il terremoto/tsunami.

Il governo di Naoto Jan ha ribadito che «Deve essere fondamentalmente rivista» la politica energetica di Stato, che aveva al centro l'energia nucleare. Inoltre il Giappone riconsidererà la sua intenzione promuovere le esportazioni di grandi infrastrutture come centrali nucleari, treni ad alta velocità e impianti di depurazione delle acque.

Il Giappone è alle prese con la difficoltà di promuovere gli investimenti nel Paese e con l'impatto negativo che il disastro nucleare di Fukushima Daiichi sta avendo sull'esportazione di prodotti giapponesi a causa dei timori radiazioni, ma il governo per ora ha rinviato la decisione di aderire ai negoziati per la Trans-Pacific Partnership, una decisione in merito verrà comunque presa entro giugno. Il governo Kan inizierà a discutere delle misure specifiche e a compilare una visione d'insieme delle politiche a luglio.

La politica energetica e post-tsunami del governo di Naoto Kan sembra cominciare a convincere i giapponesi. Secondo un sondaggio del network Nhk, il 28% degli elettori appoggia il governo (per la prima volta in crescita, anche se di solo un punto, dopo mesi di calo di gradimento), mentre il tasso di disapprovazione è diminuito di 4 punti: al 55%.

Se è vero che solo il 5% degli intervistati ha elogiato il governo per l'organizzazione dei soccorsi e gli aiuti alle vittime del terremoto/tsunami, è anche vero che il 44% ha dato un voto sufficiente, ma positivo. Il 34% ha detto che il governo ha lavorato in maniera insufficiente e il 14% disapprova totalmente le misure del governo.

Sulla gestione del disastro nucleare di Fukushima Daiichi , solo il 3% degli intervistati ha elogiato il governo, il 29% ha detto che si è comportato sufficientemente bene, il 42% ha dato un giudizio negativo e il 23% pessimo.
Solo il 3% dei giapponesi vuole nuove centrali nucleari; per il 32% la produzione di energia atomica dovrebbe restare all'attuale livello; il 43% chiede una graduale diminuzione; il 14% vuole l'abolizione totale di tutte le centrali nucleari. La Nhk spiega che «Il numero di coloro che chiedono un minor numero di centrali nucleari ha raggiunto un nuove record: più 11 punti rispetto all'indagine di aprile». Attualmente in Giappone sono 35 reattori i reattori fermi, i due terzi del totale, alcuni sono stati fermati dopo il disastro di marzo, altri rimangono chiusi dopo le ispezioni di routine. Circa il 30% cento dell'energia elettrica del Giappone è (o meglio era) prodotta da centrali nucleari.
Il nucleare preoccupa sempre di più non solo i semplici cittadini. Ieri si sono riuniti a Tokyo i governatori delle 14 prefetture giapponesi che ospitano impianti nucleari ed hanno chiesto al governo centrale di «Stabilire migliori standard di sicurezza nucleare».

Il 14 governatori nucleari hanno discusso dei modi per alleviare le crescenti preoccupazioni dei loro amministrati, l'ordine del giorno non lasciava dubbi «Più sicurezza nucleare dopo l'incidente nella centrale nucleare di Fukushima Daiichi causato dal terremoto e dallo tsunami dell'11 marzo».
Il governatore di Aomori, Shingo Mimura, che presiede il gruppo dei governatori nucleari, ha spiegato che «L'incidente Fukushima probabilmente avrà una varietà di impatti sulle prefetture che ospitano impianti nucleari». Gli amministratori delle prefetture hanno anche chiesto al governo di Tokyo di «Indagare a fondo sull'incidente nucleare di Fukushima» e vogliono «Una spiegazione razionale della richiesta del primo ministro Naoto Jan di chiudere la centrale di Hamaoka». Ma, ritornando al sondaggio Nhk, alla domanda su come gli elettori giapponesi vedono la richiesta del primo ministro per spegnere la centrale nucleare di Hamaoka, il 71% approva e solo il 24% è contrario.

La politica giapponese, locale e nazionale, si troverà probabilmente a fare sempre più i conti con un'opinione pubblica che non crede più alla favola del nucleare supersicuro e indispensabile.

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