[17/05/2011] News

Fukushima: ora spunta l'errore umano: i back-up cooling systems spenti manualmente dai lavoratori prima dello tsunami

Saltata la catena di comando. Il governo giapponese arrabbiato con la Tepco: ĞLo abbiamo saputo oggi dalla stampağ

La Tokyo Electric Power Company ha ammesso che per la catastrofe della centrale nucleare di Fukushima Daiichi la colpa non è tutta del terremoto/tsunami dell'11 marzo: i back-up cooling systems dei reattori non sono riusciti a funzionare dopo il sisma. La Tepco ieri ha fatto il punto sui lavori nell'impianto nucleare dopo il disastro dell'11 marzo ed è emerso che il condenser system di emergenza del reattore 1 ha funzionato per meno di 10 minuti dopo il terremoto e il blocco è durato per 3 ore.

L'azienda ora sospetta che «I lavoratori abbiano arrestato manualmente il sistema in quanto la pressione all'interno del reattore era diventata così bassa che avevano paura di danni».
Un altro tipo di back-up cooling system nei reattori 1 e 2 ha perso potenza dopo che lo tsunami ha sommerso le batterie.

La tepco sta valutando tutti queste "nuove" difficoltà per capire quale impatto abbiano avuto sulla fusione delle barre di combustibile. Insomma, dai documenti resi noti dalla Tepco ad oltre due mesi dal terremoti/tsunami viene fuori che a Fukushima Daiichi i lavoratori si sono impauriti e potrebbero avere arrestato manualmente il raffreddamento di emergenza del reattore 1 per evitare danni al reattore perché la pressione era scesa bruscamente a 70-45 atmosfere.

Il tutto prima dell'arrivo dello tsunami che fino ad ora era stato indiocato come la vera causa dell'innesco del disastro nucleare. Il sistema è progettato per raffreddare il reattore anche se saltano tutte le fonti esterne, come accaduto a Fukushima, ma la mossa di spegnerlo temporaneamente significa solo una cosa, come ammette la stessa Tepco: non funzionava adeguatamente. La Tepco dice che «La decisione può essere stata presa sulla base di un manuale per impedire danni al reattore» e che il sistema funzionava, «Ma potrebbe averlo fatto per più tempo fino al meltdown», quindi «Indagherà su cosa ha portato alla decisione di spegnere la macchina e se la decisione sia stata corretta».

La cosa è preoccupante perché allora non si capisce chi "comandasse" nella centrale nucleare e chi ha dato l'ordine di bloccare i back-up cooling systems quando è scattata l'emergenza che ha innescato la tragedia nucleare che continua ancora oggi. E' evidente che (se era prevista per eventi come il terremoto/tsunami) è saltata la catena di comando. Le somiglianze con la confusione di Chernobyl sono impressionanti.

Il capo di gabinetto del governo giapponese, Yukio Edano, ha chiesto oggi alla Tepco di «Presentare una relazione dettagliata su come i lavoratori abbiano arrestato manualmente gli emergency cooling system dei reattori, prima che li colpisse lo tsunami». Edano era evidentemente irritato ed ha detto ai giornalisti di aver appreso del manual shutdown solo stamattina dai giornali ed ha aggiunto che «La Nuclear safety agency del governo ha chiesto alla Tepco di spiegare la questione. L'utility deve presentare al più presto un resoconto dettagliato dei fatti e degli sviluppi, in modo che possa essere fatta una valutazione Alla società verrà richiesto di pubblicizzare tutti i risultati».

Ma non è finita, la Tepco ha ammesso anche che le decine di camion equipaggiati di generatori elettrici che sono stati dispiegati (coin grande pubblicità e spesa) a Fukushima Daiichi per sopperire al blackout dell'alimentazione esterna «Per lo più si sono rivelati inutili.

Circa 70 camion con generatori di energia delle Self-Defense Forces (l'esercito giapponerse) e di altre istituzioni sono stati dispiegati a Fukushima Daiichi dopo che il terremoto/tsunami ha spazzato via alimentazione esterna e disabilitato i backup generators dell'impianto, ma ora la Tepco spiega che «Le macerie sparse in tutto il compound e gli allagamenti delle centraline hanno ostacolato il set up dei camion. La centralina del reattore 2 era stata collegata ad un generatore di un camion solo circa 24 ore dopo il disastro, ma pochi istanti dopo un'esplosione di idrogeno nel vicino reattore 1 ha distrutto cavi e camion. Due giorni dopo, un'altra esplosione di idrogeno nel reattore 3 ha danneggiato I camion con I generatori colpiti da enormi blocchi di calcestruzzo. L'energia elettrica è stata ripristinato nell'impianto, attraverso la normale rete elettrica, solo il 21 marzo, 10 giorni dopo il terremoto/tsunami.

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